sabato 22 giugno 2024

Spagna, trovata un'urna con il vino più antico del modo: era un vino bianco

Spagna, l'urna con il vino più antico del mondo
(Foto: ilgiornale.it)

Un team di scienziati dell'Università di Cordoba ha scoperto il vino più antico finora mai rinvenuto. Il liquido era contenuto all'interno di un'urna funeraria romana di duemila anni fa, in quella che una volta si chiamava Betica, ossia il sud della Spagna. Dopo averlo analizzato minuziosamente con l'aiuto di specifici biomarcatori, è stato visto che si trattava di vino bianco.
L'urna in questione fu rinvenuta nel 2019 durante alcuni lavori di ristrutturazione di un'abitazione della città spagnola di Carmona, nella provincia di Siviglia. L'autore dello studio è José Rafael Ruiz Arrebola, docente di chimica organica. 
L'urna conteneva resti cremati, avorio bruciato e circa 4,5 litri di un liquido rossastro. Anche se il liquido era rossastro, il colore superficiale non deve ingannare: gli scienziati hanno spiegato che si trattava di vino bianco perché non conteneva acido siringico, una sostanza presente solo nei vini rossi. Inoltre presenterebbe una composizione di sali minerali molto simile ai fini che si producono tuttora nel sud della Spagna.
Prima di questa scoperta e la stima che il vino nell'urna funeraria abbia più o meno duemila anni, il vino più antico, in forma liquida, era quello contenuto in una bottiglia a Spira, in Germania, con un'età stimata di 1700 anni (IV secolo d.C.), anche se, in questo caso, non ci fu alcuna conferma da parte delle analisi chimiche. La bottiglia venne rinvenuta nel 1867 ed è conservata nel Museo Storico del Palatinato in Germania.
Le condizioni di conservazione della tomba, che si è mantenuta integra e ben sigillata per duemila anni, sono ciò che ha permesso al vino di mantenere il suo stato naturale e di escludere che il liquido andasse perso per effetto di allagamenti, perdite all'interno della camera o processi di condensazione.
I resti scheletrici rinvenuti nell'urna appartenevano ad un uomo. Alle donne, nell'antica Roma, fu a lungo proibito degustare il vino, ritenuto una bevanda da uomini. Le due urne di vetro nella tomba di Carmona sono un esempio della divisione di genere della società romana e dei rituali funerarie. Se le ossa di un uomo erano immerse nel vino insieme ad un anello d'oro e ad altri resti ossei lavorati provenienti dal letto funebre in cui era stato cremato, l'urna contenente i resti di una donna non conteneva una sola goccia di vino, bensì tre gioielli d'ambra, una boccetta di profumo all'aroma di patchouli e resti di tessuti le cui prime analisi sembrano indicare che fossero di seta.
L'accostamento dei vini nei corredi funebri era un'usanza antica. Il vino accompagnava i defunti verso una nuova vita. Con il vino si usava deporre nelle sepolture anche acqua e miele. Per evitare che il vino potesse decomporsi, venivano aggiunti vari additivi.

Fonti:
ilgiornale.it
finestresullarte.info


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