mercoledì 18 settembre 2024

Agrigento, le sorprese degli scavi nel tempio extraurbano di Sant'Anna

Agrigento, scavi nel santuario extraurbano di Sant'Anna
(Foto: teleacras.it)
Con crescente chiarezza emergono, ad Agrigento, in località Sant'Anna, i dettagli dei rituali che si svolgevano nel tempio agreste che sorgeva non lontano dalla Valle dei Templi circa 2500 anni fa. Gli scavi condotti in collaborazione con l'Università di Augsburg, stanno potando alla luce un gran numero di ceramiche votive. Tra queste sono stati ritrovati lucerne, vasi potori e contenitori miniaturistici, tutti sepolti nell'area rituale. Interessante anche la deposizione di perline in vetro, di diverse forme.
Accanto a questi oggetti, gli archeologi hanno rinvenuto un cospicuo numero di resti di maialini, la cui presenza si rivela particolarmente significativa per comprendere le pratiche sacrificali che vi si svolgevano. I piccoli suini costituivano il 95 per cento degli animali sacrificati in questo contesto. Alcuni di questi animali venivano consumati durante i banchetti rituali dai fedeli, mentre altri erano destinati all'olocausto, bruciati completamente sulla pira per nutrire una misteriosa divinità che governava il luogo.
In misura nettamente minore, forse utilizzati per il consumo rituale dei fedeli, sono stati trovati gusci di piccoli molluschi di mare. Conchiglie di dimensioni maggiori si presentano qui con fori, per essere appese ad una corda o ad una collana.
La presenza di un gran numero di resti di suini fa pensare a Demetra ed a Kore, alle quali si sacrificavano questi animali. I reperti che stanno emergendo dallo scavo sono straordinari: oggetti legati alle offerte votive dei devoti, che venivano sepolti dopo i rituali e le preghiere. Probabilmente le divinità alle quali erano destinate queste offerte erano figure femminili legate alla fertilità ed alla prosperità, divinità con un ruolo centrale nella vita agricola della comunità.
Tra gli oggetti ritrovati spicca un grano di vetro, probabilmente utilizzato come perlina votiva. Si tratta, probabilmente di una sorta di preghiera tangibile, lasciata nel terreno come memoria eterna o ringraziamento alla divinità stessa. Un parallelo interessante può essere fatto con il rosario cristiano.
Il santuario extraurbano di Sant'Anna rappresenta uno dei siti archeologici meno noti della Valle dei Templi, ma di grande importanza storica e religiosa. La sua posizione fuori dalle mura cittadine suggerisce un ruolo speciale, probabilmente legato a culti agrari o a divinità associate alla fertilità della terra. Questo tipo di santuari, tipici della cultura greca, erano spesso dedicati a figure come Demetra e Persefone, divinità profondamente connesse ai cicli della natura ed alla crescita delle colture. 
Le indagini archeologiche hanno riportato alla luce diverse strutture sacre, inclusi altari e resti di edifici. Questi ritrovamenti suggeriscono che il santuario sia stato utilizzato durante un periodo di grande prosperità della colonia greca di Akragas, tra il VI ed il V secolo a.C. Il santuario di Sant'Anna è particolarmente rilevante anche per comprendere la diffusione del culto agrario nelle colonie greche del Mediterraneo occidentale.

Fonte:
stilearte.it

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