La "dama con gli orecchini" di Lucca |
Durante le indagini archeologiche che hanno interessato Casa Betania a Lucca, di proprietà della Congregazione delle Suore Ministre degli Infermi, è stata scoperta una "dama con gli orecchini", di età longobarda. Si tratta di una sepoltura databile tra il 600 e il 650 d.C..
La tomba è la prima del genere ritrovata a Lucca ed appartiene ad un'esponente dell'aristocrazia della città, sepolta in una cassa di legno con i suoi ornamenti personali: un paio di orecchini a cestello, in argento finemente cesellato, rinvenuti ancora nella loro collocazione originale. Un pettine in osso decorato con un'incisione è stato trovato adagiato sul ventre della defunta.
L'annuncio della scoperta è stato dato dall'archeologo Giulio Caiampoltrini, coordinatore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Tosacana, e dall'archeologo Alessandro Giannoni. La sepoltura della nobildonna longobarda faceva parte di almeno sette deposizioni collocate all'interno di un edificio costruito con mura piuttosto robuste, in ciottoli e malta. Probabilmente si tratta di una chiesa cimiteriale del V-VI secolo d.C.
Le sepolture sono disposte per righe, in senso sud-ovest/nord-est, secondo un'uso pertinente al periodo storico al quale appartengono. La chiesa nel cui cimitero è stata ritrovata la sepoltura della "dama con gli orecchini" potrebbe essere la chiesa suburbana di San Gervasio, che i documenti lucchesi attestano esistere dal 739. Si tratta di un ritrovamento eccezionale, poichè è la fondazione più antica che riaffiora dallo scavo di Lucca, dopo i resti di San Bartolomeo. Soprattutto gli archeologi hanno modo di studiare il sobborgo detto "di Cipriano", sorto fuori della porta orientale della Lucca altomedioevale, lungo la via che portava, un tempo, a Firenze.
In questo momento chiesa e area cimiteriale risultano dismesse, con profonde fosse e scassi per recuperare materiale da costruzione. Attualmente il corredo si trova al laboratorio del Centro di Restauro della Soprintendenza per i Beni Acheologici. Le indagini antropologiche sono state affidate al gruppo di lavoro del professor Gino Fornaciari, ordinario di Paleopatologia presso l'Università di Pisa.
La tomba è la prima del genere ritrovata a Lucca ed appartiene ad un'esponente dell'aristocrazia della città, sepolta in una cassa di legno con i suoi ornamenti personali: un paio di orecchini a cestello, in argento finemente cesellato, rinvenuti ancora nella loro collocazione originale. Un pettine in osso decorato con un'incisione è stato trovato adagiato sul ventre della defunta.
L'annuncio della scoperta è stato dato dall'archeologo Giulio Caiampoltrini, coordinatore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Tosacana, e dall'archeologo Alessandro Giannoni. La sepoltura della nobildonna longobarda faceva parte di almeno sette deposizioni collocate all'interno di un edificio costruito con mura piuttosto robuste, in ciottoli e malta. Probabilmente si tratta di una chiesa cimiteriale del V-VI secolo d.C.
Le sepolture sono disposte per righe, in senso sud-ovest/nord-est, secondo un'uso pertinente al periodo storico al quale appartengono. La chiesa nel cui cimitero è stata ritrovata la sepoltura della "dama con gli orecchini" potrebbe essere la chiesa suburbana di San Gervasio, che i documenti lucchesi attestano esistere dal 739. Si tratta di un ritrovamento eccezionale, poichè è la fondazione più antica che riaffiora dallo scavo di Lucca, dopo i resti di San Bartolomeo. Soprattutto gli archeologi hanno modo di studiare il sobborgo detto "di Cipriano", sorto fuori della porta orientale della Lucca altomedioevale, lungo la via che portava, un tempo, a Firenze.
In questo momento chiesa e area cimiteriale risultano dismesse, con profonde fosse e scassi per recuperare materiale da costruzione. Attualmente il corredo si trova al laboratorio del Centro di Restauro della Soprintendenza per i Beni Acheologici. Le indagini antropologiche sono state affidate al gruppo di lavoro del professor Gino Fornaciari, ordinario di Paleopatologia presso l'Università di Pisa.
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