Mitridate VI Eupatore |
La prima rivoluzione "russa" ci fu ben duemila anni fa, lo hanno scoperto gli archeologi. Una campagna di scavi sulle rive del Mar Nero ha riportato alla luce delle testimonianze estremamente importanti endi questo evento così drammatico. Gli archeologi hanno trovato tracce di un grande incendio che distrusse il centro amministrativo di una città oggi abbandonata. La causa dell'incendio fu una rivoluzione scoppiata nella metà del I secolo a.C.
La rivolta in questione aveva l'intento di rovesciare uno dei sovrani più potenti dell'antichità, Mitridate VI del Ponto (Turchia del nord), il cui regno arrivava fino alle sponde del Mar Nero. I ripetuti scontri con Roma e la conseguente sconfita, indussero Mitridate ad aumentare la pressione fiscale sul popolo e a precettare sempre più manodopera allo scopo di sostenere lo sforzo militare. Queste imposizioni finirono per esasperare gli abitanti della città principale di quello che restava dell'impero di Mitridate (l'ex collina greca di Fanagoria), i quali si ribellarono e dettero vita a disordini sanguinosi.
Durante le ricerche gli archeologi dell'Università di Magnitogorsk hanno scoperto i resti bruciati del palazzo reale nel quale alcuni membri della famiglia di Mitridate avevano cercato rifugio durante l'assedio dei rivoltosi. Lo storico romano Appiano riferisce che i cittadini di Fanagoria accastarono e diedero fuoco a molto legname posto tutt'intorno alla cittadella.
Gli scavi sono finanziati dalla fondazione Volnoe Delo del magnate russo Oleg Deripaska e guidati dall'archeologo Vladimir Kuznetsov, il quale ha ritrovato proprio i resti di quel grande incendio. I figli di Mitridate riuscirono a mettersi in salvo ma non riuscirono a portare con sé i loro averi. Molti dei loro beni rimasero sul posto, come le sacche di denaro ritrovate dagli archeologi, che erano state, molto probabilmente, perse durante la fuga dai reali o dai componenti della corte. Sono state ritrovate anche due casse piene di gioielli d'oro parzialmente fusi dal calore del fuoco.
Mitridate, però, riuscì a sopraffare i rivoltosi. Nel 63 a.C., comunque, venne definitivamente sconfitto dai Romani e costretto a ritirarsi a Fanagoria. La zona era sotto il controllo di uno dei suoi figli che era relativamente favorevole al potere romano. Mitridate non esitò a farlo uccidere pur di avere mano libera. Depredata la città, Mitridate dovette nuovamente fronteggiare il malcontento popolare. Un altro suo figlio gli si oppose e ne determinò la caduta. Alla morte di Mitridate Fanagoria divenne una città libera.
La rivolta in questione aveva l'intento di rovesciare uno dei sovrani più potenti dell'antichità, Mitridate VI del Ponto (Turchia del nord), il cui regno arrivava fino alle sponde del Mar Nero. I ripetuti scontri con Roma e la conseguente sconfita, indussero Mitridate ad aumentare la pressione fiscale sul popolo e a precettare sempre più manodopera allo scopo di sostenere lo sforzo militare. Queste imposizioni finirono per esasperare gli abitanti della città principale di quello che restava dell'impero di Mitridate (l'ex collina greca di Fanagoria), i quali si ribellarono e dettero vita a disordini sanguinosi.
Durante le ricerche gli archeologi dell'Università di Magnitogorsk hanno scoperto i resti bruciati del palazzo reale nel quale alcuni membri della famiglia di Mitridate avevano cercato rifugio durante l'assedio dei rivoltosi. Lo storico romano Appiano riferisce che i cittadini di Fanagoria accastarono e diedero fuoco a molto legname posto tutt'intorno alla cittadella.
Gli scavi sono finanziati dalla fondazione Volnoe Delo del magnate russo Oleg Deripaska e guidati dall'archeologo Vladimir Kuznetsov, il quale ha ritrovato proprio i resti di quel grande incendio. I figli di Mitridate riuscirono a mettersi in salvo ma non riuscirono a portare con sé i loro averi. Molti dei loro beni rimasero sul posto, come le sacche di denaro ritrovate dagli archeologi, che erano state, molto probabilmente, perse durante la fuga dai reali o dai componenti della corte. Sono state ritrovate anche due casse piene di gioielli d'oro parzialmente fusi dal calore del fuoco.
Mitridate, però, riuscì a sopraffare i rivoltosi. Nel 63 a.C., comunque, venne definitivamente sconfitto dai Romani e costretto a ritirarsi a Fanagoria. La zona era sotto il controllo di uno dei suoi figli che era relativamente favorevole al potere romano. Mitridate non esitò a farlo uccidere pur di avere mano libera. Depredata la città, Mitridate dovette nuovamente fronteggiare il malcontento popolare. Un altro suo figlio gli si oppose e ne determinò la caduta. Alla morte di Mitridate Fanagoria divenne una città libera.
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