L'area della fullonica di Casal Bertone vista dall'alto |
Le indagini archeologiche preventive per la realizzazione della Ferrovia ad Alta Velocità Roma-Napoli in via di Casal Bertone (V Municipio del Comune di Roma), hanno riportato alla luce, tra il 2007 e il 2008, un importante impianto, ricondotto ad una fullonica oppure ad una conceria. L'impianto è risultato essere molto ampio, circa 1000 mq, il più ampio del genere finora ritrovato nel mondo romano.
L'impianto è allineato ad un vicino tratto della via Collatina antica, accanto a sette edifici funerari. Al suo interno una serie di piccole celle quadrangolari nei cui pavimenti erano inserite delle tinozze di terracotta deputate alla lavorazione dei tessuti e delle pelli. In tutto se ne sono individuate ben 57, dal cui esame gli archeologi sono riusciti ad attribuire l'intero complesso ad un periodo compreso tra il 123 e il 155 d.C.
Per approvvigionarsi d'acqua, l'impianto attingeva, presumibilmente ad un braccio secondario dell'Acquedotto Vergine, realizzato da Agrippa nel 19 a.C.. La fullonica (o conceria) possedeva anche un doliarium di 450 mq di superficie, nel quale sono state individuati 44 dolia frammentari.
Accanto alla fullonica è emerso anche un tratto di basolato di 4 metri, pertinente al tracciato viario identificabile con la Collatina antica, di cui non si conoscevano tratti in questa zona. Sono stati individuati, anche, cinque colombari risalenti alla tarda età repubblicana, di cui due sono già stati scavati e ne sono stati tratti due cippi marmorei.
Non potendo conservare in situ l'impianto, gli archeologi lo hanno mappato e smontato pezzo per pezzo in attesa di poterlo ricomporre in un luogo adatto alla sua conservazione ed alla visita del pubblico.
L'impianto è allineato ad un vicino tratto della via Collatina antica, accanto a sette edifici funerari. Al suo interno una serie di piccole celle quadrangolari nei cui pavimenti erano inserite delle tinozze di terracotta deputate alla lavorazione dei tessuti e delle pelli. In tutto se ne sono individuate ben 57, dal cui esame gli archeologi sono riusciti ad attribuire l'intero complesso ad un periodo compreso tra il 123 e il 155 d.C.
Per approvvigionarsi d'acqua, l'impianto attingeva, presumibilmente ad un braccio secondario dell'Acquedotto Vergine, realizzato da Agrippa nel 19 a.C.. La fullonica (o conceria) possedeva anche un doliarium di 450 mq di superficie, nel quale sono state individuati 44 dolia frammentari.
Accanto alla fullonica è emerso anche un tratto di basolato di 4 metri, pertinente al tracciato viario identificabile con la Collatina antica, di cui non si conoscevano tratti in questa zona. Sono stati individuati, anche, cinque colombari risalenti alla tarda età repubblicana, di cui due sono già stati scavati e ne sono stati tratti due cippi marmorei.
Non potendo conservare in situ l'impianto, gli archeologi lo hanno mappato e smontato pezzo per pezzo in attesa di poterlo ricomporre in un luogo adatto alla sua conservazione ed alla visita del pubblico.
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