Il teatro di Iasos, dedicato a Dioniso |
Come colonia Iasos fu fondata da Argo, al pari di Mileto a cui sembra davvero legata a filo doppio, in un sito già in precedenza frequentato da genti minoiche. Il nome della città, però, compare solo nel V secolo a.C., quando viene citata come tributaria della Lega Attica. Nel 412 a.C. Iasos fu conquistata dagli spartani e da questi consegnata al generale persiano Tissaferne, satrapo di Lidia e Caria. Nel 450 a.C. è nuovamente assediata dagli spartani di Lisandro, dal momento che Iasos si era schierata al fianco di Atene nella Guerra del Peloponneso. Con l'inserimento tra i possedimenti persiani (fece parte della satrapia di Hekatomnos), la cittadina attraversò un periodo di relativo benessere.
L'Agorà romana di Iasos |
I bizantini faranno della città una sede episcopale. Le successive vicende sono avvolte dalle nebbie del tempo. Si sa solo che Iasos cessò di esistere intorno al XV secolo.
L'insediamento dell'Età del Bronzo è attestato soprattutto attraverso la presenza di una necropoli costituita da tombe a cista o a cassone, in lastre di scisto locale, con pochi oggetti di corredo. Su questa necropoli venne ad installarsene un'altra, risalente al IX-VIII secolo a.C. ed una successiva (IV-III secolo a.C.) con tombe a cassone e con tombe cosiddette "ad altare". Una di queste sepolture, risalente al III secolo a.C., conteneva i resti di una donna di una certa importanza, dal momento che possedeva un corredo di oggetti d'oro.
L'isola - ora connessa alla terraferma da un istmo di terra - fu il luogo prescelto per l'insediamento dei primi colonizzatori. La cinta muraria di Iasos risale al IV secolo a.C., al tempo della ricostruzione della città durante la satrapia degli Ecatomnidi.
Tra le ricche dimore di età romana spicca la Casa dei Mosaici, dalle pareti affrescate e dai pavimenti musivi, datata al II secolo d.C., ma con una planimetria ellenistica impiantata su un ampio peristilio su cui si affaccia la pastàs, il portico di passaggio ai vani di soggiorno. Non lontano dalla domus, accanto ad un propileo monumentale, vi sono le tracce di un santuario in cui si adorava una divinità ctonia, forse Demeter e Kore, frequentato fino ad età imperiale. L'impianto del luogo di culto risale al VI secolo a.C. con un ampliamento nel IV secolo a.C., consistente in uno spazio provvisto di portico.
Iasos, resti della fortezza bizantina |
Sul fianco di una collina vi sono i resti del teatro, risalente al IV secolo a.C.. Un'iscrizione ci informa che fu completato e restaurato grazie a Sopastros, corego e agonoteta (sostenitore delle spese per i cori e l'allestimento degli spettacoli teatrali ma anche direttore delle manifestazioni di cui condivideva le spese con la polis). Sopastros visse tra il 179 ed il 146 a.C.. Come accadde per la cinta muraria, anche le gradinate del teatro furono smantellate blocco a blocco e trasportate, nel XIX secolo, ad Istanbul.
L'agorà di Iasos è di età adrianeo-antoniniana (II secolo d.C.), restaurata grazie alla munificenza di due cittadini, Dioniso e Ierocle. Aveva un doppio porticato, uno dei quali era la stoà dedicata a Poseidone, dove si esponevano le epigrafi relative alla vita pubblica. Questo luogo si ritiene fosse collegato al santuario della protettrice di Iasos, Artemide Astias. Proprio questo santuario era, forse, l'edificio più importante della città, delimitato da un porticato quadrangolare e chiuso sul fondo da un edificio a tre esedre. Anche in questo caso sono attestati lavori di rifacimento a cura di un cittadino, che volle dedicarli ad Artemide e all'imperatore Commodo. Di questo santuario gli archeologi non sono ancora riusciti a individuare l'edificio centrale.
Iasos, lastra di calcare in rilievo ritrovata dalla Missione Archeologica italiana |
Iasos conta cinque basiliche, situate nei pressi del santuario di Zeus Megistos, fuori della porta orientale. La presenza di questi edifici di culto cristiano sta ad indicare una forte comunità religiosa. Attorno a queste chiese si coagularono estesi sepolcreti che furono utilizzati anche dopo la distruzione dell'edificio religioso al quale si addossavano.
La basilica dell'acropoli conservava, in un pannello del mosaico pavimentale, il nome di un presbyteros, Artemisios, che probabilmente si interessò della sua edificazione. La basilica fu realizzata nel VI secolo d.C. e più tardi le sue dimensioni vennero ridotte ad un sacello.
L'Asia Minore con l'antica Caria |
La basilica fuori la cinta delle mura di Iasos posta di fronte all'antico mercato del pesce, è sicuramente notevole per la sua monumentalità. Ha tre navate con nartece ed un'aula absidata nei pressi del recinto del santuario di Zeus Megistos. Il mosaico pavimentale di quest'aula è databile al V secolo d.C.
A Iasos da oltre quarant'anni opera una missione archeologica italiana.
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