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Il sarcofago del sacerdote Ankhpakhered |
I ricercatori del
Progetto Mummia dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano, ha scoperto che uno dei
sacerdoti del dio Min,
Ankhpakhered, non riposava tranquillamente nel suo bel sarcofago dipinto. Il sarcofago che doveva contenere i resti del sacerdote, infatti, contiene in effetti i resti di un altro uomo, vissuto tra il 400 e il 100 a.C.
Secondo i ricercatori - l'
egittologa Sabina Malgora e il
dottor Luca Bernardo, direttore al Fatebenefratelli - la scoperta potrebbe portare ad un furto verificatosi oltre 2000 anni fa. I parenti di un uomo sconosciuto si potrebbero essere appropriati di questo bel sarcofago, che risale ad un periodo compreso
tra la XXII e XXII Dinastia (circa
945-715 a.C.). Era, questa, una pratica piuttosto comune, in determinati periodi storici, soprattutto quando la crisi economica e politica sguarniva le necropoli di sorveglianza.
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Gli studiosi e la mummia di Whem-ef-ankh |
Proprio il moltiplicarsi di questi furti fu alla base del trasferimento di molte mummie reali e dei loro congiunti in un deposito più sicuro della tomba ufficiale, un deposito nascosto, chiamato
cachette, che è stato trovato dagli archeologi a
Deir el-Bahari nel XIX secolo ed ha permesso agli studiosi di disporre di più di
50 mummie di faraoni, dignitari, regine e nobili.
Il defunto esaminato al Fatebenefratelli di Milano era conservato nel sarcofago del sacerdote di Min pervenuto al
Museo Archeologico di Asti nel
1903 da una collezione privata. Il sarcofago, in particolare, non si sa come sia giunto in Italia. La mummia, da parte sua, aveva un
bendaggio semplice, privo dei consueti amuleti che ornavano i resti dei defunti di rango. Le immagini ottenute dalle più moderne apparecchiature, poi, hanno rivelato che, all'interno del bendaggio, era custodito uno scheletro posto su un
supporto di canna, il che ha suggerito agli studiosi che il corpo era stato recuperato qualche tempo dopo la morte, posto sulla barella e poi avvolto nelle bende.
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Ricostruzione del volto di Whem-ef-ankh |
Il destino della mummia del sacerdote
Ankhpakhered è tuttora sconosciuto. L'usurpatore del suo sarcofago è stato ribattezzato, dagli studiosi,
Whem-ef-ankh, "colui che torna alla vita" ed è morto all'età di circa 40 anni. Non faceva uso di droghe e non sembrava aver sofferto di malattie particolari e non sembra essere deceduto in seguito ad un evento traumatico o violento.
Alcune immagini ricavate dalla Tac hanno permesso di ricostruire un immagine in 3D a grandezza naturale del suo cranio. Ne è venuto fuori il ritratto di un uomo con un naso prominente, un occhio leggermente asimmetrico e la guancia sinistra leggermente incavata a causa della mancanza di alcuni denti. Le ginocchia del defunto mostrano segni di usura, come se, quando era in vita, avesse trasportato molti pesi oppure delle pietre da costruzione.
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