Mosaico dei gladiatori di Nennig |
Gli alloggi peggiori, in una scuola gladiatoria, erano riservati ai nuovi venuti. Mano a mano che il gladiatore conquistava vittorie nell'arena, migliorava anche l'alloggio a cui aveva diritto. Quando raggiungeva il grado di primus palus, il più alto nella categoria dei gladiatori, il combattente poteva reclamare ed ottenere l'alloggio migliore.
Le pareti della scuola gladiatoria di Pompei, con i loro graffiti, offrono uno spaccato dei quella che doveva essere la vita dei combattenti dell'arena, i loro sentimenti, le loro emozioni. La maggior parte dei graffiti riguardavano le donne, indicate con i loro nomi. Ogni cella, poi, aveva una nicchia per la divinità adorata dal gladiatore. Non era raro che i gladiatori avessero mogli e figli. Sempre nella caserma di Pompei è stato ritrovato il corpo di un bambino ed a Smirne, attuale Izmir, in Turchia l'intera scuola dei gladiatori contribuì alle spese per il funerale della figlia di uno degli allievi. Alcuni registri testimoniano l'esistenza di matrimoni regolari tra i gladiatori e le compagne che vivevano fuori dalle mura della scuola.
Un elmo custodito nel Museo dei Gladiatori a Capua |
Le scuole gladiatorie, veri e propri universi a parte, arruolavano anche contabili, armatori, cuochi e guardie di sicurezza, particolarmente necessarie, queste ultime, in quanto spesso gli allievi tentavano di togliersi la vita perché non riuscivano a sopportare il rigido regime della caserma. Ovviamente l'interesse del lanista era di evitare che accadessero questi sgradevoli episodi, che rappresentavano una notevole perdita economica per la scuola. I gladiatori che non rispettavano le regole della scuola a cui appartenevano, venivano puniti severamente. La caserma dei gladiatori di Pompei comprendeva una prigione in cui gli archeologi hanno ritrovato gli scheletri di alcuni detenuti. Sono stati anche ritrovati i ceppi per legare insieme fino a dieci uomini, costretti in una cella bassa e stretta, nella quale era quasi impossibile alzarsi. Una punizione comminata di frequente dai doctores era costituita da percosse e sferzate.
Capua, resti dell'anfiteatro |
Dalla fine del I secolo d.C., Roma sostituì i lanistae con altre figure. La figura del lanista continuò ad operare nelle città di provincia dell'impero romano, ma da Domiziano in poi (51-96 d.C.), a Roma i giochi vennero organizzati direttamente dalle scuole imperiali. Ai lanistae subentrarono i procuratores, responsabili sia dell'acquisto dei gladiatori, sia della gestione delle quattro scuole imperiali di Roma: il Ludus Magnus, il Ludus Gallicus, il Ludus Dacias e il Ludus Matutinus, dove erano addestrati i venatores.
Nel resto dell'impero i lanistae continuavano ad allenare il loro gruppo di combattenti a proprie spese e, spesso, lavoravano a contratti per ricchi clienti, gli editores. Questi ultimi sponsorizzavano i giochi per guadagnarsi il favore del pubblico a fini solitamente politici. A volte anche i nobili formavano proprie squadre di gladiatori ed assumevano lanistae e doctores indipendenti con il compito di allenarle.
La professione di lanista, priva di rischi ed assai remunerativa, attirava molti astuti affaristi. Su un muro di Pompei è stata trovata una scritta nella quale un certo Numerio Festo Ampliato pubblicizzava i suoi servigi di lanista itinerante. Senza una palestra, però, i gladiatori dell'intraprendente lanista potevano trovarsi a combattere nelle piazze riadattate alla bisogna.
Pompei, interno della domus dei gladiatori |
Le armi da taglio erano proibite in quasi tutte le scuole, gli allievi erano soliti esercitarsi servendosi di armi di legno. Nell'accampamento legionario di Oberaden, in Germania, è stata ritrovata proprio un magnifico esemplare di spada di legno. I doctores avevano il compito di insegnare agli allievi a maneggiare le armi nella maniera migliore per divertire il pubblico e sconfiggere l'avversario. Come le reclute dell'esercito romano, anche i gladiatori erano soliti esercitarsi contro un palo di legno di 1,7 metri di altezza, il palus, al fine di sviluppare i muscoli. In seguito il palus poteva essere sostituito da un uomo di paglia che permetteva di farsi un'idea precisa della fisionomia dell'avversario e del posizionamento degli organi vitali interni.
Roma, i resti del Ludus Magnus |
Le armi affilate erano utilizzate solo nell'arena. Se, durante il combattimento, uno dei due gladiatori si feriva, la lotta veniva interrotta, interveniva un medico e curava il ferito per rimetterlo al più presto in piedi. A Colchester, in Inghilterra, è stato ritrovato un kit medico completo di bisturi, ganci e forcipi ed un'attrezzatura simile si trova esposta al British Museum di Londra.
I gladiatori utilizzavano diversi tipi di armi. Ciascuno era equipaggiato in modo diverso ed aveva una serie di punti forti e deboli di cui l'avversario cercava di approfittare. Galeno di Pergamo, medico personale di Marco Aurelio, ebbe a dire che la sua particolare attenzione alla dieta e alla salute dei gladiatori nelle caserme aveva salvato molte delle loro vite. Salvo, poi, che molti dei cosiddetti "salvati" finirono per morire nell'arena.
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