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Ricostruzione dell'elmo e dell'arma di un gladiatore |
In origine le
armature dei gladiatori erano quelle tolte al
nemico prigioniero di guerra. Per quel che riguarda gli
indumenti intimi, sia uomini che donne, armati in maniera pesante o leggera che fossero, adottarono un
pantaloncino corto di forma triangolare, il
subligaculum, fissato mediante un ampio e resistente
cinturone di cuoio e dotato di fori. Era un indumento comune a tutti i Romani. Il
vaso di Colchester, risalente al
II secolo d.C. e ritrovato a Colchester, in Inghilterra, raffigura due lottatori, il
retiarius Valentino e il
secutor mascherato
Memnone. Dall'orlo del
subligaculum di Valentino pendono una sorta di
sonagli o perline. Anche il
balteus, al pari del
subligaculum, poteva avere borchie di metallo, fili intrecciati o, in alternativa, delicati rilievi e placche di bronzo.
Alcune fonti sostengono che le lottatrici donne usavano
coprirsi il seno con una fascia di pelle umida chiamata
strophium e, in seguito,
fascia. Si trattava di un indumento molto simile a quello indossato dalle donne romane sotto la veste o la stola. Al
British Museum è esposto un
rilievo di marmo che raffigura
due lottatrici donne e nell'iscrizione una delle due è indicata con il
nome d'arte di Amazzonia. Uno scudo piuttosto ampio le copre il petto, ma si può scorgere il
subligaculum che portava.
Vi erano una gran quantità e varietà di
elmi,
scudi e
protezioni per le braccia che i gladiatori potevano utilizzare sia negli allenamenti che nei combattimenti. I reperti archeologici ritrovati nell'
anfiteatro di Carleon, in Galles, indicano che vi erano dei
camerini di legno dove i gladiatori aspettavano il turno per entrare nell'arena.
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Ricostruzione di elmo trace |
Probabilmente i gladiatori
non indossavano calzature, malgrado queste ultime compaiano in alcune sculture e mosaici. Si tratta, di solito, di una
sorta di ghette in cuoio, forse adottate per evitare che le gambiere irritassero la parete superiore del piede. A differenza dei legionari, i gladiatori erano raramente raffigurati con le scarpe. Lo studioso
Marcus Junkelmann ha ricostruito i diversi stili dei gladiatori partendo da fonti primarie, egli sostiene che solo alcuni dei lottatori, quelli armati più pesantemente, indossassero ghette di suola dura, una continuazione delle protezioni per le gambe, fatte in feltro e lino imbottito.
Dal
I secolo d.C. sembra invalso l'uso della
fascia sulle gambe e della manica sulle braccia, entrambe fissate con lacci di cuoio. Queste protezioni si possono vedere su molti mosaici e sculture.
Tacito afferma che i gladiatori erano "
completamente ricoperti d'acciaio". L'efficacia di questa armatura fu provata nel
21 d.C., durante la
rivolta gallica di Giulio Sacrovir, quando i legionari ricevettero l'ordine di caricare i ribelli, che avevano reclutato alcuni galdiatori nei loro ranghi. I legionari dovettero farsi strada tra i ribelli utilizzando i picconi militari.
Nella
Galleria Borghese di Roma si trova uno dei mosaici più importante ai fini dello studio dei combattimenti nell'ultimo periodo in cui si svolsero, vale a dire il
VI secolo d.C.. L'immagine mostra chiaramente l'
equipaggiamento di cui erano dotati i gladiatori, dell'equipaggiamento facevano parte delle
fasce, strette
attorno alla caviglia per mezzo di lacci. Una stele proveniente dalla città di
Efeso, in
Turchia, mostra un gladiatore pesantemente armato, un
provocator, che porta un'imbottitura che arriva fino alla parte superiore della coscia sinistra e su tutto il braccio destro.
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Galleria Borghese, particolare del mosaico dei gladiatori |
I
quindici elmi ritrovati a
Pompei durante gli scavi di XVIII secolo, suggeriscono che l'
armatura metallica di difesa utilizzata dai gladiatori, non era progettata solo in vista della sua ovvia funzionalità, ma anche con
intento scenografico. Tutti i gladiatori dovevano, comunque, adottare un determinato tipo di abbigliamento. Poteva accadere che l'
editor dei giochi decidesse di
privare i gladiatori di una parte o di tutta l'armatura che li caratterizzava, al fine di rendere più interessante il combattimento.
Gli schiavi incaricati del vestiario dovevano preparare almeno
quattro serie di armature. In un rilievo trovato ad
Izmir, in Turchia, un gladiatore di nome
Prisco è raffigurato come un trace e indossa
due gambiere caratteristiche di questo stile. Ad
Ercolano, sotto il fango, è stato ritrovato
un paio di splendide gambiere. Queste armature erano forgiate
battendo una lamina di bronzo e si legavano alla gamba per mezzo di
tre serie di anelli a forma di "D", attaccati all'estremità ripiegata della protezione della gamba. Il paio ritrovato ad Ercolano è ornato con disegni in rilievo. Ogni ginocchiera è decorata con una
testa di Gorgone, mentre la parte che copre lo stinco è liscia. Sulla gambiera sinistra è raffigurata una
testa barbuta circondata da una losanga, mentre sono visibili raffigurazioni di Sileno e delle Menadi, abituali compagni di Dioniso. Era molto difficile che, nella costruzione delle armature, venisse utilizzato il cuoio al posto del metallo.
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Ricostruzione di una protezione per braccio |
Intorno al
106 d.C., durante le
guerre in Dacia condotte da
Traiano, i gladiatori dovevano utilizzare un qualche tipo di
protezione segmentata per il braccio, visto che alcune fonti riferiscono che i legionari, in guerra, indossavano un pezzo per il braccio ispirato a quello dei gladiatori, per proteggersi dalle terribili ferite che potevano essere inflitte dagli
uncini acuminati utilizzati dai Daci. A
Newstead, in
Inghilterra, sono stati ritrovati alcuni
frammenti di ferro segmentato appartenenti ad una manica che erano tenuti, probabilmente, insieme da una serie di lacci di cuoio che scorrevano per tutto il braccio fino alla spalla. Probabilmente questo tipo di protezione non era molto flessibile, a meno che non comprendesse una placca per il gomito. In un
rilievo ritrovato a
Chester, in Inghilterra, ed ora al Saffron Walden Museum dell'Essex, è visibile una manica dotata del fondamentale rinforzo per il gomito: è l'unica prova oggi in possesso che dimostra la snodabilità dell'armatura del braccio. Le
manicae si allacciavano sia al braccio e si fissavano al petto tramite una
serie di cinghie che avvolgevano la schiena e passavano sopra il braccio sinistro, dove erano legate con le fibbie. Potevano essere fabbricate con
le placche che si sovrapponevano dalla spalla in giù oppure dal polso in su. Probabilmente i gladiatori sceglievano il tipo di manica a seconda delle armi in possesso dell'avversario.
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Galleria Borghese, particolare del mosaico dei gladiatori |
Gli elmi dei gladiatori dovevano proteggere il combattente e prolungare lo scontro. L'
imbottitura dell'elmo, sia quello del legionario che quello del gladiatore, era forse costituita da uno
spesso strato di feltro attaccato con la colla e piuttosto compatto, in modo da evitare che l'elmo si muovesse durante il combattimento. A Newstead, in Inghilterra, dentro un elmo della cavalleria è stato ritrovato un
frammento di tessuto ruvido e spesso e la
visiera mostra chiare tracce di una
sostanza resinosa che, con il calore, diventa appiccicosa. Gli scavi a
Hod Hill, sempre in Inghilterra, hanno riportato alla luce un
paraguancia militare con l'interno foderato. Molti gladiatori indossavano una
fascia in testa ed anche un n
astro di cuoio o di corda con nappe, che veniva legato attorno al ginocchio o alla parte superiore del braccio. Probabilmente le nappe fungevano da
segnapunti ed ogni nappa rappresentava una vittoria, visto che il loro numero era variabile da gladiatore a gladiatore.
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