domenica 13 maggio 2012

Lavori in corso nelle dimore delle dee egizie

Cappella di Mut nel tempio di Karnak
Il complesso dei templi di Karnak sorge maestosamente sulla riva orientale del Nilo, a Luxor. Sappiamo, da documenti storici, che Karnak ospitava molti templi, cappelle, colonne, piloni ed obelischi oltre al lago sacro. Nella parte meridionale del complesso templare dedicato ad Amon-Ra, accanto al decimo pilone, sorge il tempio dedicato alla dea Mut, ora piuttosto in rovina.
Fin dalla sua costruzione, all'epoca del faraone Amen-hotep III (1388-1360 a.C.), il tempio divenne un importante centro religioso per i faraoni del Nuovo Regno e tale rimase fino all'epoca tolemaica (310-30 a.C.). Fu proprio la dinastia discendente da Tolomeo a costruire, nel complesso templare di Karnak, il lago sacro a forma di mezzaluna al quale erano associati diversi templi.
Il recinto cultuale di Mut conservò la sua importanza anche dopo la conquista romana dell'Egitto (30 a.C.). Il suo declino cominciò non molto tempo dopo, il tempio perse alcune delle sue caratteristiche particolari e la maggior parte dei suoi blocchi furono asportati già nell'antichità e riutilizzati per edificare altre strutture all'interno dell'area sacra di Karnak. Sono stati ritrovate fondazioni, muri e 600 statuette in granito nero raffiguranti la dea Sekhmet, sparsi nel cortile del tempio di Mut. Alcuni residenti sono arrivati persino a costruirsi l'abitazione all'interno del recinto dell'antico tempio che, anche per questo, è stato chiuso al pubblico.
Tempio di Iside a Deir el-Sewit
particolare
Dal 2001 una missione della Johns Hopkins University sta operando all'interno del recinto templare ai fini della conservazione del tempio stesso. Durante questi lavori di conservazione, nel 2007-2009, l'archeologo americano Bryan e il suo team hanno iniziato a pensare a consolidare le fondamenta del tempio, dal momento che hanno notato che gli irregolari innalzamenti ed abbassamenti del lago sacro, alimentato dalle acque del Nilo, avevano causato un cedimento sul lato occidentale del tempio, causando uno slittamento di più di 10 centimetri in alcune zone delle pareti superstiti.
Il team della Johns Hopkins University ha smantellato e ricostruito due pareti del tempio sul lato ovest, dal momento che queste erano in pessime condizioni ed hanno provveduto a spostarne le fondazioni. Questo lavoro ha prodotto una ricca documentazione in merito alla costruzione del tempio di Mut. Si è provveduto anche a sollevare il pavimento del tempio, che giaceva sotto il livello delle due pareti che, alla fine, sono state completamente ricostruite. Si spera che questo complesso e faticoso lavoro possa preservare la struttura templare dai danni causati dall'acqua salata, soprattutto dai danni alle fondamenta.
Propileo del tempio di Iside a
Deir el-Sewit
Il lavoro condotto dagli archeologi americani ha rivelato che agli inizi del regno di Tuthmosis III (1479-1425 a.C.) furono smantellati e riutilizzati, nelle fondamenta del tempio di Mut, alcuni elementi del tamburo della colonna di un portico di Hatshepsut e Tuthmosis. Nel 2009 la squadra ha iniziato a ricostruire il portico e un cancello di pietra calcarea che era stato sepolto tra le colonne.
Nel frattempo i restauratori sono all'opera anche sulla riva occidentale di Luxor, nel tempio della dea della rinascita e della femminilità Iside, a Deir al-Shelwit, 4 chilometri a sud di Medinet Habu, in un progetto simile a quello del tempio di Mut. Anche il tempio di Iside, infatti, è praticamente in rovina. Esso comprende un piccolo edificio principale, i resti di un propileo decorato e un pozzo chiuso da un muro di mattoni. Il muro esterno del tempio è privo di decorazioni, al contrario della superficie interna. Il santuario del tempio è circondato da un corridoio e presenta una cappella, una zona per la pulizia chiamata wabet e delle scale che raggiungono il tetto dell'edificio sacro. Le iscrizioni presenti sul propileo del tempio di Iside datano quest'ultimo al I secolo d.C., ma alcuni studiosi pensano che la costruzione venne iniziata sotto il faraone Nectanebo II (360-342 a.C.) e venne terminata nel corso del periodo greco-romano.
Il supervisore per le antichità di Luxor, Mansour Borak ha affermato che il tempio di Iside di Deir al-Shelwit era di grande importanza, dal momento che gli edifici religiosi di epoca greco-romana erano piuttosto rari in questa zona. Questo era l'unico tempio dedicato solamente ad Iside e non all'intera triade tebana (Amon-Ra, Iside ed Horus). Borak ha affermato che i rilievi del tempio sono simili a quelli di Dendera e del Tempio di Philae. Sono presenti i cartigli con i nomi degli imperatori romani Galba, Otone, Vespasiano, Adriano e Antonino Pio, incisi sui propilei del tempio. La parete esterna presenta blocchi di riuso da altre strutture egizie del Nuovo Regno.
Tempio di Hathor a Philae,
colonna hathorica
Un altro progetto di restauro, anch'esso indirizzato al tempio di una divinità femminile, è quello che interessa il tempio di Hathor nell'isola di Philae. Il restauro è portato avanti da restauratori egiziani che, sul lato est, si stanno occupando della pulizia, del consolidamento e del ripristino dei blocchi che, un tempo, erano parte del tempio di Hathor, costruito da Tolomeo VI e ampliato durante il regno di Tolomeo VII e dagli imperatori romani Augusto e Tiberio. Il tempio è costituito da un cortile con 14 colonne hathoriche (con capitello a forma di testa di Hathor) e da una terrazza posta nel cortile posteriore di fronte al Nilo. Tra i rilievi del tempio ve n'è uno, piuttosto ben conservato, raffigurante un gruppo di musici con i loro strumenti. Le pareti del tempio di Hathor a Philae non erano in buone condizioni, le crepe si stavano pericolosamente diffondendo. I restauratori egiziani hanno deciso, per questo, di smontare e ricostruire l'intero tempio al fine di porre rimedio ai danni dei restauri precedenti. Il tempio completamente restaurato, verrà inaugurato a breve.

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