sabato 5 maggio 2012

Quel che rimane della battaglia di Lutzen

Parte della fossa comune rinvenuta a Lutzen
E' stata una delle battaglie più sanguinose della Guerra dei Trent'anni, ma fino a qualche tempo fa non era mai stata trovata traccia di quanti morirono in questo scontro cruento. Ora una fossa comune potrebbe far luce sui misteri della terribile battaglia di Lutzen.
Il 16 novembre 1632, giorno della battaglia di Lutzen, ci fu una terribile uccisione di massa, iniziata quando la forte nebbia che gravava sul campo si fu dissolta, consentendo all'esercito protestante di re Gustavo Adolfo II di Svezia di attaccare l'esercito imperiale asburgico guidato da Albrecht von Wallenstein. Il massacro durò per ore sul campo della città sassone di Lutzen. Combatterono, uno contro l'altro, circa 20.000 uomini per parte e ne rimasero uccisi ben 9.000.
Sul luogo della battaglia ora è visibile una via che, all'epoca, si chiamava "Via Regia", una casa della Croce Rossa ed un supermercato. Finora gli archeologi hanno esaminato una vasta porzione del campo di battaglia e pensano che ne sia rimasto ancora un terzo da analizzare. Sono riusciti a recuperare, da quest'attenta opera di settacciamento del terreno, migliaia di oggetti che si riferiscono alla battaglia. Recentemente, poi, è emersa la parte superiore di una grande fossa comune dove vennero, all'epoca, seppellite le vittime di quel tragico giorno. Probabilmente ci sono ancora decine, se non centinaia, di sepolture simili. Gli scavi sistematici possono aiutare gli archeologi ad individuarle per poter recuperare i morti.
Carl Wahlbom, la morte di re Gustavo Adolfo di Svezia
La battaglia di Lutzen non diede alcun vincitore, in realtà. E' soprattutto ricordata, oltre che per la crudezza dei combattimenti, per la morte del re svedese Gustavo Adolfo II. Gli archeologi si stanno interessando, ora, ad analizzare la fossa scoperta di recente, contenente, come sembra al momento, 175 corpi. Un intero pezzo di terreno è stato praticamente asportato e mandato in laboratorio con l'aiuto di gru, carrelli e pianali. Questo pezzo di terreno è stato tagliato, per motivi logistici, in due in modo da non scomporre i resti che verranno presto analizzati in un laboratorio della Sassonia-Anhalt. Un involucro di legno fa in modo che tutta la struttura non si sbricioli.
Dei morti in battaglia si sa molto poco: si trattava, con tutta probabilità, di mercenari scozzesi, inglesi e croati che hanno combattuto accanto a tedeschi, austriaci e svedesi. Sono morti essenzialmente per le ferite loro inflitte da fucili, pistole, spade, coltelli ed alabarde. Alcuni di loro sono stati sepolti quasi nudi, presumibilmente dopo essere stati spogliati di quanto possedevano.
Due giorni prima dello scontro, Wallenstein decise di dividere le sue forze. Alcuni distaccamenti vennero mandati a presidiare Brema, mentre altre forze furono inviate a Colonia e Lipsia. Wallenstein riteneva che il clima invernale poteva impedire lo svolgersi delle operazioni più importanti e che, quindi, fosse necessario accamparsi in attesa di una stagione migliore. Gustavo Adolfo, però, decise di sfruttare la situazione e marciò verso Lipsia per cogliere Wallenstein di sorpresa. Il tentativo fallì perché il re svedese incontrò una forza di copertura che l'avversario aveva posto sul torrente Rippach, a pochi chilometri da Lutzen. La schermaglia che ne derivò ritardò il passo delle truppe svedesi, dando il tempo a Wallenstein di riorganizzare e rinforzare le truppe imperiali.
La battaglia si vuole sia stata vinta dagli Svedesi, ma costò perdite umane enormi ad entrambe le parti. Gli Svedesi, soprattutto, persero buona parte dei loro veterani oltre al re. Il vuoto di comando successivo alla morte di quest'ultimo diede agli imperiali la possibilità di avere la meglio sugli Svedesi nella battaglia di Nordlingen, nel 1634.

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