domenica 1 luglio 2012

Riapre la Villa del Casale

Piazza Armerina, colonnato ionico
della corte porticata
Dopo sei anni di restauri tornano a risplendere i mosaici della Villa del Casale a Piazza Armerina, nel cuore della Sicilia. Nella villa, tra il III e il IV secolo d.C., si ritirò, secondo alcuni, Massimiano Erculeo, facoltoso appaltatore di giochi circensi, con una truppa di artisti africani esperti nell'arte musiva.
La Villa del Casale è stata dichiarata, nel 1997, patrimonio Unesco e riaprirà il 4 luglio, esibendo un sistema di illuminazione ideato affinché i turisti possano godere delle bellezze del sito anche senza il gran caldo che sta flagellando la Sicilia in questi giorni.
Affreschi, disegni, tessere di mosaico finalmente ripuliti sono, dunque, restituiti al loro splendore. Sono 120 milioni le tessere musive presenti, ripulite da ben 50 restauratori arrivati da tutta Europa e coordinati dal Centro regionale del restauro, diretto dal diretto del Parco Archeologico, Guido Meli. Tra le nuove scoperte figura un portico colonnato, una vasca absidata, un pavimento con un mosaico che copre una superficie di ben 80 metri quadri, una quantità di affreschi ben conservati. In totale si parla di 4.100 metri quadrati di mosaici che risplendono della bellezza di quando furono posti in opera.
I recenti ritrovamenti fanno, poi, pensare non tanto ad una villa isolata commissionata dal ricco e stravagante impresario circense o da un altro, possibile, proprietario, quanto, piuttosto, ad un intenso e vivace centro abitato non ancora identificato con certezza. Infatti sono state individuate due aree archeologiche da scavare a sud della Villa ed è riemerso un pavimento con disegni geometrici simili a quelli presenti in alcuni ambienti già restaurati.
Piazza Armerina, uno dei mosaici
Dopo spoliazioni e dissesti seguiti al definitivo abbandono della Villa nel XII secolo, si riporta l'attenzione su un percorso di visita che si effettua su un ponte sopraelevato che permette di ammirare le sale con le Ginnaste, il corridoio della Grande Caccia, la Dieta di Orfeo, il Triclinio, la Basilica dove il proprietario riceveva i suoi ospiti.
La scoperta della Villa si deve a Gino Vinicio Gentili, che, dopo alcune segnalazioni pervenutegli, cominciò ad esplorare il sito nel 1950. Il Gentili, basandosi esclusivamente sullo stile dei mosaici, datò in un primo tempo l'impianto a non prima della metà del IV secolo d.C.. Successivamente assegnò la Villa all'età della Tetrarchia (285-305 d.C.). Secondo l'archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli la Villa va datata ai primi 25 anni del IV secolo d.C..
Tra i resti della Villa sono stati individuati quattro nuclei separati, con un diverso orientamento assiale, collegati tra loro: un ingresso monumentale a tre arcate con cortile a ferro di cavallo; un corpo centrale organizzato intorno ad una corte a peristilio quadrangolare, con giardino e vasca al centro; una grande trichora, preceduta da un peristilio ovoidale, circondato a sua volta da altri vani; un complesso termale accessibile dall'angolo nord-occidentale del peristilio quadrangolare.
Molte sale presentano pavimento musivo con tessere colorate. I mosaici recano differenze stilistiche il che non indica un'esecuzione necessariamente in tempi diversi, ma è ascrivibile a maestranze differenti. La funzione a cui erano deputate le sale è ricavabile dai mosaici pavimentali.
Piazza Armerina, una delle celebri
fanciulle in bikini
Tra i possibili proprietari di questa lussuosa domus, oltre al citato Massimiano Erculeo, è stato proposto anche Massenzio, figlio di Massimiano (305-312 d.C.), dal momento che studi recenti voglio che Massimiano abbia trascorso in Campania, e non in Sicilia, i suoi ultimi anni. Recentemente, poi, è stata avanzata l'ipotesi, piuttosto accreditata, che proprietario della Villa sia una figura prestigiosa dell'età costantiniana, Lucio Aradio Valerio Proculo Populonio, governatore della Sicilia tra il 327 ed il 331, console nel 340. I giochi che aveva organizzato, da pretore, a Roma nel 320 d.C. erano stati così fastosi che la loro fama durò per molto tempo. Forse i mosaici della Villa del Casale che rappresentano la Grande Caccia ed i Giochi del Circo sono un richiamo al quell'indimenticabile evento.
Tra gli "aspiranti" proprietari di cui è stata avanzata la candidatura ci sono: Gaio Ceionio Rufio Volusiano, prefetto urbano e console sotto Massenzio e Costantino, che possedeva già delle proprietà in Africa, di cui era originario. Suo figlio Ceionio Rufio Albino, console e prefetto anche lui, era uno scrittore polivalente; Ceionio Lampadio, procurator imperiale, figlio di Gaio Ceionio Rufio Volusiano Lampadio, prefetto sotto Costanzo II; Memmio Vitrasio Orfito, prefetto urbano sotto Costanzo II, già governatore in Sicilia e incaricato del trasporto via mare degli animali provenienti dalle province africane ed orientali. Ammiano Marcellino lo vuole autore dell'erezione dell'attuale obelisco Lateranense nel Circo Massimo; Claudio Mamertino, retore dell'epoca di Giuliano; Virio Nicomaco Flaviano, giovane aristocratico romano vissuto tra la fine del IV e gli inizi del V secolo d.C. che, secondo Tito Livio, soggiornava in una località siciliana non lontano da Enna.

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