La
necropoli di Fossa fu identificata nel
1922, durante la costruzione di un edificio industriale. Da allora sono state riportate alla luce circa
550 tombe distribuite tra la prima Età del Ferro e l'Età Romana (IX-I secolo a.C.). L'area interessata si estende su 3500 metri quadrati.
Le tombe sono perfettamente conservate e sono costituite da
tumuli e
menhir, custoditi grazie all'interro provocato dalle esondazioni del
fiume Aterno, che hanno sigillato le tombe già durante la prima Età del Ferro. I tumuli, realizzati con cospicui ammassi di terra e sassi ricoperti da uno strato di pietrame, hanno un
diametro di circa 8-15 metri e sono delimitati da grandi pietre che formano la
crepidine (sorta di corona). Tra le altre spicca la tomba 300, con i suoi diciotto metri di diametro.
Il defunto veniva deposto al centro, su un
letto di pietre disposte di piatto e coperto da lastre di legno. L'altezza di queste collinette non era elevata: circa 1,50 metri. Nel caso delle sepolture di maschi adulti, veniva posta in opera, sul lato occidentale del sepolcro, una
fila di menhir disposti in ordine decrescente, con una lastra di congiunzione tra la crepidine del tumulo e il primo menhir.
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I tumuli di Fossa visti dall'alto |
I corredi funerari presentano una grande abbondanza di
oggetti in ferro:
armi (come le spade corte denominate "tipo di Fossa"),
ornamenti,
forcine,
fibule e soprattutto
dischi traforati con ambra al centro, utilizzati dalle donne aristocratiche per tenere fermo il mantello. Le sepolture di queste donne nobili era, inoltre, caratterizzate da una piccola
tazza di bronzo, una sorta di mestolo, che serviva ad assaggiare il
vino. Quest'ultimo era contenuto nel
boccale fittile posto ai piedi dei defunti, sia uomini che donne. I vasi sono solitamente posizionati ai piedi dell'inumato, in alcuni casi in un angolo delimitato da pietre infisse di taglio nel piano di sepoltura, che formava una sorta di ripostiglio. Qui si trovava, solitamente, un
vaso di grandi dimensioni contenente uno più piccolo. Questo ha fatto pensare a veri e propri
riti religiosi. Con i vasi di ceramica, nelle sepolture più ricche si trovavano anche
vasi di bronzo, differenziati a seconda del sesso dei defunti. Questi vasi provenivano solitamente dall'esterno, probabilmente dall'
area etrusca o picena.
Tra la metà dell'VIII e il VII secolo a.C. (Età Orientalizzante), a Fossa si continua a seppellire in tumuli, anche se di dimensioni ridotte e prive di menhir. Si comincia, però, anche a
seppellire in fosse, in alcune delle quali è attestato l'uso di un
tronco d'albero come sarcofago. Nelle tombe maschili continuano a deporsi armi (
pugnali corti con manico a quattro antenne,
lance,
mazze ferrate e
coltelli a lama semilunata). Nella
tomba maschile 118 è stata ritrovata una
coppia di dischi corazza in bronzo, privi di decorazione centrale, così come sono visibili nell'armamento del Guerriero di Capestrano, utilizzati come primitiva
protezione del busto (
kardiophylakes). In questo periodo arriva non solo la ceramica etrusca ma anche quella etrusco-corinzia, caratterizzata da un colore piuttosto chiaro e dipinta a fasce nei motivi vegetali o zoomorfi, ad imitazione della ceramica che proviene da
Corinto, la più importante protagonista dei commerci marittimi di questo periodo. Caratteristiche sono le
kylikes (coppe), i
piatti e gli
aryballoi (brocchette dal corpo globulare che contenevano solitamente essenze e profumi) che si ritrovano a Fossa nelle tombe della prima metà del VI secolo a.C.
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Il letto di osso della tomba 520 |
In Età Arcaica (VI-IV secolo a.C.) il tumulo viene abbandonato definitivamente. Le tombe si
scavano nel terreno e giungono ad avere una ragguardevole dimensione. La differenziazione sociale è maggiormente riscontrabile nel corredo. L'arma che si introduce nella sepoltura è la
spada a lama lunga, con elsa a croce. Si sono rinvenute, in queste sepolture, coppe in ceramica etrusco-corinzia prodotte a Vulci, nell'
atelier del Pittore delle Code Annodate.
Tra il IV e il I secolo a.C. (Età Ellenistica), si diffonde l'usanza di
seppellire i bambini defunti in età neonatale all'interno di
coppi contrapposti. In questi casi il corredo è quasi sempre assente oppure consiste in un singolo elemento, come nella tomba 476 (una fibula deposta ai piedi del bimbo inumato). I nobili costruiscono
tombe a camera, il cui tetto viene coperto da una o più lastre di pietra di notevoli dimensioni. Queste sepolture sembrano, in seguito, essere riutilizzati da più membri della stessa famiglia. Le ossa dei defunti più vecchie venivano deposte in una
fossa scavata sotto il pavimento della camera.
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Particolare del letto funebre in osso da Fossa |
Diffuse risultano anche le tombe a camera, quelle a
cassone ligneo (che si individuano grazie alla presenza di elementi in ferro agli angoli della fossa, fasce angolari di metallo che servivano a rinforzare la cassa in legno oggi scomparsa), le
tombe a segnacolo monumentale, le
tombe a fossa semplice. E' in questo periodo che si diffonde la
ceramica a vernice nera, ampiamente attestata anche nel resto della penisola. In alcune sepolture sono stati rinvenuti oggetti di splendida fattura, segno della raffinatezza raggiunta in questo periodo, come
sei letti funerari realizzati in ossa di animali. Il meglio conservato è stato ritrovato nella
tomba 520 ed è stato adeguatamente restaurato. Le decorazioni richiamano il mondo dell'oltretomba: il volto di Dioniso barbato sormontato da ippocampi cavalcati da amorini, sulle gambe; quattro leoni alati agli angoli dell'intelaiatura; la figura di Ercole inginocchiato con al fianco una pantera e un leone; il volto di una Menade. Oltre ai letti funebri sono stati recuperati pendagli in pasta vitrea di provenienza punica, pedine e dadi da gioco.
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Fibula da Fossa |
Nel I secolo a.C. va sempre più diffondendosi l'uso dell'
incinerazione accanto a quello dell'inumazione. Le ceneri del defunto vengono deposte in un'
olla coperta da una pietra piatta o da un coperchio in ceramica. Contemporaneamente si perde l'uso di deporre oggetti di corredo: è il momento della definitiva
assimilazione al costume funerario romano.
La necropoli era attraversata da una
strada, lungo la quale si svolgeva il
corteo funebre, che, dall'insediamento fortificato di Monte Cerro in età protostorica e, successivamente, dalla
città romana di Aveja, raggiungeva la necropoli.
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