Servendosi di una tecnica utilizzata per ricostruire le origini dei ceppi di virus, un team di scienziati internazionali si è messo alla ricerca del luogo d'origine delle lingue indoeuropee. Le lingue di ceppo indoeuropeo si sarebbero originate in Anatolia, nel sudovest della penisola asiatica che ora è compresa nella Turchia, tra gli 8000 ed i 9500 anni fa e il loro sviluppo e la loro diffusione è stata seguita, almeno in parte, dallo sviluppo e dalla diffusione dell'agricoltura.
Altri studiosi sostengono che l'origine delle lingue di ceppo indoeuropeo si troverebbe, invece, nelle steppe a nord del mar Caspio e Nero e che questo linguaggio primitivo sarebbe stato diffuso dalle popolazioni seminomadi Kurgan.
Quentin Atkinson, dell'Università di Auckland, in Nuova Zelanda, invece di ricorrere ad una sorta di albero genealogico delle lingue, ha confrontato, con la sua squadra di studiosi, i linguaggi ritenuti affini e le parole principali delle diverse lingue europee aventi la stessa origine. I ricercatori hanno compreso, in queste loro comparazioni, anche 20 lingue estinte. Alcune di queste ultime, come l'ittita, erano parlate più di 3000 anni fa.
Gli scienziati hanno anche preso in esame eventi storici come la trasformazione del latino, lingua parlata in tutto l'impero romano, nelle lingue romanze al fine di stabilire una scala temporale nell'evoluzione delle lingue indoeuropee.
La diffusione dell'agricoltura attraverso i contadini che si sono messi in cerca di nuove terre da coltivare, o attraverso i cacciatori-raccoglitori "convertiti" al nuovo modo di sopravvivenza, è uno dei meccanismi che può spiegare la diffusione delle lingue di ceppo indoeuropeo. Ovviamente non è il solo meccanismo, ma è sicuramente quello principale.
Altri studiosi sostengono che l'origine delle lingue di ceppo indoeuropeo si troverebbe, invece, nelle steppe a nord del mar Caspio e Nero e che questo linguaggio primitivo sarebbe stato diffuso dalle popolazioni seminomadi Kurgan.
Quentin Atkinson, dell'Università di Auckland, in Nuova Zelanda, invece di ricorrere ad una sorta di albero genealogico delle lingue, ha confrontato, con la sua squadra di studiosi, i linguaggi ritenuti affini e le parole principali delle diverse lingue europee aventi la stessa origine. I ricercatori hanno compreso, in queste loro comparazioni, anche 20 lingue estinte. Alcune di queste ultime, come l'ittita, erano parlate più di 3000 anni fa.
Gli scienziati hanno anche preso in esame eventi storici come la trasformazione del latino, lingua parlata in tutto l'impero romano, nelle lingue romanze al fine di stabilire una scala temporale nell'evoluzione delle lingue indoeuropee.
La diffusione dell'agricoltura attraverso i contadini che si sono messi in cerca di nuove terre da coltivare, o attraverso i cacciatori-raccoglitori "convertiti" al nuovo modo di sopravvivenza, è uno dei meccanismi che può spiegare la diffusione delle lingue di ceppo indoeuropeo. Ovviamente non è il solo meccanismo, ma è sicuramente quello principale.
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