Persepoli, la Porta delle Nazioni |
La storia di Persepoli affonda le sue radici in un'antichità favolosa. Già nel 4000 a.C., e fino al 2400, popolazioni sconosciute fondarono, sull'altopiano iranico, diversi centri urbani basati sullo sfruttamento delle vie commerciali. Tra il 1800 e il 600 a.C. gli studiosi collocano la vita e le rivelazioni del profeta Zarathustra, "inventore" del dio Ahura-Mazda, elaboratore dei concetti dell'inferno e del paradiso, del libero arbitrio e della resurrezione dalla morte nonché sostenitore della presenza degli angeli che tanta parte ebbero, ed hanno tuttora, in un'altra religione monoteista: l'ebraismo.
Persepoli, l'Apadana |
Tutto questo finì con Alessandro Magno, nel 330 a.C., che porterà al potere, alla sua morte, la dinastia Seleucide (da Seleuco, uno dei diadochi del generale macedone).
Gli Europei scoprirono Persepoli, fino a quel momento avvolta nella leggenda, nel 1621, quando il nobile romano Pietro della Valle inviò ad un amico un saggio di scrittura cuneiforme che aveva copiato da una struttura dell'antica città dimenticata. Ma già nel 1618 l'ambasciatore spagnolo alla corte dei sovrani Safavidi di Isfahan, Garcia Silva Figueroa, sente parlare di maestose rovine nei pressi di Shiraz, nella regione del Fars ed è il primo occidentale a giungere a cavallo in un luogo chiamato Takht-e Yamshid ("trono del re Yamshid") che egli identifica con il sito di Persepoli, basandosi sulle descrizioni dello scrittore latino Quinto Curzio Rufo, autore di una voluminosa "Storia di Alessandro Magno".
Persepoli, capitello di colonna a forma di grifone |
Dei quattro siti che si trovano nell'area dell'antica Persepoli, quello di Parsa è il più importante. I suoi palazzi sono stati edificati su una piattaforma di oltre 12 metri di altezza, a coprire un'area di 133.000 metri quadrati. Oggi si possono ammirare una zona residenziale, un villaggio, una torre e un gruppo di tombe. Le fonti greche vogliono che alla base della piattaforma, separati da un fossato e compresi in una doppia cinta muraria, si trovassero le residenze dei nobili, dei funzionari di corte, gli alloggi dei servi e dei soldati. La città vera e propria. L'accesso principale era la Porta delle Nazioni, costruita da Serse, attraversata da un'unica strada che ancora è visibile e che percorreva la base del Monte della Misericordia.
Persepoli, la Guardia del Re |
Accanto all'Apadana sorgeva la Sala del Trono, detta anche Sala delle Cento Colonne, iniziata da Serse e completata da Artaserse. Anche qui compaiono dei rilievi che, stavolta, raffigurano il re nel pieno dell'amministrazione del potere e in combattimento contro demoni mitologici. Il portico di accesso alla Sala del Trono è fiancheggiato da due colossali tori di pietra. A sud vi è il Tesoro che custodiva i tributi che affluivano in città.
Persepoli, rilievo di Serse |
La svolta per la riscoperta di Persepoli si ha nell'Ottocento, con Henry C. Rawlinson che trascrisse pazientemente i segni cuneiformi incisi sulle pietre della piattaforma del palazzo. Rawlinson si calò con una funa sospesa sulla gigantesca rupe di Bisotun, tra Ecbatana e Persepoli e, nel 1839, copiò l'iscrizione cuneiforme scolpita in cima alla roccia dagli scribi di Dario I: si tratta del "testamento" del re Achemenide fondatore di Persepoli, un proclama in lingua persiana e babilonese con il quale Dario spiega la legittimità della sua ascesa al trono.
Persepoli, tomba rupestre di Artaserse |
Fu proprio Herzfeld a risistemare, in parte, i rilievi delle Porte e a dare un nome alla provenienza etnica dei personaggi rappresentati sulla scalinata dell'Apadana. Dopo aver trovato minuscole pigmentazioni di colore sulle figure dei re e sul disco solare alato che rappresentava Ahura Mazda, Herzfeld procedette ad una ricostruzione cromatica dei rilievi, utilizzando il verde, il blu e il rosso.
Nel 1964 a lavorare a Persepoli sono gli archeologi italiani dell'Ismeo (Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente) guidati da Giuseppe e Ann Britt Tilia e dall'architetto Giuseppe Zander. All'epoca si sono studiati le pietre, i marmi, i mattoni smalti; si è proceduto alla ripulitura di colonne, capitelli e rilievi; si è consolidata l'Apadana. Ben presto la ricerca e il restauro si è esteso all'area attorno a Persepoli, interessando le tombe rupestri di Naqsh-e Rostam e Naqsh-e Rajab, Pasargade e i templi del Fuoco. Dagli anni '80 del secolo scorso le campagne archeologiche sono affidate ad archeologi iraniani.
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