sabato 22 settembre 2012

La sepoltura di...un fulmine

La sepoltura del fulmine di Todi
Nel 2010, durante i lavori per la realizzazione del Parco di Porta Amerina (nota come Porta Fratta) a Todi, è stato scoperto un recinto sacro di epoca romana.
Lo scavo ha evidenziato un pozzo piuttosto particolare, un fulgur conditum, la "sepoltura del fulmine", un luogo in cui veniva compiuto un caratteristico rituale italico, quello collegato alla liturgia etrusca dei libri fulgurales, del corso del quale i sacerdoti addetti al rito recitavano particolari formule di espiazione.
Il luogo che veniva colpito dal fulmine veniva ripulito, le sue tracce eliminate mediante lo scavo di una fossa dove venivano sotterrati tutti i materiali che erano stati colpiti dal fulmine ed erano stati da questo frantumati (condere fulmen). La fossa veniva poi sigillata dopo aver eseguito specifici sacrifici e riti, quindi veniva recintata e consacrata.
Anche i Romani consideravano queste fosse dei locos religiosus, in quanto credevano che Iuppiter Fulgur li avesse scelti per manifestare la sua potenza consacrandoli a se stesso. Sul pozzo della sepoltura del fulmine di Todi, però, è stato trovato un blocco di pietra che reca, sul bordo, l'iscrizione "fvlgvr conditvm", di epoca imperiale.
Il pozzo è orientato nordest/sudovest, in senso ctonio ed era stato riempito di elementi di rivestimento in marmo che dovevano provenire, con tutta probabilità, da un monumento funerario. Era formato da lastre di travertino disposte di taglio e legate tra loro con grappe di ferro e piombo. Sono rari gli esempi di ritrovamento di queste particolari "sepolture". Il rituale fu praticato per tutta l'Età del Ferro e in Umbria se ne sono rinvenute altre testimonianze a Terni (Interamna) e Bevagna (Mevania), altri pozzi sono stati trovati a Pompei (Casa dei Quattro Stili), a Minturno (accanto ai resti del Capitolium), Vulci (accanto ad un edificio sacro), a Roma (nella Domus Valerii) e a Pietrabbondante (nei pressi del Tempio A).

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