sabato 20 ottobre 2012

Stipe votiva sconosciuta ritrovata ai Castelli Romani

Alcuni dei reperti recuperati ai Castelli Romani
Il Nucleo Polizia Tributaria di Roma della Guardia di Finanza ha fermato quattro tombaroli che stavano trafugando pregiati ex voto in terracotta, statue a grandezza naturale e raffigurazioni di parti anatomiche del corpo umano, che i fedeli di Juno Sospita avevano offerto alla divinità tra il IV e il II secolo a.C..
Il sequestro del materiale e l'arresto dei tombaroli è avvenuto ai Castelli Romani, tra Lanuvio e Genzano. La preziosa refurtiva era custodita in un magazzino di epoca romana che fungeva da deposito di statuette votive destinate al culto di Juno Sospita, una divinità particolarmente venerata sia a Lanuvio che nel Foro Olitorio a Roma. Presto, grazie a lavori straordinari di scavo e sistemazione, il deposito votivo potrà essere visitabile dal pubblico.
Tutte le statue che non sono state vendute all'estero e che sono state recuperate, verranno inviate ai musei italiani per essere esposte, in particolare al vicino museo di Velletri, ospitato nel Municipio. All'Etruria appartengono, inoltre, altri reperti che, pur non essendo collegati al deposito votivo scoperto, sono stati trafugati sempre dallo stesso gruppo di tombaroli.
Alcuni dei reperti recuperati rivestono un valore particolare perché attestano l'esistenza, in loco, di un opificio per la produzione fittile di un tipo particolare di ex voto, collegato alla cura delle patologie dell'apparato respiratorio.
La cava in cui era stata ricavata la stipe votiva sembra essere collegata, per mezzo di una rete di cunicoli, al vicino santuario di Juno Sospita (che vuol dire "Salvatrice"). La stipe, secondo gli investigatori, si trova in acqua ed era sconosciuta alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, non era, dunque, mai stata censita ed anche per questo la sua importanza è sicuramente notevole.

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