Veduta dei resti di Karkemish, al confine turco-siriano |
Militari turchi sorvegliano, oggi, quella che fu l'acropoli di una città di 5000 anni fa. Recentemente, inoltre, le rovine sono state "bonificate" dalle mine. Un team italo-turco sta ora conducendo sul luogo un'estesa campagna di scavi, ad un secolo e più di distanza da quelli condotti dal British Museum e dei quali si interessò anche il leggendario Lawrence d'Arabia. Gli archeologi sperano di aprire ai turisti il sito, che si trova lungo il corso dell'Eufrate, entro il 2014.
Un corredo funerario di pesi in pietra, fibule in bronzo, orecchini d'oro ed elementi in ceramica provenienti dalla necropoli di Karkemish |
Nel libro di Geremia, la Bibbia fa riferimento a Karkemish in merito ad una battaglia in cui i Babilonesi, guidati da Nabucodonosor II, sconfissero gli Assiri ed i loro alleati Egizi. I Babilonesi, in seguito, saccheggiarono la città in altre occasioni.
Karkemish è menzionata anche in alcune tavolette degli archivi di Ebla (III millennio a.C.). Dalle tavolette di Mari e di Alalakh (odierna Tell Atchana, presso Antakya o Antiochia, 1800 a.C.) sappiamo che la città era governata, all'epoca, da un re di nome Aplahanda e che era un importante centro per il commercio del legname. Il momento di massimo splendore della città fu durante i due secoli finali dell'impero ittita, nel Bronzo Tardo. Purtroppo non restano tracce di questo periodo. Le evidenze giunte fino ai giorni nostri risalgono all'Età del Ferro, quando Karkemish era un importantissimo stato neo ittita.
Veduta di Karkemish |
Il team italo-turco ha aperto ben cinque cantieri, lo scorso anno, nell'area dove sorgeva l'antica città, scoprendo, negli scavi del 1911, vecchi strumenti archeologici, i frammenti di una statua e un mosaico romano. Sono stati, poi, ritrovati un sigillo cilindrico in bronzo, inciso con geroglifici, che apparteneva ad un funzionario ed una statuetta bronzea in cui è raffigurata una divinità con una tiara adorna di due corna. Il dio indossa un gonnellino e brandisce un pugnale d'argento nella mano sinistra. La statuetta è stata ritrovata nelle vicinanze dell'area del Tempio del dio della Tempesta, dove sono emersi anche i frammenti di altre sculture e iscrizioni ittite geroglifiche. Gli scavi dello scorso anno hanno, inoltre, restituito i resti di enormi edifici scolpiti, un'intera necropoli all'interno delle mura cittadine, con tombe dai ricchi corredi. A tre metri di profondità si sono ritrovati livelli con cenere, resti bruciati e travi carbonizzate, che sono la testimonianza della conquista e del saccheggio delle truppe di Sargon.
Casa utilizzata da Woolley e Lawrence durante gli scavi del 1911 |
Nel contempo i botanici hanno identificato piante rare, nel sito, ed una specie di pioppo che si riteneva estinta.
Hasan Peker, filologo dell'Università di Istanbul, spera di trovare, durante gli scavi, gli archivi reali della città, archivi che potrebbero risalire al culmine della civiltà ittita, 3000 anni fa. Al momento si pensa di scendere al di sotto del lastricato delle vie romane, sulle quali è ancora possibile transitare, e di arrivare alle fondazioni degli edifici che vi si affacciavano.
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