sabato 10 novembre 2012

Thmuis, la città perduta

Testina di Tolomeo V (foto di R. Littman e J. Silverstein)
Archeologi e studenti di archeologia dell'Università delle Hawaii stanno scavando un sito nella regione del Delta del Nilo, in Egitto, dove, nella desolazione del deserto vi sono le rovine di un'importante città portuale che fiorì tra il II e il I secolo a.C., nei pressi dell'attuale città di el-Mansoura. Si tratta dei resti della città di Thmuis, importante porto e capitale dei Tolomei.
Gli studenti e gli archeologi, diretti dal professor Robert J. Littman, hanno riportato alla luce evidenze architettoniche e manufatti in diverse zone della città, particolarmente in una zona chiamata Foro Orientale, sull'acropoli di Thmuis. Qui, forse a fine 2012, dovrebbe essere riportato alla luce un tempio tolemaico.
Thmuis è una delle poche località del Delta del Nilo dove sono stati ritrovati dei papiri. Gli importantissimi reperti sono venuti alla luce alla fine del XIX secolo, quando Edouard Naville ha ritrovato quella che ha definito come la "biblioteca" di una casa romana. Purtroppo Neville non indicò dove aveva ritrovato questi papiri, che erano andati in gran parte bruciati al pari di quelli di Pompei. Nel sito sono stati ritrovati dei magnifici pavimenti a mosaico e delle statue di marmo e bronzo del periodo ellenistico e romano, ora esposti al Museo Egizio del Cairo e al Museo di Alessandria, che testimoniano della ricchezza e dell'importanza della città.
Cratere riassemblato (foto di R. Littman e J. Silverstein)
Il nome Thmuis (in egiziano TamAwy, "nuova terra") è un riferimento che si trova in Erodoto il quale, dopo aver visitato l'Egitto, a metà del V secolo a.C., enumerò una serie di nomoi ed alcune città, tra cui Mendes (una grande città che precedette Thmuis e che sorgeva non lontano da questa) e la stessa Thmuis. Gli scavi archeologici effettuati a Mendes suggeriscono che tra il IV e il III secolo a.C. vi fu una considerevole diminuzione della popolazione che andò di pari passo con l'aumento di importanza di Thmuis, fiorita durante il periodo tolemaico, che divenne ben presto capitale del nomo di Mendesian.
Thmuis sorgeva poco distante da Tell el-Rub'a, dove si trovano le rovine della più antica Mendes, che aveva dominato il Delta per la maggior parte della storia egiziana, dalla fine del IV millennio a.C. fino al IV secolo a.C.. Pare che nel V secolo a.C. venne deviato il corso del Nilo e per questo Mendes perse progressivamente importanza economica e venne abbandonata a favore di Thmuis, che era lambita dal nuovo corso del Nilo.
Thmuis fu menzionata anche da Giuseppe Flavio durante il periodo delle guerre giudaiche (66-70 d.C.), quando narra che il futuro imperatore Tito, partito da Alessandria con il suo esercito, sbarcò a Thmuis per iniziare una marcia via terra verso Gerusalemme.
Durante il III e IV secolo d.C. Thmuis divenne sede vescovile e fu patria di San Serapione. Nel VI secolo d.C. fu inclusa tra le diocesi della prima Eparchia di Augustamnica. Poiché era una città estremamente importante, nel mondo cristiano, ci sono pervenuti i nomi di alcuni suoi vescovi, tra cui Phileas, martirizzato ad Alessandria d'Egitto nel 305 d.C., e Anba Menna, che venne martirizzato nel 744 d.C.
Strutture ellenistiche (foto di R. Littman e J. Silverstein)
Thmuis esisteva ancora quando gli arabi invasero l'Egitto nel 641 d.C.. Fu probabilmente abbandonata nel X secolo, dopo una rivolta locale.
La spedizione archeologica dell'Università delle Hawaii è iniziata nel 2007. Ora la squadra sta lavorando in collaborazione con il Consiglio Supremo delle Antichità, per porre in salvo quel che rimane dell'antico porto di Thmuis, che dovrebbe essere occupato da costruzioni moderne.
Gli archeologi hanno appurato che un evento traumatico, verificatosi nei primi anni del II secolo a.C., rase quasi al suolo la città che fu, in seguito, ricostruita. Alcuni ritrovamenti, come un piccolo tesoro in monete, seppellito al di sotto di un pavimento, e della ceramica, fanno credere che l'evento si sia verificato durante il regno di Tolomeo V e che doveva riguardare una estesa ribellione di cui si fa cenno sia nella stele di Rosetta sia in altri documenti. A tal proposito sono stati ritrovati anche degli scheletri con evidenti tracce di traumi inferti da armi. E' emersa anche una statua, frantumata, di Arsinoe II nelle vesti della dea Iside. Questi reperti sono tornati alla luce nella zona nord, in un contesto successivamente livellato e riempito.
Frammenti di colonne di un tempio
tolemaico
(foto di R. Littman e J. Silverstein)
Nella parte centrale del Foro Orientale gli scavi recenti stanno esplorando un vasto complesso edificato in mattoni crudi, probabilmente una serie di edifici pubblici. E' stata ritrovata, anche, una mole impressionante di manufatti, tra i quali una serie di figurine di origine sub-sahariana, ceramiche in miniatura, ciondoli votivi in piombo, una statua del dio Bes in ceramica. Questi materiali erano sepolti vicino ad un grande piedistallo in granito rosso che, probabilmente, supportava una statua. I manufatti più recenti sono stati datati all'epoca romana.
In una zona non lontana dal perimetro cittadino è stata ritrovata una pietra con una scritta scarsamente leggibile nella quale si è letto il cartiglio con il nome di Tolomeo II o III. Questa pietra potrebbe essere parte di un tempio eretto da Tolomeo II per sua moglie Arsinoe.

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