sabato 2 marzo 2013

Altro che dieta mediterranea!

La mandibola di un uomo di circa 30 anni sepolto
nella zona di Europarco Castellaccio, con tracce
di cavità provocate dalla carie e di un ascesso.
E' stato accertato che quest'uomo consumava
molto miglio
Si dice spesso che gli antichi Romani mangiavano piuttosto bene, almeno è quello che compare sui numerosi mosaici che ci hanno lasciato, dove si vedono cesti di frutta e piatti di verdure, accompagnati dall'immancabile vino.
La gran parte dei Romani, però, non potevano godere di cibi così abbondanti e raffinati. La gente comune mangiava ben altre cose. Miglio, per esempio, cereale disprezzato dai ricchi e destinato solamente al bestiame. E' quel che risulta da uno studio pubblicato sul numero di marzo del Journal of Archaeology. A tal proposito sono stati analizzati degli scheletri anonimi provenienti da due necropoli e da un mausoleo di Roma. "Non sappiamo nulla della loro vita ed è per questo che stiamo cercando di utilizzare l'analisi biochimica per gli studi", ha affermato il responsabile della ricerca, la Dottoressa Kristina Killgrove, antropologa presso l'Università del West Florida.
Ossa di un bambino romano dal mausoleo di
Casal Bertone. Aveva 18 mesi, al momento
della morte ed era in fase di svezzamento.
L'attuale dieta mediterranea, ricca di olio di oliva, pesce e frutta, decantata come una panacea per le malattie cardiache, non era propriamente la stessa seguita dai nostri antenati. Nell'antica Roma la dieta variava a seconda dello stato sociale al quale si apparteneva. I ricchi potevano permettersi ghiottonerie come frutta esotica, verdure, molluschi e lumache. Purtroppo, però, gli antichi scrittori non sono molto loquaci sulla dieta seguita dai poveri. La Dottoressa Killgrove ne ha voluto sapere di più, in proposito.
Sono stati, pertanto, prese in esame porzioni di ossa dei femori di 36 individui provenienti da due cimiteri romani. Un cimitero, ritrovato a Casal Bertone, nella periferia romana e l'altro rinvenuto nell'Europarco Castellaccio. Gli scheletri appartengono ad individui vissuti durante l'età imperiale, dal I al III secolo d.C., durante la fase culminante dell'impero romano.
Frammento di cranio di adolescente dalla necropoli di
Casal Bertone. I pori nelle ossa della cavità oculare
suggeriscono che il ragazzo soffriva di una forte anemia
Per stabilire la dieta seguita dagli schiavi, i ricercatori hanno analizzato, nelle ossa, gli isotopi di carbonio e di azoto. Sono state individuate, tramite questi due isotopi, le vivande servite agli schiavi: frumento, orzo, miglio e sorgo. Un'altra sorpresa riservata dalla ricerca è stata la scoperta che i Romani mangiavano poco pesce. Non solo, c'erano anche differenze, nel cibo, tra gli individui che vivevano in città. Tra gli individui sepolti nel mausoleo a Casal Bertone, il miglio risulta essere un alimento meno consumato, rispetto agli individui seppelliti intorno allo stesso mausoleo. Gli individui sepolti nella zona Europarco Castellaccio, poi, consumavano notevoli quantità di miglio che sta ad indicare come costoro fossero più poveri rispetto a quelli che vivevano all'interno della città di Roma.
I testi storici dipingono il miglio come un alimento riservato in genere agli animali, ma i risultati ottenuti dall'analisi dei resti umani nei cimiteri sia all'interno della città che fuori, provano che molti romani si alimentavano, in realtà, di questo cereale, soprattutto tra le classi meno abbienti.

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