Le cosiddette Veneri di Willendorf |
Circa 35.000 anni fa gli artisti preistorici di tutta Europa raffigurarono il corpo femminile in pietra calcarea, avorio ed argilla. Gli studiosi hanno discusso su queste affascinanti statuette per decenni ed ora sembrano essere pervenuti ad una risposta.
I risultati degli studi sulle famose "Veneri paleolitiche" sono stati presentati durante la Conferenza Europea dedicata proprio al Paleolitico. Si è detto che le statue delle Veneri sono delle celebrazioni vere e proprie del corpo femminile e che solo in un secondo momento divennero simboli che legavano tra loro i componenti di un nucleo umano.
Questa conferenza si innesta su un'esposizione che è in corso al British Museum di Londra, dove, attraverso diversi reperti dell'Era Glaciale, si ripercorre la storia millenaria delle statuette femminili, ritrovate a decine nei siti archeologici di Russia e Francia. Tra i reperti che si possono ammirare vi è la Venere di Willendorf ed una statuetta recentemente scoperta in Germania, che alcuni ritengono essere la prima vera e propria rappresentazione pornografica.
Tra le caratteristiche peculiari di queste statuine femminili vi sono, certamente, le grandi mammelle e le altrettanto grandi natiche, nonché l'assenza di piedi. Le statuette variamo molto tra di loro, in quanto a dimensioni; alcune mostrano delle accurate acconciature e tutte hanno una dettagliata ricostruzione delle parti anatomiche.
Circa 16.000 anni fa lo stile cosiddetto di Willendorf lasciò il posto ad una nuova immagine del femminile, battezzata stile Gonnersdorf dal nome di un sito tedesco, che ha restituito figurine con incisioni molto più stilizzate e schematiche. Le statuette stile Gonnersdorf si trovano in tutta l'Europa occidentale e centrale, sono senza testa e mostrano piccoli seni, anche se i glutei continuano ad essere rappresentati piuttosto evidenti. Queste figurine erano evidentemente pensate per essere ammirate di profilo. Di converso le figure maschili sono assai raramente presenti.
Le Veneri di Willendorf rappresentano, secondo gli studiosi, l'idea generale della femminilità, appartenente ai primi esseri umani moderni che colonizzarono l'Europa circa 40.000 anni fa e che vivevano, con tutta probabilità, in piccoli gruppi stanziati in insediamenti non lontani gli uni dagli altri.
Al contrario le Veneri di Gonnersdorf appartengono alla fine dell'ultima era glaciale, quando i ghiacciai erano in fase di ritiro e la popolazione umana era in continuo sviluppo ed espansione anche in nord Europa. Queste figurine servivano a mantenere i contatti tra le varie comunità, ora sempre più distanti, e a consolidare nei gruppi il senso di una comune identità.
I risultati degli studi sulle famose "Veneri paleolitiche" sono stati presentati durante la Conferenza Europea dedicata proprio al Paleolitico. Si è detto che le statue delle Veneri sono delle celebrazioni vere e proprie del corpo femminile e che solo in un secondo momento divennero simboli che legavano tra loro i componenti di un nucleo umano.
Questa conferenza si innesta su un'esposizione che è in corso al British Museum di Londra, dove, attraverso diversi reperti dell'Era Glaciale, si ripercorre la storia millenaria delle statuette femminili, ritrovate a decine nei siti archeologici di Russia e Francia. Tra i reperti che si possono ammirare vi è la Venere di Willendorf ed una statuetta recentemente scoperta in Germania, che alcuni ritengono essere la prima vera e propria rappresentazione pornografica.
Tra le caratteristiche peculiari di queste statuine femminili vi sono, certamente, le grandi mammelle e le altrettanto grandi natiche, nonché l'assenza di piedi. Le statuette variamo molto tra di loro, in quanto a dimensioni; alcune mostrano delle accurate acconciature e tutte hanno una dettagliata ricostruzione delle parti anatomiche.
Le cosiddette Veneri di Gonnersdorf |
Le Veneri di Willendorf rappresentano, secondo gli studiosi, l'idea generale della femminilità, appartenente ai primi esseri umani moderni che colonizzarono l'Europa circa 40.000 anni fa e che vivevano, con tutta probabilità, in piccoli gruppi stanziati in insediamenti non lontani gli uni dagli altri.
Al contrario le Veneri di Gonnersdorf appartengono alla fine dell'ultima era glaciale, quando i ghiacciai erano in fase di ritiro e la popolazione umana era in continuo sviluppo ed espansione anche in nord Europa. Queste figurine servivano a mantenere i contatti tra le varie comunità, ora sempre più distanti, e a consolidare nei gruppi il senso di una comune identità.
4 commenti:
L' esordio della divinità, per me, fu donna.
Poi si dovette creare un qualcosa di nuovo che spostasse il potere del cielo all' uomo.
E' una mia teoria, o anche tu sei d'accordo
più o meno con questa teoria?
Beh, sicuramente la donna era vista con una venerazione particolare, dal momento che era l'unica in grado di dare la vita. Da lei nascevano i figli, che perpetuavano la specie. Ricordava la madre terra, che donava (e dona) i suoi frutti agli esseri viventi e con lei veniva spesso identificata. Poi forse, chissà, l'invidia, forse la rabbia di non avere i privilegi riservati alla donna hanno prodotto il resto. Il patriarcato è "figlio" dei pastori dell'Asia che si spostarono lentamente verso occidente. Società violente, dedite alle guerre di rapina e di conquista, dove la donna aveva un ruolo marginale. Mano a mano déi come Zeus (Diòs), Apollo, Efesto, presero il posto di divinità femminili i cui relitti rimasero nelle figure di Demetra, Persephone, Artemide e Gea... L'uomo, non potendo generare la vita, si era avocato il diritto di governarla e controllarla...
MOstrandosi più forte, imponendo la sua forza,...
forse molte rappresentazioni antiche sono Dee.
Sai quelli tipo sulla Porta del Sole di Tiahuanaco.
Forse non era un "Viracocha" ma una "Viracochetta".
Mi piace pensarlo.... :o)
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