domenica 10 marzo 2013

Sepolture nella Domus Aurea

Sepolture tardo-antiche nella Domus Aurea
Ad un metro e mezzo di profondità nel giardino di Colle Oppio, a Roma, è possibile intercettare i resti più antichi della Domus Aurea ma anche i resti di un cimitero del V secolo d.C., installatosi proprio sui resti della casa di Nerone. Gli archeologi hanno scavato una serie di tombe a fossa, in alcune delle quali sono stati ritrovati degli scheletri in posizione supina.
Quanto ritrovato in questi giorni dagli archeologi parla di un riutilizzo dell'area che, un tempo, era stata individuata da Nerone come luogo dove edificare la sua grande residenza imperiale. Il ritrovamento è stato effettuato nel corso delle indagini archeologiche nel settore nordovest della Domus Aurea. Ne ha data notizia la responsabile dello scavo Elisabetta Segala.
I lavori sono partiti nell'autunno 2012 nelle due gallerie di epoca traianea, coperte con volte a botte ed edificati per frazionare l'originale cortile all'aperto della Domus Aurea. La Soprintendenza intende riaprire al più presto l'edificio, ovviamente dopo aver messo a punto un nuovo sistema di copertura protettiva. Scavando nell'interro che copre le volte delle gallerie sono riaffiorate le tombe a fossa. E' stato necessario scalpellare, a tal fine, il conglomerato cementizio delle volte traianee.
Delle due tombe scavate una presenta gli arti inferiori e il bacino di una donna adulta, mentre l'altra ha restituito i resti di un uomo adulto. La datazione delle sepolture è tuttora fonte di discussione. Per lo più gli studiosi pensano che la nuova necropoli possa connettersi alle circa mille sepolture del V-VI secolo d.C. rinvenute nel 1967 all'interno della cosiddetta Cisterna delle Sette Sale.
Dalle indagini sempre sul luogo dove sono state ritrovate le deposizioni funerarie, sono state riconosciute delle fosse circolari, incassi rettangolari e solchi che fanno pensare ad un utilizzo del terreno posteriore all'insediamento della necropoli. Anche queste tracce si trovano all'interno delle volte traianee e sembrano tradire un utilizzo agricolo del terreno, forse coltivato a vigne e orti.

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