domenica 10 marzo 2013

I segreti della necropoli di el-Hawa Qubbet

Alcuni degli scheletri ritrovati nella necropoli
di el-Hawa Qubbet
Gli antichi Egizi non vivevano, come si può comunemente pensare, in condizioni ottimali di salute e non sempre erano circondati dai segni dell'opulenza ai quali siamo così tanto abituati. Piuttosto essi soffrivano comunemente la fame e la malnutrizione ed erano esposti a tutta una serie di malattie infettive che, come conseguenza, tra le altre, aveva anche un'alta mortalità infantile. Senza contare che i governatori di Assuan, al confine con il Sudan, e le loro famiglie si erano mescolati con le popolazioni di pelle scura della regione.
Sono queste le conclusioni alle quali è giunto il progetto di ricerca el-Hawa Qubbet, condotto dall'Università di Jaen, in cui gli antropologi dell'Università spagnola di Granada hanno avuto un'attiva partecipazione.
Si è scavata la tomba n. 33 della necropoli di el-Hawa Qubbet, di fronte alla moderna città di Assuan, a circa 1000 chilometri a sud del Cairo. La tomba fu costruita durante la XII Dinastia (1939-1760 a.C.) ed è una delle più grandi della necropoli. E' una sepoltura molto importante dal punto di vista archeologico, dal momento che una delle camere di cui è composta è pressoché intatta, insieme con tre sarcofagi in legno decorato.
Gli antropologi di UGR al lavoro nella necropoli
Gli scienziati del Laboratorio UGR di Antropologia fisica, il cui direttore è il professor Miguel Botella Lopez, sono appena tornati dall'Egitto dove hanno preso parte al lavoro sul campo per effettuare l'analisi antropologica delle ossa delle mummie rinvenute nello scavo, così come il calcolo del numero di individui che sono stati sepolti, in tempi più recenti, nella tomba appena scavata. Gli archeologi hanno ritrovato ben 200 tra scheletri e mummie nella tomba n. 33.
I primi risultati del lavoro degli archeologi e degli antropologi hanno portato a conclusioni piuttosto interessanti. Hanno, in particolare, rivelato diverse cose nuove sulle caratteristiche fisiche e sulle condizioni di vita degli antichi Egizi. "Anche se il livello culturale dell'epoca è stato straordinario, - ha affermato il professor Botella. - l'analisi antropologica dei resti umani rivela che la popolazione in genere, ma anche i governatori del luogo, quindi le classi sociali più elevate, vivevano in condizioni di salute molto precarie".
Ingresso alla necropoli di el-Hawa Qubbet
Secondo gli antropologi dell'UGR, le aspettative di vita dell'epoca erano di appena 30 anni, a causa della malnutrizione e di gravi disturbi gastrointetinali derivati dall'acqua del Nilo, che queste persone bevevano comunemente. Questi risultati sono emersi soprattutto dall'analisi delle ossa dei bambini che qui erano seppelliti, morti a causa di gravissime malattie infettive. Molte delle mummie riportate alla luce dai ricercatori, inoltre, appartengono a giovani adulti di età compresa tra i 17 ed i 25 anni.
Il professor Botella sottolinea che le tombe della necropoli di el-Hawa Qubbet contengono iscrizioni che sono di grande importanza storica, non solo per l'Egitto ma per l'intera umanità. Nella tomba del governatore Herjuf (2200 a.C.), per esempio, le iscrizioni narrano di tre viaggi che l'uomo aveva compiuto nell'Africa centrale. Da uno di questi viaggi Herjuf aveva riportato un pigmeo e l'iscrizione risulta la più antica menzionante questo gruppo etnico. Altre iscrizioni, invece, descrivono i rapporti dell'Egitto con la vicina Nubia (attuale Sudan) per un periodo di quasi 1000 anni.

1 commento:

Lapenna Daniele ha detto...

Mi interessano di più queste scoperte che riportano l' alimetazione, malattie e salute
degli abitanti della Valle del Nilo.
Come quelli scoperti a pochi Km da Giza,
che sono, a dire degli archeologi, i costruttori delle Piramidi.
Analizzando i resti, hanno scoperto che si cibavano molto bene, anche con pesce,
ed i feriti venivano curati, chi subiva danni agli arti, vedeva farsi operazioni per applicare protesi ( ricordo un reperto della protesi di un dito ).

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