Il corredo funerario di una delle sepolture scoperte |
Nel loro ultimo viaggio sono state accompagnate da bellissimi gioielli in oro. Una di loro indossava una parure completa ed aveva il capo cinto da un velo tessuto di preziose perline. Si tratta di un gruppo di giovani donne sepolte in una grande necropoli romana riportata alla luce a Celano, in provincia de L'Aquila.
Le giovani donne, in realtà, erano piuttosto delle bambine, il cui ultimo viaggio è stato accompagnato da orecchini, anelli con castone, collane, bracciali in bronzo. Una delle sepolture conteneva, oltre al corpo della defunta, una laminetta d'oro arrotolata sulla quale era incisa una formula magica.
La direttrice degli scavi, Emanuela Ceccaroni, ha detto che si tratta di un ritrovamento frequente. Solitamente queste laminette erano inserite in una sacchetta di stoffa e poste accanto all'inumato. Sulla laminetta ritrovata accanto alla bambina defunta si distinguono dei segni vergati, probabilmente, il lingua greca, che si riferiscono ad un auspicio favorevole per il viaggio che il defunto doveva compiere nell'aldilà.
Nella maggior parte delle 230 sepolture ritrovate nella necropoli sono stati rinvenuti, indipendentemente dal sesso e dall'età, reperti piuttosto comuni, quali lucerne, balsamari in vetro e qualche moneta (gli oboli di Caronte), datati ad un periodo compreso tra il I e il III secolo d.C.. Le tombe sono tutte a cappuccina e distribuite in un terreno prossimo alla sponda dell'antico lago del Fucino.
Gli archeologi hanno notato, inoltre, che le sepolture sono state riutilizzate nel corso del tempo. I sepolcri sono stati riaperti già in antico, le ossa dei defunti sono state messe in cassette per far posto ad altre ossa. Attualmente sono visibili piccoli mucchi di ossa prive di contenitore, andato perduto perché costituito da materiale deperibile.
Vicino alle tombe di epoca imperiale sono state trovate anche sepolture più antiche, datate all'Eneolitico (III millennio a.C.), al X e al VII secolo a.C.. La testimonianza più antica è rappresentata da un fossato neolitico (IV millennio a.C.) che recingeva, probabilmente, un insediamento di capanne.
Le giovani donne, in realtà, erano piuttosto delle bambine, il cui ultimo viaggio è stato accompagnato da orecchini, anelli con castone, collane, bracciali in bronzo. Una delle sepolture conteneva, oltre al corpo della defunta, una laminetta d'oro arrotolata sulla quale era incisa una formula magica.
La direttrice degli scavi, Emanuela Ceccaroni, ha detto che si tratta di un ritrovamento frequente. Solitamente queste laminette erano inserite in una sacchetta di stoffa e poste accanto all'inumato. Sulla laminetta ritrovata accanto alla bambina defunta si distinguono dei segni vergati, probabilmente, il lingua greca, che si riferiscono ad un auspicio favorevole per il viaggio che il defunto doveva compiere nell'aldilà.
Nella maggior parte delle 230 sepolture ritrovate nella necropoli sono stati rinvenuti, indipendentemente dal sesso e dall'età, reperti piuttosto comuni, quali lucerne, balsamari in vetro e qualche moneta (gli oboli di Caronte), datati ad un periodo compreso tra il I e il III secolo d.C.. Le tombe sono tutte a cappuccina e distribuite in un terreno prossimo alla sponda dell'antico lago del Fucino.
Gli archeologi hanno notato, inoltre, che le sepolture sono state riutilizzate nel corso del tempo. I sepolcri sono stati riaperti già in antico, le ossa dei defunti sono state messe in cassette per far posto ad altre ossa. Attualmente sono visibili piccoli mucchi di ossa prive di contenitore, andato perduto perché costituito da materiale deperibile.
Vicino alle tombe di epoca imperiale sono state trovate anche sepolture più antiche, datate all'Eneolitico (III millennio a.C.), al X e al VII secolo a.C.. La testimonianza più antica è rappresentata da un fossato neolitico (IV millennio a.C.) che recingeva, probabilmente, un insediamento di capanne.
Nessun commento:
Posta un commento