giovedì 25 aprile 2013

Lavorare alle piramidi

L'archeologo Richard Redding, del Kelsey Museum dell'Università del Michignan crede di aver compreso come sia stato possibile organizzare efficacemente la forza lavorativa e, nel contempo, la società civile per permettere la costruzione delle piramidi, i monumenti che più di ogni altri, rappresentano una sfida al tempo.
L'archeologo ha calcolato che ai monumenti hanno lavorato tra gli 8.000 e i 10.000 operai alla volta per venti anni. Questi lavoratori non erano schiavi e non erano ebrei, ma erano lavoratori giovani, ben nutriti e che potevano godere di un'ottima assistenza medica, visto che stavano lavorando per il bene dell'intera società egizia.
Gli egizi credevano che il loro sovrano, una volta defunto, sarebbe andato a sedere a fianco delle divinità, intercedendo per il benessere del suo popolo e dissuadendo gli déi dal mandare piaghe o dal trattenere il limo generosamente regalato dal Nilo durante le sue alluvioni. Le piramidi sono state costruite proprio per preparare adeguatamente il sovrano al suo compito.
I lavoratori che hanno eretto questi grandiosi monumenti erano organizzati in squadre. I funzionari reali si recavano nei nomi (le provincie in cui era suddiviso l'Egitto antico) e qui, con la collaborazione dei governatori locali, prelevavano la forza lavoro.
Il dottor Redding ha fatto un calcolo delle calorie necessarie a ciascun lavoratore, tenendo conto che gli antichi egizi avevano un'altezza minore rispetto agli uomini moderni. Il risultato è stato che ciascun lavoratore mangiava, probabilmente, quasi sei chili di carne a settimana. La metà delle proteine necessarie proveniva dalla carne, un'altra parte era fornita dal pesce pescato nel Nilo.
L'archeologo ha calcolato anche quanti e quali animali fossero necessari ai 10.000 lavoratori che si occupavano di costruire l'ultima dimora terrena del loro sovrano: 105 bovini e 368 ovini o caprini ogni dieci giorni.
Con i suoi collaboratori, Redding ha studiato ben 175.000 ossa, la metà delle quali bovine, il resto proveniente da ovini e caprini. I ricercatori non sono ancora riusciti a capire come il bestiame fosse fatto arrivare nei pressi di Giza, se per terra o via fiume. Si sa per certo, però, che ogni due anni i funzionari reali facevano un censimento dei bovini, dei caprini e degli ovini. I risultati venivano riportati al sovrano che, pertanto, sapeva esattamente quello di cui il Paese disponeva e dove andarlo a prendere.
Gli operai che lavoravano alle piramidi vivevano tutti insieme in una sorta di città, con abitazioni e un grande centro amministrativo. Il cibo veniva preparato in cucine centralizzate dalle quali, poi, era distribuito. Coloro che rivestivano un grado elevato godevano del cibo migliore.
Le piramidi cessarono di essere costruite dopo la IV Dinastia. Forse perché, in parte, era venuta meno questa organizzazione estremamente capillare e centralizzata e in parte anche perché le disponibilità delle finanze reali si erano molto ridotte.

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