Circa 1600 anni fa un potente terremoto, dell'intensità pari a 8-8,5 gradi della scala Richter, ha provocato un enorme tsunami nel Mediterraneo. Questo è il sorprendente risultato di uno studio recente effettuato da un team di ricercatori sotto la supervisione della dottoressa Alina Polonia, dell'Istituto di Scienze Marine (Ismar), facente parte del Cnr.
Si è scoperto che, al largo della costa siciliana, vi è una zona di mare profondo che contiene uno strato di ben 25 metri di spessore di sedimenti, trascinati sul fondo dalla forza inarrestabile delle correnti. Questi depositi sono chiamati "Augias Homogenite" o "Augias torbiditici" ed occupano gran parte del Mediterraneo orientale. Tra le teorie, numerose, elaborate per spiegarne le origini, quella più accreditata sostiene che siano il risultato dell'esplosione del vulcano di Thera (ora Santorini) avvenuta nel 1627-1600 a.C., che distrusse la civiltà minoica.
Secondo, però, gli studi condotti dall'Ismar e dal Cnr, si tratterebbe del risultato di un violento tsunami creato da un terremoto distruttivo che avrebbe colpito l'isola di Creta nel 365 d.C.. Questo tsunami è stato paragonato, dagli scienziati, a quello che, nel 2004, colpì l'isola di Sumatra. Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione analizzando una grande quantità di dati geofisici e geologici, tra i quali immagini ad alta risoluzione di depositi sedimentari e campioni di sedimenti prelevati a 4.000 metri sotto il livello del mare.
Ad avvalorare l'ipotesi di un catastrofico terremoto nel 365 d.C., sono anche le parole dello storico romano Ammiano Marcellino, che documentò gli effetti devastanti di uno tsunami che colpì Alessandria d'Egitto il 21 luglio 365 d.C.. Ammiano descrive onde enormi che si abbatterono sulla città portando morte e distruzione. Gli scienziati hanno anche scoperto che eventi analoghi si verificarono diverse volte, nei secoli passati, per cui lo tsunami del 365 d.C. non fu l'unico a sconvolgere i paesi del Mediterraneo.
Si è scoperto che, al largo della costa siciliana, vi è una zona di mare profondo che contiene uno strato di ben 25 metri di spessore di sedimenti, trascinati sul fondo dalla forza inarrestabile delle correnti. Questi depositi sono chiamati "Augias Homogenite" o "Augias torbiditici" ed occupano gran parte del Mediterraneo orientale. Tra le teorie, numerose, elaborate per spiegarne le origini, quella più accreditata sostiene che siano il risultato dell'esplosione del vulcano di Thera (ora Santorini) avvenuta nel 1627-1600 a.C., che distrusse la civiltà minoica.
Secondo, però, gli studi condotti dall'Ismar e dal Cnr, si tratterebbe del risultato di un violento tsunami creato da un terremoto distruttivo che avrebbe colpito l'isola di Creta nel 365 d.C.. Questo tsunami è stato paragonato, dagli scienziati, a quello che, nel 2004, colpì l'isola di Sumatra. Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione analizzando una grande quantità di dati geofisici e geologici, tra i quali immagini ad alta risoluzione di depositi sedimentari e campioni di sedimenti prelevati a 4.000 metri sotto il livello del mare.
Ad avvalorare l'ipotesi di un catastrofico terremoto nel 365 d.C., sono anche le parole dello storico romano Ammiano Marcellino, che documentò gli effetti devastanti di uno tsunami che colpì Alessandria d'Egitto il 21 luglio 365 d.C.. Ammiano descrive onde enormi che si abbatterono sulla città portando morte e distruzione. Gli scienziati hanno anche scoperto che eventi analoghi si verificarono diverse volte, nei secoli passati, per cui lo tsunami del 365 d.C. non fu l'unico a sconvolgere i paesi del Mediterraneo.
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