giovedì 4 aprile 2013

I segreti del blu-Maya

Re Maya con in capo piume di colore blu, dipinto
sulla parete nord di una casa ritrovata nel
sito di Xultùn (Riproduzione di H. Hurst)
Gli antichi Maya utilizzavano un colore blu particolarmente resistente per coprire le mura dei loro palazzi, per decorare codici, ceramiche e, forse, anche per colorare gli organi estratti dalle vittime durante i sacrifici umani. Un gruppo di chimici ritiene di aver scoperto il "segreto" di questo blu-Maya.
Da tempo i ricercatori sanno che gli ingredienti principali di questo pigmento blu intenso sono l'indaco, un colorante vegetale, e un tipo di argilla, la palygorskite. Come i Maya abbiamo mescolato i componenti, vale a dire in quali dosi, è stato finora un mistero. I ricercatori spagnoli affermano di aver scoperto le tracce di un altro pigmento nel blu-Maya, che potrebbe dare indicazioni su come sia stato ottenuto questo particolare colore.
"Abbiamo rilevato un pigmento che pare essere stato ricavato dall'ossidazione dell'indaco dopo che è stato sottoposto al calore necessario per ottenere il blu-Maya", ha affermato Antonio Domenech, uno dei ricercatori dell'Università di Valencia. "E' possibile che i Maya sapessero come ottenere la tonalità di blu desiderata apportando delle variazioni alla temperatura di preparazione, per esempio riscaldando la miscela per un tempo più o meno lungo", ha aggiunto.
Ricercatori americani, invece, nel 2008, affermarono che la resina copale, utilizzata normalmente per ottenere l'incenso, potrebbe essere il terzo ingrediente segreto del blu-Maya. La loro ricerca si è basata sullo studio di una ciotola che recava tracce di pigmento e che fu utilizzata per bruciare incenso. I ricercatori spagnoli, però, non hanno preso in considerazione questi risultati, ma stanno indagando sui legami chimici che legano la componente organica della vernice indaco con la componente inorganica rappresentata dall'argilla.
Tra le scoperte più rilevanti effettuate dagli archeologi, c'è stato uno strato di fango blu di circa 4 metri sul fondo di una dolina naturale chiamata Cenote Sacro, presso il famoso sito precolombiano di Chichén Itzà, nella penisola dello Yucatan. Quanto questo Cenote è stato indagato, nel 1904, gli archeologi rimasero piuttosto perplessi proprio da questo straordinario ritrovamento. Ora gli scienziati ritengono che sia quanto rimane di sacrifici umani, nei quali aveva, evidentemente, una parte non secondaria il colore blu-Maya.

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