La giovane donna oggetto di cannibalismo |
Douglas Owsley, capo divisione per l'antropologia fisica del Museo Nazionale di Storia Naturale Smithsonian ha presentato un'analisi forense su alcuni resti umani risalenti al XVII secolo, che dimostra la pratica del cannibalismo nel centro della città di Jamestown. L'episodio si è verificato durante l'inverno del 1609-1610, un inverno particolarmente duro durante il quale circa l'80% dei coloni perirono per fame.
Il teschio umano, al quale appartengono anche i resti di una tibia, sono stati scavati dagli archeologi a Jamestown nel 2012, nell'ambito di scavi archeologici ventennali. Owsley ed i suoi collaboratori hanno individuato caratteristiche del cranio e nella tibia che indicavano che l'individuo al quale appartenevano era stato fatto oggetto di cannibalismo. La parte posteriore della testa era stata incisa da tagli profondi fatti con una piccola ascia da guerra o da una mannaia. Tagli e forature interessano i lati e la parte inferiore della mandibola, ad indicare gli sfori per rimuovere la carne del viso e della gola con un coltello. I resti appartengono ad una ragazza che, si è stimato, al momento della morte doveva avere non più di 14 anni di età.
"Le circostanze terribili che devono essere state affrontate dai coloni a Fort James, durante l'inverno del 1609-16010, si riflettono nel trattamento post mortem del corpo di questa ragazza. I frammenti ossei recuperati riflettono la mancanza di esperienza di chi ha terribilmente ucciso la giovane donna. L'intento era quello di smembrare il corpo, rimuovendo il cervello e la carne della faccia per poterli mangiare", sono le dichiarazioni di Owsley.
Analizzando lo sviluppo dentale del terzo molare e la fase di crescita della tibia della giovane donna, i ricercatori hanno stabilito l'età della donna. Ricorrendo a tecnologie mediche digitali, inoltre, gli studiosi hanno ricostruito, con tecniche di antropologia forense, il volto della ragazza.
Il teschio umano, al quale appartengono anche i resti di una tibia, sono stati scavati dagli archeologi a Jamestown nel 2012, nell'ambito di scavi archeologici ventennali. Owsley ed i suoi collaboratori hanno individuato caratteristiche del cranio e nella tibia che indicavano che l'individuo al quale appartenevano era stato fatto oggetto di cannibalismo. La parte posteriore della testa era stata incisa da tagli profondi fatti con una piccola ascia da guerra o da una mannaia. Tagli e forature interessano i lati e la parte inferiore della mandibola, ad indicare gli sfori per rimuovere la carne del viso e della gola con un coltello. I resti appartengono ad una ragazza che, si è stimato, al momento della morte doveva avere non più di 14 anni di età.
"Le circostanze terribili che devono essere state affrontate dai coloni a Fort James, durante l'inverno del 1609-16010, si riflettono nel trattamento post mortem del corpo di questa ragazza. I frammenti ossei recuperati riflettono la mancanza di esperienza di chi ha terribilmente ucciso la giovane donna. L'intento era quello di smembrare il corpo, rimuovendo il cervello e la carne della faccia per poterli mangiare", sono le dichiarazioni di Owsley.
Analizzando lo sviluppo dentale del terzo molare e la fase di crescita della tibia della giovane donna, i ricercatori hanno stabilito l'età della donna. Ricorrendo a tecnologie mediche digitali, inoltre, gli studiosi hanno ricostruito, con tecniche di antropologia forense, il volto della ragazza.
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