I marmi ritrovati nelle acque calabresi |
Un grande carico di marmi della varietà proconnesia, circa 350 tonnellate, proveniente dalla Turchia sono stati rintracciati nel Mediterraneo, nelle acque antistanti la baia di Punta Scifo, in Calabria. La nave che li trasportava è affondata nel III secolo d.C., mentre trasportava la sua preziosa merce, destinata ad abbellire un edificio di una qualche importante città dell'impero romano.
Si tratta del più grande carico di marmi antichi ritrovato finora nel Mediterraneo. La scoperta è il frutto della campagna di indagini archeologiche sottomarine condotte dall'Università Ca' Foscari di Venezia e dall'Università della Calabria in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, guidata da Domenico Marino.
Le analisi petrografiche ed isografiche compiute sul carico di marmo hanno permesso di rintracciarne la provenienza: le cave dell'isola di Marmara (Turchia, antica Proconneso). Dell'imbarcazione non si è conservato il legno ma è stato stimato che fosse lunga circa 40 metri e larga 14, una delle più grandi imbarcazioni che sono pervenute dal mondo antico.
Si tratta del più grande carico di marmi antichi ritrovato finora nel Mediterraneo. La scoperta è il frutto della campagna di indagini archeologiche sottomarine condotte dall'Università Ca' Foscari di Venezia e dall'Università della Calabria in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, guidata da Domenico Marino.
Le analisi petrografiche ed isografiche compiute sul carico di marmo hanno permesso di rintracciarne la provenienza: le cave dell'isola di Marmara (Turchia, antica Proconneso). Dell'imbarcazione non si è conservato il legno ma è stato stimato che fosse lunga circa 40 metri e larga 14, una delle più grandi imbarcazioni che sono pervenute dal mondo antico.
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