La nuova area sepolcrale scoperta in località Grupignano |
Una vera sorpresa per gli archeologi, che non ne conoscevano l'esistenza: un'area cimiteriale in località Grupignano, qualche centinaio di metri a nord della necropoli longobarda "Gallo", a Cividale del Friuli.
Il ritrovato, fortuito, è avvenuto durante un intervento di sorveglianza archeologica predisposto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. Sono state individuate, al momento, 17 sepolture, dieci delle quali integre, sei indagate o intercettate solo parzialmente ed una sepoltura vuota. Sono stati ritrovati, inoltre, più di venti oggetti di corredo che sono stati immediatamente inviati al Museo Archeologico Nazionale di Cividale, dove saranno restaurati e studiati.
Lo scavo è stato condotto da archeologi della Società ArXe sotto la direzione della Soprintendenza e del Museo Archeologico di Cividale. E' immediatamente emersa la complessità etnia e cultura della comunità suburbana cividalese: individui collegati alla cultura romana sepolti con rituali a inumazione e a cremazione (II secolo d.C.), affiancati da tombe appartenenti a gruppi umani diversi contenenti oggetti di corredo tipici delle culture germaniche (V-VI secolo d.C.).
Questa nuova scoperta, unitamente a quanto è emerso durante le esplorazioni ottocentesche, non fa che confermare che nelle adiacenze della necropoli "Gallo", vi erano importanti sepolture di epoca romana, i cui resti monumentali sono stati rilevati nell'800 ma che oggi risultano completamente dispersi.
Tra le sepolture più antiche della nuova area cimiteriale - completamente distinta da quella della necropoli di età longobarda - vi è quella di una donna deposta in posizione prona all'interno di un sudario, con un corredo composto da tre balsamari e due brocche. Più tarda è la sepoltura di un guerriero con lancia, scavata solo in parte, forse coevo alla giovane donna sepolta, intorno alla metà del VI secolo d.C., con una collana di pasta vitrea e un abito trattenuto sul petto da due fibule in bronzo dorato a forma di "S", con inserti di pietre preziose e foglia d'oro. La donna presentava altre due fibule a staffa con almandini che trattenevano le vesti all'altezza del bacino. Proprio queste ultime starebbero ad indicare la presenza di contatti con la cultura franco-alamanna. Ai piedi della giovane defunta erano stati deposti due aghi da cucito, forbici e fusaiole.
Il ritrovato, fortuito, è avvenuto durante un intervento di sorveglianza archeologica predisposto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. Sono state individuate, al momento, 17 sepolture, dieci delle quali integre, sei indagate o intercettate solo parzialmente ed una sepoltura vuota. Sono stati ritrovati, inoltre, più di venti oggetti di corredo che sono stati immediatamente inviati al Museo Archeologico Nazionale di Cividale, dove saranno restaurati e studiati.
Lo scavo è stato condotto da archeologi della Società ArXe sotto la direzione della Soprintendenza e del Museo Archeologico di Cividale. E' immediatamente emersa la complessità etnia e cultura della comunità suburbana cividalese: individui collegati alla cultura romana sepolti con rituali a inumazione e a cremazione (II secolo d.C.), affiancati da tombe appartenenti a gruppi umani diversi contenenti oggetti di corredo tipici delle culture germaniche (V-VI secolo d.C.).
Questa nuova scoperta, unitamente a quanto è emerso durante le esplorazioni ottocentesche, non fa che confermare che nelle adiacenze della necropoli "Gallo", vi erano importanti sepolture di epoca romana, i cui resti monumentali sono stati rilevati nell'800 ma che oggi risultano completamente dispersi.
Tra le sepolture più antiche della nuova area cimiteriale - completamente distinta da quella della necropoli di età longobarda - vi è quella di una donna deposta in posizione prona all'interno di un sudario, con un corredo composto da tre balsamari e due brocche. Più tarda è la sepoltura di un guerriero con lancia, scavata solo in parte, forse coevo alla giovane donna sepolta, intorno alla metà del VI secolo d.C., con una collana di pasta vitrea e un abito trattenuto sul petto da due fibule in bronzo dorato a forma di "S", con inserti di pietre preziose e foglia d'oro. La donna presentava altre due fibule a staffa con almandini che trattenevano le vesti all'altezza del bacino. Proprio queste ultime starebbero ad indicare la presenza di contatti con la cultura franco-alamanna. Ai piedi della giovane defunta erano stati deposti due aghi da cucito, forbici e fusaiole.
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