domenica 27 ottobre 2013

I morti parlano... dalle necropoli di Roma

La donna sofferente di spondilite sepolta nella necropoli Collatina
Le speranze di vita, nell'antica Roma, erano di appena 27 anni. A "minacciare" gli antichi cittadini dell'Urbe erano soprattutto le fratture gravi, le malattie come ascessi e carie, ma anche le deformazioni ossee dovute al trasporto di carichi pesanti.
Lo scheletro di una donna esumato dalla necropoli Collatina ha mostrato una grave forma di spondilite anchilosante, praticamente il blocco totale della colonna vertebrale. La donna è stata sepolta in posizione fetale. Un altro caso, rarissimo se non unico nel mondo romano, è quello di un giovane dell'età approssimativa di 16 anni, trovato nella necropoli di Fidene, alto ben due metri al momento della morte. Un altro individuo, all'opposto, mostrava segni di nanismo.
Gli esami medici sono stati condotti negli ultimi anni sui resti scheletrici rinvenuti recentemente. I reperti saranno oggetto di una mostra sulla storia della medicina, organizzata dal Servizio di Antropologia della Soprintendenza ai Beni archeologici di Roma, a cura di Paola Catalano. Il progetto prenderà il via il 10 dicembre prossimo presso il Museo Nazionale Romano della via Ostiense a Porta San Paolo.
L'esposizione presenterà campioni scheletrici umani inediti, emersi da sei sepolcreti di età imperiale, selezionati in base alla consistenza numerica e alla peculiarità dei reperti. I reperti arrivano dalla Prenestina Polense, non lontano da Gabii; dalla necropoli Collatina, tra via della Serenissima e via Basiliana; da Casal Bertone, dall'Osteria del Curato, dai sepolcreti di via Padre Semeria e di Ponte Galeria.
Proprio dall'analisi di questi reperti emerge un identikit antropologico del romano-tipo: aspettativa media di vita 27 anni (raramente si arrivava a 49), discreta mortalità infantile sotto i 6 anni, più elevata mortalità maschile. La statura media era di 167 centimetri per i maschi e 156 per le femmine. Le analisi degli isotopi del carbonio e dell'azoto presenti nelle ossa ha permesso ai ricercatori di accertare anche la dieta seguita dai defunti. Sono state rilevate molte patologie elevate: il 70% dei defunti soffriva di carie, il 30% di ascessi. Una donna, cremata e seppellita nella necropoli Collatina, aveva una protesi dentaria in oro.

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