sabato 30 novembre 2013

Ritrovati resti del primo tempio buddhista a Lumbini

Lumbini, il luogo dove, secondo la tradizione,
nacque il Buddha
In Nepal gli archeologi hanno scoperto una struttura che si trova sul luogo dove, secondo la tradizione, nacque il Buddha. Le strutture risalgono al VI secolo a.C. e sarebbero le prime ricollegabili alla vita di Buddha. Gli scavi sono curati dalla Durham University all'interno del tempio sacro di Maya Devi a Lumbini, sito patrimonio mondiale dell'Unesco,  che si ritiene da lungo tempo il luogo di nascita del Buddha. I resti ritrovati giacevano sotto una serie di templi costruiti in mattoni.
La struttura, che mostra la stessa planimetria delle costruzioni che vi si sovrapposero successivamente, era in legno e conteneva uno spazio aperto al centro che pare essere collegato direttamente alla storia della nascita di Buddha. Finora le uniche prove di strutture buddiste a Lumbini erano datate al III secolo a.C., al tempo dell'imperatore Asoka, che promosse la diffusione del Buddhismo negli attuali Afghanistan e Bangladesh.
Diverse tradizioni fanno risalire la nascita del Buddha al III secolo a.C., le scoperte attuali, invece, mostrano l'esistenza del credo predicato dal profeta già a partire dal VI secolo a.C.. Il Professor Coningham, ricercatore responsabile del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Durham, che ha lavorato con il Professor Kosh Prasad Acharya del Pashupati Area Development Trust del Nepal, ha affermato che la scoperta appena fatta può contribuire in modo determinante ad una maggiore comprensione degli inizi della diffusione del buddhismo e della spiritualità nel Nepal.
Per datare la struttura in legno preesistente a quelle in mattoni, sono stati analizzati frammenti di carbone e granelli di sabbia, utilizzando una combinazione di radiocarbonio e tecniche di luminescenza otticamente stimolata. Le ricerche hanno inoltre confermato la presenza di antiche radici al centro dello spazio vuoto della struttura.
La tradizione buddhista vuole che la regina Maya Devi, madre del Buddha, lo abbia dato alla luce tenendosi ad un ramo di un albero del giardino di Lumbini, a metà strada tra il regno di suo marito e quello dei suoi genitori. I ricercatori sostengono che lo spazio aperto individuato all'interno della struttura in legno, potrebbe aver ospitato un albero. I templi successivi, edificati al di sopra dei resti del primo tempio ligneo, si sono disposti attorno a questo spazio centrale, che rimase non coperto.
Perduta per lungo tempo nella giungla nepalese, Lumbini è stata riscoperta nel 1896 ed identificata come il luogo di nascita del Buddha grazie ad un pilastro in arenaria del III secolo a.C., visibile tuttora, con un'iscrizione che documenta la visita dell'imperatore Asoka nel luogo di nascita del profeta e il nome del luogo, Lumbini, appunto.
Le indagini archeologiche sono state finanziate dal governo giapponese in collaborazione con quello del Nepal, nell'ambito di un progetto dell'Unesco volto a promuovere la conservazione e la razionale gestione di Lumbini. La ricerca è stata sostenuta anche dalla National Geographic Society e dalla Stirling University.

3 commenti:

Lapenna Daniele ha detto...

Fantastico. Avrò letto la storia del Buddha dai libri di Thich Nhat Hanh non so quante volte.
Se un giorno potrò fare un bel viaggio all' estero, penso che andrei proprio lì. Per vedere i luoghi dove ha vissuto il Buddha Siddhartha che, vista la povertà ancora esistente, sembrano esser sempre quelli di una volta.

P.S.:
ti sto applaudendo da dieci minuti per il "buddhismo". Leggo sempre, e ovunque, "buddismo". Non so perché,
ma mi irrita O_o Non sono normale eh?
Deriva da "Buddha" e non "Budda".

Buon fine settimana a te Grazia!

Em Hotep ha detto...

:-) Credo che, spesso, l'inesatta trascrizione dei nomi e dei movimenti religiosi come anche di certe località "esotiche", derivi da una certa superficialità e dalla fretta che contraddistingue i nostri occidentalissimi lidi.
Credo che i luoghi della vita del Buddha siano avvolti tuttora nella magia della vita di quest'uomo dalla spiritualità elevatissima. Personalmente ritengo che la spiritualità sia strettamente connessa alla semplicità. Quando l'animo è profondamente connesso con il Tutto (comunque lo si voglia chiamare) non si ha bisogno di altro. Forse noi ci riempiamo di "cose" perché il nostro spirito non è in connessione con il mondo. Quando intuiamo i legami profondi che lo spirito sa creare, credo che cominciamo a rinunciare a quello che prima ci sembrava necessario e che poi appare come ingombro e superfluo.
Buon fine settimana a te, Daniele! :-)

Lapenna Daniele ha detto...

Vero. Sei una maestra di Buddhismo vé? :D
Eh beh, oggi cerchiamo di riempire quei vuoti che si creano durante la vita con cose materiali.
Se càpita ad esempio di pensare ad una questione o alla realtà di un nostro comportamente,
subito ci spaventiamo e sotterriamo il tutto, rinviando la soluzione del problema e rifugiandoci
in meri materialismi.
Per un periodo ci sono riuscito benissimo ad analizzare la mia vita nel modo in cui consiglia il Buddha.
Solo che il problema è proseguire il cammino. E' alquanto difficile, ma riesci a risolvere questioni che
in altri modi non riusciresti mai a risolvere..

Iran, i sigilli di Tappeh Teleneh e la storia delle rotte del commercio antiche

Iran, alcuni dei sigilli trovati a Tappeh Teleneh (Foto: ISNA) Il sito di Tappeh Teleneh , situato nei pressi della città di Kermanshah , in...