domenica 2 febbraio 2014

Splendori dimenticati: la villa di Pollena Trocchia

I resti della villa romana di Pollena Trocchia (Na)
(Foto: Il Mattino)
Tra i gioielli del sud Italia che risultano praticamente quasi sconosciuti, vi è una una bella villa situata nel comune di Pollena Trocchia, in provincia di Napoli, una villa che mostra tracce di riutilizzo dopo la terribile eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
La villa si trova in località Masseria De Carolis ed aveva anche dei notevoli ambienti termali. Gli scavi che ancora si svolgono nell'area stanno rivelando come l'eruzione del 79 d.C. incise sul territorio a nord del Vesuvio. L'eruzione qui non ebbe grande virulenza e lasciò sostanzialmente intatto quanto vi si trovava, tant'è che la vita continuò a svolgervisi inalterata per almeno quattro secoli, fino all'eruzione del 472 d.C., che mutò definitivamente l'aspetto del territorio. Si trattava di un territorio ricco di alberi da frutto, querce ed ulivi, dove era stata impiantata con successo anche la coltivazione della vite.
Resti della villa romana di Pollena Trocchia
Un'altra eruzione, nel 512 d.C., finì per seppellire anche le ultime costruzioni visibili, fino al 1988, quando queste riemersero in seguito ai lavori edilizi per la costruzione di parchi residenziali. Purtroppo, però, i ritrovamenti non ebbero l'importanza che doveva essere loro riconosciuta, tant'è che divennero presto una sorta di discarica abusiva e tale rimasero per diversi anni. Solo un ventennio dopo la loro scoperta, una squadra di archeologi guidata dal Professor Ferdinando De Simone, responsabile del progetto multidisciplinare "Apolline Project", ha iniziato lo scavo sistematico dei resti. Immediatamente sono venute alla luce le antiche memorie del passato. Vasi, monete, lucerne e tessere di mosaico sono andate ad arricchire il "bottino" degli archeologi ed a raccontare una storia fatta di ricchezza e splendori in un territorio prosperoso e generoso.
Uno dei mosaici della villa di Pollena Trocchia
(Foto: Il Gazzettino Vesuviano)
Lo scavo archeologico è iniziato nel 2007 e finora sono stati identificati 14 ambienti di un grande complesso termale. L'edificio venne costruito sulla cenere che coprì Pompei nel 79 d.C. ed è datato al II secolo d.C.. Nei secoli successivi gli ambienti termali caddero progressivamente in disuso, i pavimenti vennero rimossi, finché, nel 472 d.C., il sito venne parzialmente ricoperto da una nuova eruzione del Vesuvio. Poco dopo, però, l'area venne nuovamente occupata: sono state trovate, infatti, strutture poste ad una quota superiori. La definitiva distruzione del sito si ebbe con le eruzioni del 505 e del 512 d.C.. Nell'ultimo strato di frequentazione prima dell'eruzione del 472 d.C. è stata ritrovata la sepoltura di un bambino di circa sei anni di età, con un corredo costituito solamente da una piccola moneta in bronzo relativa al periodo dell'imperatore d'Oriente Marciano (450-457 d.C.) che doveva servire da viatico per l'aldilà. Altre due sepolture sono ritornate alla luce nel 2010 nei pressi della zona termale, dove un tempo sorgeva il calidarium. Si trattava di due individui di sesso maschile, due neonati, sui cui resti è stato effettuato l'esame con il C14, che ha rivelato una datazione delle deposizioni compresa tra il 335 e il 414 d.C. Altre deposizioni sono state trovate ad una certa distanza dal complesso. Si tratta di deposizioni nella nuda terra, senza contenitori funerari né corredi. I resti appartengono a due neonati, un adolescente e un adulto morto attorno ai 40-45 anni di età.
Gli scavi della villa di Pollena Trocchia
Nel 2011 è stata ritrovata un'altra sepoltura molto danneggiata dai lavori eseguiti con un mezzo meccanico nel 1988. Si tratta dell'ultima dimora di un individuo di sesso femminile di circa 15 anni di età. Il ritrovamento di queste sepolture durante le campagna del 2010-2011 ha fatto pensare che durante una delle ultime fasi di vita del complesso (472 d.C.), una parte della villa venne adibita ad uso funerario, soprattutto per inumazioni infantili.
Sul sito hanno lavorato, lo scorso anno, anche i restauratori dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, diretti dalla restauratrice Jessica Scarpelli, che si sono dedicati al recupero degli affreschi e dei mosaici ancora in situ, quali la pavimentazione delle terme romane ed alcune decorazioni in stucco. Proprio sulla pavimentazione delle terme sono stati identificati alcuni marchi di fabbrica che permetteranno di risalire all'edificazione delle terme.
Il comune di Pollena Trocchia, con Massa di Somma e San Sebastiano al Vesuvio, costituisce un lembo occidentale della caldera del monte Summa. Anticamente si trovava ai margini dei territori di Neapolis ed Herculaneum e confinava, ad est, con il territorio di Nola.

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