Lo scheletro dell'antico egiziano affetto da cancro scoperto ad Amara e l'amuleto sepolto con lui. (Foto: PLoS ONE) |
Sono state trovate tracce di cancro su uno scheletro di 3000 anni fa ritrovato in Egitto. Oggi il cancro è una delle cause di morte più diffuse, ma è raro trovare tracce della malattia nell'antichità, il che ha portato a pensare che il cancro sia in qualche modo un prodotto dei moderni stili di vita e dell'incidenza dell'inquinamento e del fumo.
Finora erano stati ritrovati solo tre scheletri con tracce di cancro risalenti ad un periodo antecedente al 1000 a.C.. Ora è emerso questo scheletro da una tomba nel nord del Sudan, che potrebbe dimostrare che il cancro esisteva anche in civiltà in cui lo stile di vita era completamente diverso dall'attuale.
Lo scheletro è stato scoperto nel sito archeologico di Amara Ovest, situato sulla riva sinistra del Nilo, a circa 750 chilometri dall'attuale capitale del Suda Khartoum. I ricercatori hanno accertato che si tratta dello scheletro di un uomo tra i 25 ed i 35 anni di età al momento della morte. Venne seppellito sdraiato sulla schiena, con un amuleto di ceramica blu in una bara di legno dipinta, purtroppo deteriorata dal tempo. Con lui sono state sepolte altre 20 persone, forse membri della sua famiglia.
L'insediamento di Amara Ovest venne fondato nel 1300 a.C., quando venne fondata anche la capitale amministrativa di Kush, nella provincia di Nubia. Il vasellame trovato nella sepoltura suggerisce che i resti risalgono alla XX Dinastia, all'incirca intorno al 1187-1064 a.C., quando l'Egitto stava conducendo una campagna militare contro la Libia e faraoni come Ramses III venivano seppelliti nella Valle dei Re. Per gli archeologi Amara rappresenta l'opportunità di disegnare un quadro completo della vita nell'antica Nubia. Qui i nubiani vivevano "all'egiziana", mescolando elementi dell'arte dell'Egitto con quelli tipici dell'arte nubiana e dando vita ad un'architettura ibrida.
Per esaminare lo scheletro appena ritrovato, i ricercatori hanno utilizzato i raggi X ed un microscopio elettronico a scansione. Questo ha permesso di avere immagini molto nitide delle lesioni presenti sulle ossa del defunto, evidenziando le metastasi presenti sulle clavicole, sulle scapole, le braccia, le vertebre, le costole, il bacino e le ossa delle cosce. Questo tipo di cancro, sostengono gli studiosi, si sviluppa da organi molli. Gli scienziati possono solo fare delle ipotesi su quello che ha causato questo tipo di tumore, che può essere stato determinato da fattori genetici o ambientali, quale il fumo che si sviluppa dalla combustione della legna. Altri fattori potrebbero essere stati le malattie infettive, quali la schistosomiasi, causata da alcuni parassiti. La schistosomiasi ha afflitto gli abitanti dell'Egitto e della Nubia almeno dal 1500 a.C. ed è stato scoperto che provoca cancro alla vescica e al seno.
Attualmente ad Amara gli archeologi stanno facendo una corsa contro il tempo, perché da una parte i saccheggi dei ladri di tombe vanno sempre più intensificandosi (recentemente sono state completamente distrutte due grandi tombe a camera), dall'altra vi è l'idea di realizzare delle nuove dighe lungo il corso del Nilo, una delle quali potrebbe distruggere completamente le necropoli di Amara.
Finora erano stati ritrovati solo tre scheletri con tracce di cancro risalenti ad un periodo antecedente al 1000 a.C.. Ora è emerso questo scheletro da una tomba nel nord del Sudan, che potrebbe dimostrare che il cancro esisteva anche in civiltà in cui lo stile di vita era completamente diverso dall'attuale.
Lo scheletro è stato scoperto nel sito archeologico di Amara Ovest, situato sulla riva sinistra del Nilo, a circa 750 chilometri dall'attuale capitale del Suda Khartoum. I ricercatori hanno accertato che si tratta dello scheletro di un uomo tra i 25 ed i 35 anni di età al momento della morte. Venne seppellito sdraiato sulla schiena, con un amuleto di ceramica blu in una bara di legno dipinta, purtroppo deteriorata dal tempo. Con lui sono state sepolte altre 20 persone, forse membri della sua famiglia.
L'insediamento di Amara Ovest venne fondato nel 1300 a.C., quando venne fondata anche la capitale amministrativa di Kush, nella provincia di Nubia. Il vasellame trovato nella sepoltura suggerisce che i resti risalgono alla XX Dinastia, all'incirca intorno al 1187-1064 a.C., quando l'Egitto stava conducendo una campagna militare contro la Libia e faraoni come Ramses III venivano seppelliti nella Valle dei Re. Per gli archeologi Amara rappresenta l'opportunità di disegnare un quadro completo della vita nell'antica Nubia. Qui i nubiani vivevano "all'egiziana", mescolando elementi dell'arte dell'Egitto con quelli tipici dell'arte nubiana e dando vita ad un'architettura ibrida.
Per esaminare lo scheletro appena ritrovato, i ricercatori hanno utilizzato i raggi X ed un microscopio elettronico a scansione. Questo ha permesso di avere immagini molto nitide delle lesioni presenti sulle ossa del defunto, evidenziando le metastasi presenti sulle clavicole, sulle scapole, le braccia, le vertebre, le costole, il bacino e le ossa delle cosce. Questo tipo di cancro, sostengono gli studiosi, si sviluppa da organi molli. Gli scienziati possono solo fare delle ipotesi su quello che ha causato questo tipo di tumore, che può essere stato determinato da fattori genetici o ambientali, quale il fumo che si sviluppa dalla combustione della legna. Altri fattori potrebbero essere stati le malattie infettive, quali la schistosomiasi, causata da alcuni parassiti. La schistosomiasi ha afflitto gli abitanti dell'Egitto e della Nubia almeno dal 1500 a.C. ed è stato scoperto che provoca cancro alla vescica e al seno.
Attualmente ad Amara gli archeologi stanno facendo una corsa contro il tempo, perché da una parte i saccheggi dei ladri di tombe vanno sempre più intensificandosi (recentemente sono state completamente distrutte due grandi tombe a camera), dall'altra vi è l'idea di realizzare delle nuove dighe lungo il corso del Nilo, una delle quali potrebbe distruggere completamente le necropoli di Amara.
Nessun commento:
Posta un commento