domenica 27 luglio 2014

Ritrovata la città perduta di Pteria, in Anatolia

Gli scavi a Yozgat (Foto: Hurriyet)
Proseguono gli scavi nella provincia centrale anatolica di Yozgat. Gli scavi si estendono su cinque aree diverse. I funzionari del Museo di Yozgat stanno lavorando sui resti di uno storico bagno romano nel quartiere di Sarikaya. Gli archeologi stranieri, invece, stanno scavando a Cadirhoyuk, un sito attraversato da ben cinque civiltà storiche, e presso il monte Kerkenes, dove sono state rintracciati resti della città perduta di Pteria.
Le prime indagini di superficie a Cadirhoyuk sono iniziate nel 1993 ed hanno restituito manufatti appartenenti a cinque culture differenti, tra le quali quella ittita, l'ellenistica e la bizantina. Sul pianoro di Kerkenes sta scavando l'archeologo britannico Geoffrey Summers. Qui sorgeva l'antica città di Pteria, i cui resti sono stati individuati nel villaggio di Sahmurath Sorgun. La zona è circondata dai resti delle mura di 2600 anni fa.
L'antica città di Pteria venne bruciata, distrutta e abbandonata durante il conflitto che oppose i Medi ai Lidi nell'allora Anatolia centrale. Il conflitto è conosciuto come Battaglia dell'Eclisse, perché si concluse a causa di un'eclisse solare il 28 maggio 585 a.C., percepita come un presagio divino. L'antica città di Pteria venne costruita proprio dopo quest'evento. Nel 2008 ha scavato qui un'equipe di archeologi dell'Università di Firenze, sotto la direzione della Dottoressa Stefania Mazzoni. I loro scavi si sono focalizzati sul tumulo di Kusakh. Gli archeologi italiani hanno stabilito che la regione era, all'epoca, sotto l'influenza della civiltà ittita e dipendeva dalla città ittita di Zippalandawas.
Il bagno romano venne costruito quasi duemila anni fa nel quartiere Sarikaya. Si diceva che le sue acque erano miracolose, dal momento che riuscirono a guarire le ferite delle persone, soprattutto le malattie della pelle. I resti di questo antico bagno stanno lentamente tornando alla luce grazie ai ricercatori del Museo di Yozgat. Gli scavi, che vanno avanti da 16 anni, hanno finora consentito di recuperare tracce di interventi greci, romani, bizantini, selgiuchidi ed ottomani. Gli scavi dell'anno scorso hanno accertato che l'area era stata un importante centro per diverse culture dall'epoca greco-romana in poi.

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