sabato 26 luglio 2014

Scoperta un'altra traccia dell'eresia amarniana

Parte superiore della pietra incisa ritrovata in Egitto
(Foto: V. Francigny, Sedeinga mission)
Un pannello egizio scolpito, recentemente scoperto, risalente a più di 3300 anni fa, mostra i segni di una rivoluzione religiosa che rovesciò l'antico equilibrio del paese del Nilo. Il pannello, scolpito in arenaria del Sudan, è stata ritrovata in una tomba nel sito di Sedeinga, ha un'altezza di circa 1,8 metri ed una larghezza di 0,4 ed era rotta in due pezzi.
Il pannello adornava, originariamente le pareti di un tempio di Sedeinga dedicato alla regina Tiye (o Tiyi) intorno al 1340 a.C.. Molti secoli dopo la morte di Tiye, quando il tempio era già caduto in rovina, il pannello venne riutilizzato per una tomba, dove assolse le funzioni di una panchina per sostenere un sarcofago.
Gli archeologi hanno scoperto che la divinità raffigurata sul pannello, Amon, ha subito dei danneggiamenti dovuti alla rivoluzione amarniana di Akhenaton (1353-1336 a.C.), il faraone soprannominato "eretico" che ripristinò l'antico culto monoteista di Aton, il disco solare. Durante il regno di Akhenaton le raffigurazioni di Amon erano bandite e quelle esistenti venivano danneggiate o cancellate del tutto.
La lastra ritrovata recentemente era stata creata per il tempio di Tiye, madre di Akhenaton. Ovviamente la profanazione del volto della divinità egizia non era un atto rivolto contro la regina, ma piuttosto contro l'antico clero tebano che in Amon aveva la sua divinità principale. Oggi del tempio di Tiye sopravvivono solo pochi blocchi ed una colonna.
Lo studio del reperto ha rivelato anche un restauro successivo al periodo amarniano: il volto e i geroglifici riferentesi ad Amon sono stati ricomposti. Quest'operazione potrebbe essere avvenuta durante il regno di Tutankhamon (1336-1327 a.C.).

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