sabato 11 ottobre 2014

Chi è sepolto nella tomba di Filippo II?

Parte del contenuto della tomba che si ritiene essere di Filippo II
a Vergina (Foto: discovery.com)
Alcuni archeologi greci ha annunciato che le ossa trovate in una tomba reale di Vergina, città a 100 chilometri dal misterioso mausoleo di Anfipoli, appartengono al re macedone Filippo II, padre di Alessandro Magno.
Gli antropologi hanno esaminato 350 tra ossa e frammenti di ossa trovati in due larnakes (cofanetti) che si trovavano nella sepoltura. L'indagine ha evidenziato patologie e traumi che hanno concorso all'identificazione del proprietario della tomba. Insieme con i resti di Filippo II quest'ultima, conosciuta come Tomba II, conteneva anche quelli di una donna guerriera, forse si tratta di Athea, figlia del re Skythian.
Gli studiosi hanno discusso sull'appartenenza delle ossa fin dal momento in cui l'archeologo greco Manolis Andronikos scoprì la tomba nel 1977-1978. All'interno la sepoltura mostrò tre deposizioni, delle quali una, battezzata Tomba I, era stata saccheggiata ma conteneva ancora un eccezionale affresco murario raffigurante il ratto di Proserpina, unitamente a resti umani frammentari.
La Tomba II rimase indisturbata. Conteneva la quasi totalità dei resti cremati di uno scheletro maschile nella stanza principale, mentre nell'anticamera giacevano i resti di uno scheletro femminile. Il corredo era costituito da oggetti in bronzo, da corone d'oro, armi, armature e due larnakes in oro.
Nella Tomba III è stata rinvenuta un'urna d'argento con le ossa di un giovane ed una serie di vasi in argento e rilievi in avorio. La maggior parte delle diatribe tra gli studiosi si è concentrata, però, sugli occupanti della Tomba II. Alcuni sostenevano che si trattava dei resti di Filippo II e una delle sue mogli (o Cleopatra o Meda), altri che si trattava dei resti di Filippo III Arrideo, fratellastro di Alessandro Magno con la moglie Euridice.
Le analisi dei resti sono iniziate nel 2009 ed hanno rivelato che l'uomo soffriva di sinusite frontale e mascellare conseguenza di un vecchio trauma subito al volto, correlato, forse, ad una freccia che accecò l'occhio destro di Filippo II durante l'assedio di Metone nel 354 a.C.. Il re macedone sopravvisse e governò il suo popolo per altri 18 anni prima di essere assassinato.
Gli antropologi, poi, hanno portato altre prove per sostenere l'identificazione dei resti con quelli di Filippo II, un re guerriero che in battaglia subì diverse ferite. L'uomo sepolto nella Tomba II aveva segni di una pleurite effetto, si ritiene, del trauma che Filippo II subì alla clavicola destra, andata in frantumi a causa di una lancia nel 345 o nel 344 a.C.

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