Il Genio delle acque dopo il restauro (Foto: restaurando-design.blogautore.repubblica.it) |
Dal maggio di quest'anno un nuovo allestimento chiamato "Il Genio delle acque" arricchisce la raccolta di mosaici antichi e moderni del museo TAMO nel Complesso di San Nicolò a Ravenna. Il titolo dell'allestimento si ispira alla raffigurazione di un uomo con la barba, una divinità fluviale, riportata alla luce nel 2011 a Ravenna, in piazza Anita Garibaldi.
Il ritrovamento del Genio delle acque e di altri mosaici di I e II secolo d.C. è avvenuto casualmente. I reperti appartengono ad una residenza di epoca imperiale romana, con mosaici geometrici in bianco e nero appartenenti a quattro ambienti che si aprivano intorno ad un'area adibita a cortile. Quest'ultima era pavimentata con un mosaico in bianco e nero e recava al centro un pozzo per attingere acqua dalla falda sottostante. Il Genio delle acque è l'unico mosaico con motivi figurativi portato alla luce negli scavi ravennati, che hanno interessato anche altre domus.
La domus che sorgeva in piazza Anita Garibaldi era molto vicina alla linea di costa, poche centinaia di metri. Gli archeologi affermano che proprio questa domus è l'indizio dello sviluppo urbano di Ravenna in epoca imperiale, quando Augusto inaugurò un lungo periodo di pace permettendo alla città di espandersi oltre il perimetro delle vecchie mura repubblicane.
Sono numerose le domus e le villae che cominciarono, allora, a sorgere nella campagna circostante e verso il mare. Proprio l'unico mosaico figurato finora rinvenuto, il Genio delle acque, conferma il forte legame di Ravenna con l'elemento liquido, con il mare, con i fiumi e le aree lagunari e lacustri.
Da diversi anni la Fondazione Ravennantica, che gestisce il complesso trecentesco di San Nicolò, dove sono ospitati i mosaici e i reperti delle domus ravennati, si occupa, attraverso svariate iniziative, della valorizzazione del patrimonio artistico costituito dall'antica città di Classe, dalla Basilica di S. Apollinare in Classe, dalla Domus dei Tappeti di Pietra e dalla settecentesca chiesa di S. Eufemia.
La mostra, allestita il 29 maggio di quest'anno, chiuderà i battenti il 31 dicembre 2015. Per informazioni si può telefonare al numero 0544213371, oppure inviare una mail a: press@ravennantica.org.
Il ritrovamento del Genio delle acque e di altri mosaici di I e II secolo d.C. è avvenuto casualmente. I reperti appartengono ad una residenza di epoca imperiale romana, con mosaici geometrici in bianco e nero appartenenti a quattro ambienti che si aprivano intorno ad un'area adibita a cortile. Quest'ultima era pavimentata con un mosaico in bianco e nero e recava al centro un pozzo per attingere acqua dalla falda sottostante. Il Genio delle acque è l'unico mosaico con motivi figurativi portato alla luce negli scavi ravennati, che hanno interessato anche altre domus.
Il pozzo della domus (Foto: restaurando-design.blogautore.repubblica.it) |
Sono numerose le domus e le villae che cominciarono, allora, a sorgere nella campagna circostante e verso il mare. Proprio l'unico mosaico figurato finora rinvenuto, il Genio delle acque, conferma il forte legame di Ravenna con l'elemento liquido, con il mare, con i fiumi e le aree lagunari e lacustri.
Da diversi anni la Fondazione Ravennantica, che gestisce il complesso trecentesco di San Nicolò, dove sono ospitati i mosaici e i reperti delle domus ravennati, si occupa, attraverso svariate iniziative, della valorizzazione del patrimonio artistico costituito dall'antica città di Classe, dalla Basilica di S. Apollinare in Classe, dalla Domus dei Tappeti di Pietra e dalla settecentesca chiesa di S. Eufemia.
La mostra, allestita il 29 maggio di quest'anno, chiuderà i battenti il 31 dicembre 2015. Per informazioni si può telefonare al numero 0544213371, oppure inviare una mail a: press@ravennantica.org.
Nessun commento:
Posta un commento