sabato 22 novembre 2014

Nuovi ritrovamenti ad Oplontis

Un ambiente affrescato della villa di Poppea ad Oplontis
(Foto: La Repubblica)
La villa di Poppea aveva un affaccio sul mare, ora lo si sa con certezza. Parallelamente a questa scoperta, sarebbero emersi altri reperti nel cantiere a sud della Villa. Sono queste le novità che provengono dall'importante edificio che sorge nell'antica Oplontis, oggi Torre Annuziata.
La Soprintendenza di Pompei continua a scavare nell'area dell'ex mulino Foglia Manzillo, a sud della Villa di Poppea e del canale Conte di Sarno. Lo scorso 29 ottobre lo scavo, preceduto da una serie di ricerche di tipo geoarcheologico, ha confermato le ipotesi che volevano che la celebre villa affacciasse direttamente sul mare, con panoramici ambienti di soggiorno e terrazze multi-livello poste al di sotto dell'atrio principale.
Le indagini degli archeologi, ancora in corso, hanno finora portato alla luce resti di terrazzamenti e dei loro muri di contenimento, oltre ad un porticato con colonne rinvenuto in fase di crollo. Scoperte anche tracce di affreschi parietali e di pavimenti a mosaico. Le ricerche, coordinate dalla Dott.ssa Antonella Bonini, "sono tese a definire lo sviluppo architettonico di questo lato del complesso a picco sul mare, sorto su una falesia, e ad indagare l'esistenza di un collegamento diretto tra la villa e il mare, che la presenza del cunicolo visibile nell'angolo sud-ovest del peristilio servile lasciava intuire", secondo la Soprintendenza.
Il fanciullo con l'oca, scultura trovata nella villa di Poppea a Oplontis
(Foto: Tafter.it)
La villa, molto estesa, è stata attribuita a Poppea Sabina, seconda moglie dell'imperatore Nerone, per la presenza di affreschi e di sculture di notevole qualità ma anche per la presenza di un graffito parietale che menziona un certo Beryllos, personaggio della corte neroniana e del nome del servo di Poppea, Secundus, su un'anfora vinaria e su un piatto. Un'altra attribuzione vuole la villa di proprietà di M. Pupius Piso Frugi Calpurnianus, console nel 61 a.C.
Lo scavo del complesso che si ritiene essere la villa di Poppea conferma la stratigrafia della zona: il seppellimento provocato dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. Sono stati riconosciuti quattro strati di lapilli alternati con tre strati di cenere, seguiti da uno strato di fango indurito.
Ritratto di Poppea Sabina
(Foto: Wikipedia)
Il settore occidentale della villa era, forse, il quartiere di rappresentanza, nel quale era presente una grande cucina e il settore termale al quale era funzionale la cucina come fonte di calore. Il settore orientale era deputato, invece, agli aspetti più intimi della vita di tutti i giorni, collegati con le attività produttive del complesso stesso.
Molte erano le sculture che adornavano la villa, soprattutto i giardini e le fontane. I riferimenti erano prevalentemente al mondo greco: un Satiro e Ninfa, un fanciullo con un'oca, Nike, Afrodite, un Centauro. E' stato trovato anche un ritratto femminile che gli archeologi attribuiscono a Poppea.
La prima fase costruttiva della villa risale alla metà del I secolo a.C. e, probabilmente, apparteneva già da allora alla gens Poppea. Si tratta di un solo sito residenziale che fungeva anche da centro di vita agricola e industriale collegato con una proprietà terriera. Al tempo di Augusto il complesso venne ampliato e venne aggiunta una grande piscina.
La villa è stata scavata per la prima volta nel '700 ma un recupero archeologico vero e proprio del complesso si data al 1968.

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