martedì 17 febbraio 2015

Chiese di Puglia: Santa Maria della Croce di Casaranello

La chiesa di Santa Maria della Croce di Casaranello (Foto: Wikipedia)
In provincia di Lecce, a Casarano, è possibile ammirare uno degli esempi più belli di chiesa paleocristiana salentina: la chiesa di Santa Maria della Croce di Casaranello.
Il primo nucleo di questa interessantissima chiesa, secondo alcuni studiosi, risale al V secolo d.C., immediatamente dopo il Concilio di Efeso del 431 d.C.. Casaranello è un piccolo borgo, noto per aver dato i natali a Pietro Tomacelli, papa Bonifacio IX (1359-1404), che venne battezzato proprio nella chiesa di Santa Maria. Il borgo venne progressivamente abbandonato a partire dal X secolo e venne, in seguito, incorporato nella vicina Casarano. Nel 1907 l'archeologo Arthur Haseloff riscoprì gli antichi mosaici della volta e del presbiterio che lo portarono a definire la chiesa di Santa Maria come "il monumento più antico ed importante dell'epoca cristiana primitiva nel sudest dell'Italia meridionale".
Le decorazioni della chiesa di Santa Maria della Croce hanno molto in comune con quelle riscontrabili ad Aquileia, a Roma, a Canosa ed Egnazia. Nodo decorativo di riferimento è la croce posta sotto la cupola, un simbolo che pare essersi diffuso a partire dall'epoca costantiniana.
L'ultimo restauro al quale è stato sottoposto l'edificio religioso, datato 2000, ha posto particolare cura e attenzione ai mosaici e agli affreschi presenti nella chiesa, che è dotata di un abside rettangolare che richiama le absidi delle chiese di Bisanzio, e di un interno a tre navate con una cupola decorata da uno splendido mosaico realizzato nel momento in cui venne edificata la chiesa.
Affesco di Santa Barbara (Foto:
Wikipedia)
Il mosaico della volta è a motivi geometrici, a squame e intrecciati. Si ammirano rappresentazioni di volatili e pesci tipiche delle raffigurazioni pavimentali paleocristiane, mentre nella cupola compare un cielo stellato con una croce d'oro al centro. Il cielo stellato presenta tre gradazioni di azzurro. La decorazione musiva è stata datata al VI secolo, quando in Terra d'Otranto vi era una fioritura di costruzioni religiose in contrapposizione all'arianesimo dei Goti.
Probabilmente in antico la decorazione musiva occupava tutto il presbiterio e la pavimentazione. Di essa non rimangono che labili tracce rinvenute durante i restauri degli anni '70 del secolo scorso. I mosaici della chiesa sono di splendida fattura e porta a pensare che il committente - la cui identità è ignota - fosse un personaggio che rivestiva un'importante carica pubblica.
Vi è anche, nella chiesa, un mosaico che richiama motivi tipici dell'arte islamica e che è considerato il sesto, dal punto di vista di realizzazione, dopo quelli dell'imperatore Costanzo a Tarragona, di Santa Sabina a roma, di San Giovanni in Fonte a Napoli, del Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna e del Battistero di Albenga in provincia di Savona.
Mosaico della volta (Foto: Wikipedia)
Gli affreschi più interessanti della chiesa rappresentano Santa Barbara e la Vergine con il Bambino, entrambe in posa ieratica, con gli occhi fissi verso chi le guarda. Sono stati entrambi attribuiti al X secolo. La Vergine è accompagnata da una scritta in greco che ne attesta la consacrazione all'XI secolo, quando la chiesa venne riconsacrata dal vescovo di Gallipoli. Gli affreschi della navata centrale risalgono, invece, al XII secolo, quando venne ridecorato l'abside.
I restauri del 2000 hanno permesso di appurare che a questi affreschi di tema cristologico se ne sono sovrapposti altri di epoca tardo-sveva, con rappresentazioni di Santa Caterina e Santa Margherita.
Il nome della contrada, Casaranello, richiama l'antico insediamento Casaranum parvum, Casarano piccolo, per distinguerlo dalla parte alta del paese. Casaranello custodisce numerose antiche testimonianze, quali un palmento medioevale, una necropoli, anch'essa medioevale, un'epigrafe di età romano-imperiale trovata all'interno della chiesa ed oggi custodita nei depositi della Soprintendenza.

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