Uno degli oggetti di corredo trovati nella tomba delle Saline di Taranto (Foto: Pugliapress.com) |
Nei giorni scorsi, nella Salina grande di Taranto è affiorata una tomba inviolata del VI secolo a.C.. Il ritrovamento è stato fatto da due giovani archeologi, Patrizia Guastella e Andrea Pedone, che sorvegliavano i lavori di costruzione del II lotto della Tangenziale sud di Taranto.
Nel luogo dell'importante ritrovamento gli antichi abitanti di Taranto raccoglievano sale purissimo. La tomba era intatta non depredata, con un corredo funebre straordinario ed una deposizione anch'essa ben conservata, parte della cassa compresa. Il corredo è composto di resti organici che hanno lasciato forme nel sedimento e tracce visive di color porpora.
Il corpo deposto era probabilmente quello di una donna, alta 1,60 circa e dell'età approssimativa di 40 anni, questo si è dedotto dalla prima analisi della dentature e del corredo funerario. La tomba è a fossa, con cassa di legno per la deposizione e coperta da due lastroni di pietra. L'acqua, nel tempo, ha invaso la sepoltura trascinandovi terra argillosa, che ha protetto i resti dell'inumata e alcuni oggetti che l'accompagnavano nell'ultimo viaggio.
A poca distanza da questa sepoltura ne sono state trovate altre otto, coeve, raggruppate tra loro e riferibili a dei bambini. Le sepolture presentano varie tipologie funerarie: in cassa di legno, lastroni e sarcofagi. Nella tomba di un bambino è stato trovato l'accenno di un cuscino ricavato dalla pietra.
Nella sepoltura della Signora delle Saline sono stati rinvenuti due lekythoi attiche, una a figure nere e l'altra a figure rosse, un alabastron fenicio- punico in pasta vitrea colorata, una pinakes, un anellino in bronzo, frammenti della cassa e alcuni chiodi.
Probabilmente la defunta doveva avere una certa importanza nella comunità alla quale apparteneva, poiché è stata trovata l'impronta di uno scettro ligneo. Forse, visto il corredo, composto di elementi provenienti da fuori l'ambito italico, si trattava di un personaggio di origine straniera.
Nei pressi della necropoli è stato trovata anche un'area di lavoro dismessa del V secolo a.C. che venne utilizzata, in seguito, come butto per la ceramica ed oggetti vari, compresi segnacoli per le tombe.
Nel luogo dell'importante ritrovamento gli antichi abitanti di Taranto raccoglievano sale purissimo. La tomba era intatta non depredata, con un corredo funebre straordinario ed una deposizione anch'essa ben conservata, parte della cassa compresa. Il corredo è composto di resti organici che hanno lasciato forme nel sedimento e tracce visive di color porpora.
Lekythos a figure losse dalla sepoltura delle Saline (Foto: Pugliapress.com) |
A poca distanza da questa sepoltura ne sono state trovate altre otto, coeve, raggruppate tra loro e riferibili a dei bambini. Le sepolture presentano varie tipologie funerarie: in cassa di legno, lastroni e sarcofagi. Nella tomba di un bambino è stato trovato l'accenno di un cuscino ricavato dalla pietra.
Nella sepoltura della Signora delle Saline sono stati rinvenuti due lekythoi attiche, una a figure nere e l'altra a figure rosse, un alabastron fenicio- punico in pasta vitrea colorata, una pinakes, un anellino in bronzo, frammenti della cassa e alcuni chiodi.
Probabilmente la defunta doveva avere una certa importanza nella comunità alla quale apparteneva, poiché è stata trovata l'impronta di uno scettro ligneo. Forse, visto il corredo, composto di elementi provenienti da fuori l'ambito italico, si trattava di un personaggio di origine straniera.
Nei pressi della necropoli è stato trovata anche un'area di lavoro dismessa del V secolo a.C. che venne utilizzata, in seguito, come butto per la ceramica ed oggetti vari, compresi segnacoli per le tombe.
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