giovedì 6 agosto 2015

I segreti della necropoli di Norchia

Elementi del corredo appena recuperati dalla tomba
(Foto: Newtuscia.it)
(Fonte: NewTuscia) - Viterbo - Tra Vetralla e Monte Romano, tra dirupi scoscesi ed una fitta vegetazione esiste sempre più, è proprio il caso di dirlo, Norchia. L'antica città di Orcia, ricca di bellissime tombe etrusche, che non finisce mai di stupire, o meglio, lascia ancora senza parole i cultori dell'archeologia, della storia, ed in questo caso dell'affascinante mondo degli Etruschi.
E' di questi giorni, infatti, l'interessante esperienza di tre giovani donne, vissuta sul terreno della famiglia Stelliferi, estimatori e conoscitori degli Etruschi: la necropoli di Sferracavallo.
Sicuramente una disponibilità unica, in collaborazione con Trust Sostratos, creata da Lorenzo Benini, che si occupa del recupero e della valorizzazione come nel caso del restauro al Museo della Rocca Albornoz, Archeotuscia e Stelliferi.
Il sodalizio era nato precedentemente ad opera di Mario Sanna, appassionato socio di Archeotuscia. Un pregevole corredo funerario di circa 2500 anni viene rinvenuto in una spedizione che ha dell'incredibile.
Le archeologhe autrici della scoperta
(Foto: Newtuscia.it)
Il 1° luglio, iniziano i lavori che vedono impegnate Simona Sterpa, un'archeologa venticinquenne non certo nuova a questo genere di esperienze e la sua collega Bianca Ballerini, prossima alla seconda laurea con specializzazione in restauro, coadiuvate da Letizia Grazia Pisquizi, studiosa di scavi ed appassionata di antiche civiltà.
Le archeologhe, tre novelle Indiana Jones, hanno in programma di pulire la tomba a cassetta e scavare il secondo dromos adiacente al primo. Nulla fa presagire che la tomba fosse intatta. L'apertura è visibile, tanto da far pensare ad un piano di studio e magari di trovare qualcosa, lasciata dai tombaroli.
Scavi, rilievi, recupero e tanti studi da elaborare succesivamente, tra "alzatacce" alle 5.30 in modo da essere per le 6.30 in situ e poter lavorare con il fresco delle prime ore del mattino. Ma a metà mese, quando ormai si stanno perdendo le speranze di rinvenire qualcosa, l'interessante scoperta: 11 pezzi che compongono un corredo funerario, che parlano di un mondo così lontano eppure così vicino, a portata di scavo.
Si è sicuramente salvato, grazie ad una serie di fortunati eventi naturali, in cui la frattura della parte superiore della roccia ha riempito la tomba di acqua e fango, i cedimenti periodici di ampie lastre di soffitto lo hanno consolidato, dando luogo alla scoperta di pezzi intatti.
Al campo presenti numerosi esperti dei diversi ambiti disciplinari che hanno fatto ogni sorta di rilievo e studio sull'epoca degli strati geologici, che in seguito saranno resi disponibili per le autorità.

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