lunedì 3 agosto 2015

Scoperto un tempio a Gebel el Silsila

Parte di un cartiglio di Amenhotep II trovato a Gebel el Silsila
(Foto: world-archaeology.com)
Fondazioni e blocchi di cemento di un tempio abbandonato sono state identificate tra le rovine di Gebel el Silsila, una delle cave di arenaria dell'antico Egitto, a 65 chilometri a nord di Assuan. Il sito era noto agli antichi Egizi con il nome di Kheny e veniva sfruttato già 8500 anni fa. L'arenaria venne estratta fino all'epoca romana ed era utilizzata come materiale da costruzione. L'arenaria di Gebel el Silsila è stata utilizzata anche per costruire i templi di Luxor e Karnak.
La scoperta del tempio in questa zona "industriale", porta a pensare che il sito fosse anche un'area sacra oltre che un'area estrattiva. Gebel el Silsila non è stato mai scavato in modo sistematico e corretto. Per questo è stato varato, nel 2012, il Progetto Gebel el Silsila, con il compito di documentare il materiale archeologico reperibile in superficie, in modo da fornire una lettura più corretta della zona.
Fondazioni del tempio di Gebel el Silsila (Foto: world-archaeology.com)
Nel 1934 fu redatta una mappa piuttosto approssimativa del sito da parte dell'egittologo tedesco Ludwig Borchardt. Sulla mappa era visibile una traccia a "T" che poteva indicare dove si trovavano, i probabili resti di un tempio. Borchard si limitò a dire che qui c'erano le fondazioni di un tempio i cui blocchi residui portavano inciso il cartiglio di Ramses II. Sia il documento di Borchard che un altro, redatto nel 1980 a cura di R. Caminos e Peter Lacorvara, conservato negli archivi della Egypt Exploration Society (SEO) sono stati il punto di partenza per il Progetto di Gebel el Silsila che si è prefisso, tra le priorità, la localizzazione del misterioso tempio.
L'asportazione della sabbia dalla superficie del sito ha, nel frattempo, rivelato nuove importanti informazioni, tra cui i resti di un tempio in calcare della XVIII Dinastia (1549-1292 a.C. circa). Si tratta della fase più antica dell'edificio conosciuta finora. L'uso del calcare potrebbe indicare il passaggio ufficiale dall'utilizzo del calcare a quello dell'arenaria. Il tempio contiene almeno quattro livelli di stratificazione. Sono state trovate cinque basi di colonne del diametro di 1,4 metri lungo la parte occidentale dell'edificio. Ad est, invece, sono state trovate due colonne su piattaforme quadrate.
La scoperta di due frammenti di arenaria decorati con i colori utilizzati per il cielo notturno e con stelle, indica che il soffitto del tempio doveva essere dipinto. Sono stati ritrovato anche diversi piccoli artefatti, all'interno del perimetro del tempio, tra cui perline risalenti alla XVIII Dinastia, intonaci colorati, frammenti di faience, migliaia di frammenti di vasellame ed uno scarabeo di colore blu, forse risalente al Secondo Periodo Intermedio (1674-1549 a.C. circa).
La riva orientale di Gebel el Silsila (Foto: world-archaeology.com)
Oltre 300 frammenti di calcare decorati recano l'iconografia tipica del periodo compreso tra i regni di Thutmosis II e di Hatshepsut. Altri 300 frammenti decorati hanno restituito i cartigli di due faraoni successivi: Amenhotep III (1399-1352 a.C. circa) e Ramses II (1279-1213 a.C. circa). I dipinti su calcare furono distrutti nell'antichità e vennero successivamente utilizzati come riempimento di fondazione, unitamente a sabbia e ciottoli, in una fase successiva della costruzione del tempio.
Iscrizioni e graffiti indicato il tempio con il nome di Kheny, ma finora non vi è alcuna prova certa e definitiva che sia esistito un villaggio o una città con questo nome. Alcuni archeologi ritengono che il villaggio si trovi, in realtà, a nord del tempio.
La zona di Gebel el Silsila era considerata sacra, dagli antichi Egizi, per diverse ragioni. Era il punto più stretto del percorso del Nilo, dove le inondazioni annuali raggiungevano il loro punto più alto. Probabilmente una serie di rapide in questo tratto rendevano difficile la navigazione sul fiume. Il sito venne descritto dagli antichi Egizi come "l'acqua pura" o "fonte", a causa del costante flusso di acqua fresca. Non sorprende, pertanto, che nel corso dei secoli molti piccoli santuari siano stati ricavati dalla roccia su entrambi i lati del fiume. La parte ovest ospita santuari, cappelle rupestri e monumenti.
Il tempio di Kheny è l'unico tempio noto sulla riva orientale e sembra segnare l'inizio dell'area delle cave della zona. Gli archeologi pensano che il tempio fosse dedicato al dio coccodrillo Sobek, associato al potere e alla fertilità, invocato per salvaguardare i naviganti dai pericoli incontrati durante la navigazione sul Nilo.

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