Scavi della villa rustica di Mondragone (Foto: corrieredellumbria.corr.it) |
Durante una campagna di scavo archeologico condotta in una località individuata di Mondragone, sono stati trovati ambienti di vaste dimensioni, destinati, con tutta probabilità, ad un'attività produttiva. Questi ambienti sono pertinenti una casa colonica del III secolo a.C., una villa specializzata nella produzione del vino, non di uno qualunque ma del prelibano Falernum.
La scoperta è dovuta alla straordinaria sinergia tra il Comune di Mondragone, il Museo Civico Archeologico "Biagio Greco", l'Università degli Studi di Perugia e la Soprintendenza Archeologica della Campania. Lo scavo archeologico ha restituito, oltre agli ambienti, numerosi frammenti ceramici pertinenti contenitori di derrate alimentari. Sono tornati alla luce anche i pavimenti in cocciopoesto decorati con meandri di tessere calcaree, conservati in ottime condizioni e la sala di un torchio vinario. In quest'ultima erano pigiati gli acini d'uva per ricavarne la celebre bevanda.
La casa colonica era stata costruita su un basamento in opera poligonale di calcare. Nelle prossime campagne gli archeologi hanno in progetto di tracciare una pianta completa dell'edificio che risulta essere uno degli impianti produttivi più antichi di Sinuessa. La missione archeologica è guidata da Luigi Crimaco, Direttore archeologico del Museo Civico di Mondragone, da Gianluca Grassigli, professore di Archeologia Classica dell'Università di Perugia e da Graziella Ruggi D'Aragona, archeologo della Soprintendenza della Campania e Direttrice dell'Ufficio Scavi di Mondragone.
La scoperta è dovuta alla straordinaria sinergia tra il Comune di Mondragone, il Museo Civico Archeologico "Biagio Greco", l'Università degli Studi di Perugia e la Soprintendenza Archeologica della Campania. Lo scavo archeologico ha restituito, oltre agli ambienti, numerosi frammenti ceramici pertinenti contenitori di derrate alimentari. Sono tornati alla luce anche i pavimenti in cocciopoesto decorati con meandri di tessere calcaree, conservati in ottime condizioni e la sala di un torchio vinario. In quest'ultima erano pigiati gli acini d'uva per ricavarne la celebre bevanda.
La casa colonica era stata costruita su un basamento in opera poligonale di calcare. Nelle prossime campagne gli archeologi hanno in progetto di tracciare una pianta completa dell'edificio che risulta essere uno degli impianti produttivi più antichi di Sinuessa. La missione archeologica è guidata da Luigi Crimaco, Direttore archeologico del Museo Civico di Mondragone, da Gianluca Grassigli, professore di Archeologia Classica dell'Università di Perugia e da Graziella Ruggi D'Aragona, archeologo della Soprintendenza della Campania e Direttrice dell'Ufficio Scavi di Mondragone.
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