La lastra di marmo incisa trovata a Kursi, sul Mare di Galilea (Foto: University of Haifa) |
Gli scavi archeologici a Kursi, sulle sponde orientali del Mare di Galilea, hanno rivelato un'iscrizione ebraica incisa su una grande lastra di marmo di circa 1600 anni fa. Finora non è stato trovato un simile oggetto in Israele e quest'evento conferma che Kursi era una località piuttosto antica, insediamento prima ebreo o giudeo e poi cristiano. Gli scavi sono condotti dal Dottor Haim Cohen e dal Professor Michal Artzy dell'Università di Haifa.
Già dal 1960 si sapeva dell'esistenza di un antico insediamento sulla riva nordest del Mare di Galilea, grazie Mendel Nun del Kibbutz Ein Gev che, insieme al Professor Avner Raban dell'Università di Haifa, trovò i resti di un frangiflutti artificiale al di sotto della superficie del lago. Nelle loro indagini i due ricercatori notarono anche alcune pietre parte, forse, di un edificio pubblico. Non lontano, inoltre, vennero in seguito trovati i resti di una città le cui caratteristiche fanno pensare ad un insediamento cristiano-bizantino (V secolo d.C.).
Nel 1980 l'intero sito è diventato Parco Nazionale di Kursi, dal nome di un villaggio siriano che esisteva precedentemente nelle vicinanze. Si tratta, forse, della Kursi menzionata nel Talmud ebraico come "Terra dei Geraseni", un villaggio visitato anche da Gesù Cristo durante i suoi viaggi attorno al Mare di Galilea e dove avrebbe cacciato dei demoni obbligandoli ad "impadronirsi" di un branco di maiali.
Un forte abbassamento del livello del Mare di Galilea ha permesso ai ricercatori dell'Università di Haifa di effettuare degli scavi a Kursi. Immediatamente ci si è resi conto che l'antico porto era molto più grande di quanto si fosse pensato in precedenza. E' stata recuperate una parte dell'insediamento bizantino mentre si è quasi certi che l'antica città di Sussita, ancora in fase di scavo e non lontana da Kursi, abbia utilizzato i servizi del porto di quest'ultima.
La lastra di marmo appena ritrovata è un pezzo unico di dimensioni 170 x 70 centimetri, recante un'iscrizione in lingua aramaica e lettere ebraiche. Alcune parole sono state già decifrate dagli studiosi. Si tratta dei termini "amen" e "marmaria", quest'ultimo - forse - indicante il marmo, anche se alcuni ricercatori ritengono che possa riferirsi ad un rabbino. L'iscrizione risalirebbe al 500 d.C. e suggerisce che il sito era sicuramente ebraico o, forse, di popolazione mista. La presenza di un sito ebraico sulle rive orientali del Mare di Galilea è un fenomeno molto raro.
I ricercatori ritengono che Gesù Cristo visitò Kursi dopo aver attraversato il Mare di Galilea. Kursi era l'unico porto della zona e gli archeologi pensano di poter identificare la città con la Kursi del Nuovo Testamento. L'iscrizione trovata testimonia delle radici ebraiche della colonia ed è il primo caso, in Israele, di iscrizione su marmo proveniente dalla Grecia. La lastra marmorea è stata rinvenuta all'ingresso di una stanza interna di un edificio che, con tutta probabilità, serviva da sinagoga.
Già dal 1960 si sapeva dell'esistenza di un antico insediamento sulla riva nordest del Mare di Galilea, grazie Mendel Nun del Kibbutz Ein Gev che, insieme al Professor Avner Raban dell'Università di Haifa, trovò i resti di un frangiflutti artificiale al di sotto della superficie del lago. Nelle loro indagini i due ricercatori notarono anche alcune pietre parte, forse, di un edificio pubblico. Non lontano, inoltre, vennero in seguito trovati i resti di una città le cui caratteristiche fanno pensare ad un insediamento cristiano-bizantino (V secolo d.C.).
Nel 1980 l'intero sito è diventato Parco Nazionale di Kursi, dal nome di un villaggio siriano che esisteva precedentemente nelle vicinanze. Si tratta, forse, della Kursi menzionata nel Talmud ebraico come "Terra dei Geraseni", un villaggio visitato anche da Gesù Cristo durante i suoi viaggi attorno al Mare di Galilea e dove avrebbe cacciato dei demoni obbligandoli ad "impadronirsi" di un branco di maiali.
Un forte abbassamento del livello del Mare di Galilea ha permesso ai ricercatori dell'Università di Haifa di effettuare degli scavi a Kursi. Immediatamente ci si è resi conto che l'antico porto era molto più grande di quanto si fosse pensato in precedenza. E' stata recuperate una parte dell'insediamento bizantino mentre si è quasi certi che l'antica città di Sussita, ancora in fase di scavo e non lontana da Kursi, abbia utilizzato i servizi del porto di quest'ultima.
La lastra di marmo appena ritrovata è un pezzo unico di dimensioni 170 x 70 centimetri, recante un'iscrizione in lingua aramaica e lettere ebraiche. Alcune parole sono state già decifrate dagli studiosi. Si tratta dei termini "amen" e "marmaria", quest'ultimo - forse - indicante il marmo, anche se alcuni ricercatori ritengono che possa riferirsi ad un rabbino. L'iscrizione risalirebbe al 500 d.C. e suggerisce che il sito era sicuramente ebraico o, forse, di popolazione mista. La presenza di un sito ebraico sulle rive orientali del Mare di Galilea è un fenomeno molto raro.
I ricercatori ritengono che Gesù Cristo visitò Kursi dopo aver attraversato il Mare di Galilea. Kursi era l'unico porto della zona e gli archeologi pensano di poter identificare la città con la Kursi del Nuovo Testamento. L'iscrizione trovata testimonia delle radici ebraiche della colonia ed è il primo caso, in Israele, di iscrizione su marmo proveniente dalla Grecia. La lastra marmorea è stata rinvenuta all'ingresso di una stanza interna di un edificio che, con tutta probabilità, serviva da sinagoga.
Nessun commento:
Posta un commento