Un tesoretto di oltre 600 monete in bronzo, integre, risalenti ad un periodo tra il IV e il V secolo d.C. è stato trovato a pochi centimetri di profondità dal livello di pavimentazione di un ambiente che un tempo si trovava sotto i pilastri e le volte del Circo Massimo, il Fornice XII, su via dei Cerchi.
Le monete si trovavano in una canaletta per lo scarico dell'acqua, nascoste con molta cura e in modo sistematico, come se quello fosse un luogo segreto al quale tornare in tempi migliori per recuperare quanto riposto.
E' dal 2009 che gli archeologi stanno faticosamente scavando e restaurando in questa sezione del Circo Massimo. La scoperta è avvenuta, in realtà, nel 2013, ma è stata resa nota solo in questi giorni nel corso di un convegno presso l'American Academy di Roma. Lo scavo stratigrafico ha interessato i Fornici XII e XIII le cui strutture portanti sono di età Giulio-Claudia, in cui si ebbe la prima fase costruttiva del circo. Gli ambienti hanno attraversato fasi di riutilizzo come magazzini e fucine, dal momento che sotto le gradinate del circo erano collocate le tabernae che animavano la vita del monumento. Il Fornice XII, in particolare, venne chiuso per poter essere utilizzato per lo stoccaggio di contenitori di grandi dimensioni.
Sempre il Fornice XII era dotato anche di un impianto idraulico, come testimoniato da una canaletta sul pavimento che, nel IV secolo d.C., venne interrata in coincidenza, forse, con l'abbandono delle attività connesse al Circo Massimo. Proprio da questa canaletta sono emersi i ritrovamenti più interessanti: lucerne intere, frammenti di cristalli di rocca, dadi e pedine in avorio lavorati in modo raffinato, elementi in oro pertinenti, forse, pendenti o bracciali.
Gli archeologi sperano, ora, di poter proseguire le indagini e di svuotare la canaletta. Gli scavi nel Circo Massimo hanno permesso di trovare anche i frammenti in marmo dell'originario Arco di Tito (81 d.C.), che un tempo sorgeva al centro della gradinata.
Le monete si trovavano in una canaletta per lo scarico dell'acqua, nascoste con molta cura e in modo sistematico, come se quello fosse un luogo segreto al quale tornare in tempi migliori per recuperare quanto riposto.
E' dal 2009 che gli archeologi stanno faticosamente scavando e restaurando in questa sezione del Circo Massimo. La scoperta è avvenuta, in realtà, nel 2013, ma è stata resa nota solo in questi giorni nel corso di un convegno presso l'American Academy di Roma. Lo scavo stratigrafico ha interessato i Fornici XII e XIII le cui strutture portanti sono di età Giulio-Claudia, in cui si ebbe la prima fase costruttiva del circo. Gli ambienti hanno attraversato fasi di riutilizzo come magazzini e fucine, dal momento che sotto le gradinate del circo erano collocate le tabernae che animavano la vita del monumento. Il Fornice XII, in particolare, venne chiuso per poter essere utilizzato per lo stoccaggio di contenitori di grandi dimensioni.
Sempre il Fornice XII era dotato anche di un impianto idraulico, come testimoniato da una canaletta sul pavimento che, nel IV secolo d.C., venne interrata in coincidenza, forse, con l'abbandono delle attività connesse al Circo Massimo. Proprio da questa canaletta sono emersi i ritrovamenti più interessanti: lucerne intere, frammenti di cristalli di rocca, dadi e pedine in avorio lavorati in modo raffinato, elementi in oro pertinenti, forse, pendenti o bracciali.
Gli archeologi sperano, ora, di poter proseguire le indagini e di svuotare la canaletta. Gli scavi nel Circo Massimo hanno permesso di trovare anche i frammenti in marmo dell'originario Arco di Tito (81 d.C.), che un tempo sorgeva al centro della gradinata.
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