mercoledì 3 febbraio 2016

Sepolture "selettive" in Giordania

Resti umani sepolti all'interno di una cista all'interno di un'abitazione
(Foto: Moritz Kinsel, Shkarat Msaied Neolithic Project -
University of Copenhagen)
In un villaggio preistorico in Giordania è stata fatta una scoperta davvero insolita: i resti scheletrici di più di 70 persone smembrate, le ossa radunate per tipo e sepolte, successivamente, in ciste di pietra all'interno di abitazioni. I ricercatori pensano possa trattarsi di una pratica volta a mantenere in contatto lo spirito dei defunti con il mondo dei vivi.
La scoperta è stata fatta da n gruppo di archeologi dell'Università di Copenhagen in un villaggio situato a nord di Petra, Shkarat Msaied, risalente a 9000 anni fa. Si tratta di un sito molto ben conservato, dove un tempo viveva una comunità di cacciatori-raccoglitori che abitavano in edifici  di forma circolare.
Il National Geographic riferisce che gli archeologi hanno trovato circa 15 fosse comuni, dieci delle quali sono state scavate ancora in epoca moderna. Le sepolture contenevano ossa ordinate per tipo, appartenenti a uomini, donne e bambini. L'analisi dei resti suggerisce che i corpi siano stati lasciati dapprincipio all'aperto perché si decomponessero, poi siano stati smembrati, ordinati e sepolti nelle ciste di pietra.
La pratica di lasciar decomporre i resti dei defunti prima di pulirli e di raccoglierne le ossa è una tradizione comune a molte culture in tutto il mondo. Lo scorso anno gli archeologi hanno trovato, in Bolivia, una sorta di "camera mortuaria" di duemila anni fa, nella quale erano stati bolliti corpi umani privati della loro carne. E' stata trovata anche della calce gessosa, molto probabilmente utilizzata per separare il tessuto e il grasso dalle ossa. Pratiche analoghe sono state attestate in un villaggio neolitico in Turchia, in un insediamento dell'età della pietra in Italia e in una sepoltura di 9000 anni fa nelle Filippine.

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