La necropoli venuta alla luce ad Aquileia (Foto: ilgazzettino.it) |
Importantissime scoperte nel Sepolcreto di Aquileia, l'unico tratto della necropoli romana ancora visibile nell'antica città e uno dei meglio conservati nell'Italia settentrionale. Ben 87 tombe sono state infatti riportate alla luce nel corso dei lavori condotti dalla Fondazione Aquileia, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, per riportare all'antico splendore 5 recinti, appartenuti ad altrettante famiglie, e i monumenti funerari, scavati da Giovanni Brusin tra il 1939 e il 1940 assieme a 67 tombe, restaurati e integrati con parti in cemento in piena seconda guerra mondiale, nel 1942. Altre 15 tombe furono individuate e recuperate da Lisa Bertacchi nel 1988.
"Estremamente importante è il contributo scientifico di questo scavo archeologico che permetterà di ricavare nuovi dati relativi alle diverse tecniche di sepoltura e alla storia stessa dell'area - dice Paola Ventura, archeologo funzionario di zona della Soprintendenza - Sorto su un importante riporto di materiale da distruzione edilizia, il Sepolcreto ha avuto lunga durata, almeno dal I al III secolo d.C., ed ha visto diversi mutamenti nei piani d'uso; è stato innanzitutto interessante notare le sovrapposizioni delle diverse tipologie delle tombe, ma anche la presenza di apparati più complessi, come l'uso di anfore come segnacoli o apprestamenti per libagioni di incinerazioni sottostanti."
La prima fase dei lavori ha permesso di riconoscere i livelli raggiunti dagli scavi precedenti completando il recupero delle tombe, alcune delle quali erano state già saccheggiate. Il successivo scavo ha riguardato 28 inumazioni, di cui una doppia, per lo più a fossa, ma con evidenza della presenza di casse lignee, o in cassa litica o di laterizi, con resti antropologici di cui è stata effettuata un'analisi per la determinazione di sesso, età, eventuali patologie. La presenza di un feto e di una deposizione prona è stata particolarmente attenzionata. In alcuni casi sono stati rinvenuti anche resti dei calzari.
"Molto interessanti - sottolinea la Dottoressa Ventura - i corredi delle sepolture a incinerazione dove sono state rinvenute diverse coppette in ceramica a pareti sottili, sigillata, ceramica comune di provenienza orientale, lucerne bollate, balsamari in vetro. Per i resti, deposti in cassetta, ancora, olla litica o fittile o in vetro, si è proceduto al recupero del cinerario per proseguire lo scavo in laboratorio, dove sarà possibile procedere all'analisi dei resti ossei e dei corredi. Un dato di eccezionale interesse, infine, è emerso dal recinto II, ricavato successivamente in uno spazio di risulta tra il I e il III, preesistenti: ultimato l'asporto delle sepolture, è stato messo in luce un cospicuo livello di ceramica e resti ossei animali, probabilmente testimonianza dei riti che venivano svolti nelle aree funerarie".
"Estremamente importante è il contributo scientifico di questo scavo archeologico che permetterà di ricavare nuovi dati relativi alle diverse tecniche di sepoltura e alla storia stessa dell'area - dice Paola Ventura, archeologo funzionario di zona della Soprintendenza - Sorto su un importante riporto di materiale da distruzione edilizia, il Sepolcreto ha avuto lunga durata, almeno dal I al III secolo d.C., ed ha visto diversi mutamenti nei piani d'uso; è stato innanzitutto interessante notare le sovrapposizioni delle diverse tipologie delle tombe, ma anche la presenza di apparati più complessi, come l'uso di anfore come segnacoli o apprestamenti per libagioni di incinerazioni sottostanti."
La prima fase dei lavori ha permesso di riconoscere i livelli raggiunti dagli scavi precedenti completando il recupero delle tombe, alcune delle quali erano state già saccheggiate. Il successivo scavo ha riguardato 28 inumazioni, di cui una doppia, per lo più a fossa, ma con evidenza della presenza di casse lignee, o in cassa litica o di laterizi, con resti antropologici di cui è stata effettuata un'analisi per la determinazione di sesso, età, eventuali patologie. La presenza di un feto e di una deposizione prona è stata particolarmente attenzionata. In alcuni casi sono stati rinvenuti anche resti dei calzari.
"Molto interessanti - sottolinea la Dottoressa Ventura - i corredi delle sepolture a incinerazione dove sono state rinvenute diverse coppette in ceramica a pareti sottili, sigillata, ceramica comune di provenienza orientale, lucerne bollate, balsamari in vetro. Per i resti, deposti in cassetta, ancora, olla litica o fittile o in vetro, si è proceduto al recupero del cinerario per proseguire lo scavo in laboratorio, dove sarà possibile procedere all'analisi dei resti ossei e dei corredi. Un dato di eccezionale interesse, infine, è emerso dal recinto II, ricavato successivamente in uno spazio di risulta tra il I e il III, preesistenti: ultimato l'asporto delle sepolture, è stato messo in luce un cospicuo livello di ceramica e resti ossei animali, probabilmente testimonianza dei riti che venivano svolti nelle aree funerarie".
Fonte:
ilgazzettino.it
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