Una parte del cranio, con tre denti, dei resti umani rinvenuti accanto al relitto di Antikythera (Foto: Brett Seymour, EUA/WHOI/ARGO) |
Hannes Schroeder ha analizzato un frammento di osso macchiato di rosso, un osso umano, rimasto sott'acqua ben duemila anni. Si tratta di un osso trovato nel mare che bagna la piccola isola greca di Antikythera, poco distante dal relitto di una nave mercantile, la prima analizzata dagli archeologi subacquei dopo essere stata individuata, nel 1900 dai raccoglitori di spugne. Il pezzo più famoso, restituito dalla misteriosa nave, è stato il cosiddetto "Meccanismo di Antikythera", un oggetto estremamente sofisticato che serviva per registrare i movimenti del sole, della luna e dei pianeti.
Quest'anno, alla fine di agosto, i ricercatori hanno fatto un'altra scoperta straordinaria: uno scheletro umano sepolto sotto circa mezzo metro di sabbia in compagnia di frammenti di ceramica. "Siamo entusiasti", ha dichiarato Brendan Foley, archeologo subacqueo del Woods Holo Oceanographic Institution del Massachusetts e co-direttore degli scavi ad Antikythera.
E' stato proprio Foley ad aver chiamato Schroeder, esperto nell'analisi del Dna antico presso il Natural History Museum di Copenhagen, in Danimarca, per valutare se poteva essere estratto materiale genetico utile ad un'analisi. Il materiale sembra essere ben conservato. "Non sembra un osso di duemila anni fa", conviene Schroeder. Lo studioso ha messo un notevole impegno nell'estrarre il Dna da quanto gli è stato sottoposto dai ricercatori. Ha impiegato circa una settimana per scoprire se il campione contiene il Dna, ma ci vorranno circa due mesi per sequenziarlo e per analizzare i risultati.
Questa scoperta offre a Schroeder la possibilità di portare oltre determinati confini gli studi sul Dna. Finora la maggior parte di questi, infatti, sono stati condotti su campioni provenienti da climi freddi come quelli del nord Europa. Foley, dal canto suo, è euforico perché gli viene offerta l'opportunità di sapere di più sulle persone che hanno compiuto quello sfortunato viaggio attraverso il Mediterraneo, per trasportare oggetti di lusso destinati, con tutta probabilità, a facoltosi clienti di Roma.
Scoprire uno scheletro o parti di esso sott'acqua e cosa estremamente rara, a meno che non sia coperto di sedimenti o protetto in altro modo, il corpo di una vittima di naufragio è solitamente disperso nel giro di poco tempo. Scheletri completi sono stati recuperati da recenti naufragi, come quello della nave da guerra inglese Mary Rose, naufragata nel XVI secolo, o della nave svedese Vasa, affondata nel XVII secolo. Entrambe le imbarcazioni affondarono nel fango, vicino al porto al quale erano dirette.
Solo pochissimi resti umani, viceversa, sono stati rinvenuti nei pressi di antichi relitti, dice l'archeologo greco Dimitris Kourkoumelis, dell'Eforato greco di antichità subacquee, che collabora con Foley. Tra i reperti umani antichi ritrovati sott'acqua vi è un cranio, trovato all'interno di un elmo romano vicino alla Sardegna e uno scheletro, scoperto all'interno di un sarcofago vicino l'isola greca di Sima. In quest'ultimo caso le ossa sono sparite prima che potesse essere confermato il ritrovamento.
L'esempio meglio documentato resta il relitto di Antikythera. Sono state trovate ossa sparse dall'esploratore marino francese Jacques Cousteau, che si è immerso in queste acque nel 1976. Argyro Nafplioti, osteoarcheologo presso l'Università inglese di Cambridge, ha concluso che quei resti provenivano da almeno quattro persone, tra le quali un uomo giovane, una donna ed un adolescente di sesso sconosciuto.
Presso il sito del naufragio rimangono, ora, solo dei vasi rotti, tutti gli artefatti visibili sono stati recuperati tra il 1900 e il 1901 dai pescatori di spugne. Foley, però, ritiene che la maggior parte del relitto possa trovarsi sepolto sotto i sedimenti. Il suo team ha mappato il sito a 50 metri di profondità prima di iniziare l'esplorazione nel 2014. Hanno trovato giare per il vino, bicchieri in vetro, due lance per statue in bronzo, oro, gioielli, brocche utilizzate dall'equipaggio. Hanno, inoltre, recuperato un enorme peso di piombo che potrebbe essere il primo del genere conosciuto, che gli antichi descrivono come un "delfino da guerra" per la sua forma a lacrima, una sorta di arma difensiva che le imbarcazioni mercantili trasportavano per difendersi da navi ostili.
I resti umani scoperti a fine agosto consistono in una calotta cranica parziale con tre denti, due ossa del braccio e due femori, tutti appartenenti alla stessa persona. Foley prevede di condurre ulteriori esplorazioni al di sotto dei sedimenti per capire se possano esserci altre ossa. Questi ed altri, possibili, resti umani potrebbero rivelare le meccaniche dell'affondamento della nave di Antikythera. L'imbarcazione era enorme, per la sua epoca, con i suoi oltre 40 metri di lunghezza, vari ponti e la possibilità di imbarcare molte persone. Il relitto si trova vicino alla riva, ai piedi delle ripide scogliere dell'isola. Foley ritiene che una tempesta abbia portato la nave a fracassarsi contro gli scogli. L'imbarcazione affondò e non lasciò speranza ai suoi passeggeri. Si trattò sicuramente di un evento violento e drammatico, in cui le persone rimasero praticamente intrappolate sotto i ponti.
I resti trovati presso Antikythera potrebbero essere quelli di una parte dell'equipaggio, che forse consisteva di 15-20 persone. Le navi mercantili sia greche che romane trasportavano spesso anche dei passeggeri e spesso degli schiavi. Questi ultimi erano incatenati nella parte interna della nave e, curiosamente, le ossa recentemente scoperte erano circondate da oggetti in ferro corroso, finora non identificati. L'ossido di ferro ha macchiato di rosso alcune delle ossa.
Le ossa trovate vicino al relitto di Antikythera, rimaste indisturbate per più di duemila anni, offrono l'eccezionale possibilità di estrarre Dna nelle migliori condizioni possibili. In precedenza le ossa recuperate dal fondo del mare non hanno potuto restituire Dna analizzabile perché soggette ad un continuo dilavamento. Schroeder ritiene, dopo una prima analisi del femore e dei denti, che l'individuo al quale appartenevano doveva essere giovane. L'analisi del Dna potrà chiarire il sesso di questo sconosciuto naufrago e potrebbe anche fornire indicazioni su altre caratteristiche, quali il colore dei capelli e degli occhi ed anche l'origine geografica.
Fonte:
nature.com
Quest'anno, alla fine di agosto, i ricercatori hanno fatto un'altra scoperta straordinaria: uno scheletro umano sepolto sotto circa mezzo metro di sabbia in compagnia di frammenti di ceramica. "Siamo entusiasti", ha dichiarato Brendan Foley, archeologo subacqueo del Woods Holo Oceanographic Institution del Massachusetts e co-direttore degli scavi ad Antikythera.
E' stato proprio Foley ad aver chiamato Schroeder, esperto nell'analisi del Dna antico presso il Natural History Museum di Copenhagen, in Danimarca, per valutare se poteva essere estratto materiale genetico utile ad un'analisi. Il materiale sembra essere ben conservato. "Non sembra un osso di duemila anni fa", conviene Schroeder. Lo studioso ha messo un notevole impegno nell'estrarre il Dna da quanto gli è stato sottoposto dai ricercatori. Ha impiegato circa una settimana per scoprire se il campione contiene il Dna, ma ci vorranno circa due mesi per sequenziarlo e per analizzare i risultati.
Gli archeologi subacquei esaminano le ossa umane trovate nel naufragio di Antikythera (Foto: Brett Seymour, EUA/WHOI/ARGO) |
Scoprire uno scheletro o parti di esso sott'acqua e cosa estremamente rara, a meno che non sia coperto di sedimenti o protetto in altro modo, il corpo di una vittima di naufragio è solitamente disperso nel giro di poco tempo. Scheletri completi sono stati recuperati da recenti naufragi, come quello della nave da guerra inglese Mary Rose, naufragata nel XVI secolo, o della nave svedese Vasa, affondata nel XVII secolo. Entrambe le imbarcazioni affondarono nel fango, vicino al porto al quale erano dirette.
Solo pochissimi resti umani, viceversa, sono stati rinvenuti nei pressi di antichi relitti, dice l'archeologo greco Dimitris Kourkoumelis, dell'Eforato greco di antichità subacquee, che collabora con Foley. Tra i reperti umani antichi ritrovati sott'acqua vi è un cranio, trovato all'interno di un elmo romano vicino alla Sardegna e uno scheletro, scoperto all'interno di un sarcofago vicino l'isola greca di Sima. In quest'ultimo caso le ossa sono sparite prima che potesse essere confermato il ritrovamento.
Il sorprendente meccanismo di Antikythera (Foto: Anthony Ayiomamitis) |
Presso il sito del naufragio rimangono, ora, solo dei vasi rotti, tutti gli artefatti visibili sono stati recuperati tra il 1900 e il 1901 dai pescatori di spugne. Foley, però, ritiene che la maggior parte del relitto possa trovarsi sepolto sotto i sedimenti. Il suo team ha mappato il sito a 50 metri di profondità prima di iniziare l'esplorazione nel 2014. Hanno trovato giare per il vino, bicchieri in vetro, due lance per statue in bronzo, oro, gioielli, brocche utilizzate dall'equipaggio. Hanno, inoltre, recuperato un enorme peso di piombo che potrebbe essere il primo del genere conosciuto, che gli antichi descrivono come un "delfino da guerra" per la sua forma a lacrima, una sorta di arma difensiva che le imbarcazioni mercantili trasportavano per difendersi da navi ostili.
(Fonte: Stefan Williams, Australian Centre for Field Robotics, Alex Tourtas, EUA/WHOI/ARGO) |
I resti trovati presso Antikythera potrebbero essere quelli di una parte dell'equipaggio, che forse consisteva di 15-20 persone. Le navi mercantili sia greche che romane trasportavano spesso anche dei passeggeri e spesso degli schiavi. Questi ultimi erano incatenati nella parte interna della nave e, curiosamente, le ossa recentemente scoperte erano circondate da oggetti in ferro corroso, finora non identificati. L'ossido di ferro ha macchiato di rosso alcune delle ossa.
Le ossa trovate vicino al relitto di Antikythera, rimaste indisturbate per più di duemila anni, offrono l'eccezionale possibilità di estrarre Dna nelle migliori condizioni possibili. In precedenza le ossa recuperate dal fondo del mare non hanno potuto restituire Dna analizzabile perché soggette ad un continuo dilavamento. Schroeder ritiene, dopo una prima analisi del femore e dei denti, che l'individuo al quale appartenevano doveva essere giovane. L'analisi del Dna potrà chiarire il sesso di questo sconosciuto naufrago e potrebbe anche fornire indicazioni su altre caratteristiche, quali il colore dei capelli e degli occhi ed anche l'origine geografica.
Fonte:
nature.com
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