Tifoni e Nereidi emersi dagli scavi nella villa di Augusto (Foto: National Geographic) |
L'imponente edificio romano noto come Villa di Augusto o villa dionisiaca, posto alle falde del Monte Somma, continua a stupire studiosi e appassionati di archeologia.
La villa, rinvenuta negli anni '30 del secolo scorso, conquistò immediatamente gli accademici di allora che ne compresero subito l'importanza. La sua ubicazione "apud urbem Nolam" (nei pressi della città di Nola), come si legge nel primo libro degli "Annales" di Tacito, portò i ricercatori del tempo a pensare di aver trovato la residenza dove morì l'imperatore Ottaviano.
Fu solo nel 2002, però, che, grazie ad un programma di ricerca multidisciplinare dell'Università di Tokyo, si riuscì a rimuovere buona parte degli spessi strati vulcanici dell'eruzione del Vesuvio del 472 d.C., che ricoprivano quasi interamente il complesso edilizio. Vennero alla luce strutture della prima età imperiale, che continuarono ad essere utilizzate fino al V secolo d.C., cambiando carattere e funzione.
Il sito ha già restituito ricche decorazioni, mosaici, statue e pitture, suscitando sempre più l'interesse degli addetti ai lavori e fornendo materiale per mostre ed esposizioni come quella in Giappone (ad Aichi e a Tokyo) in occasione dell'expo del 2005. Ma le sorprese, a quanto pare, son ben lungi dall'essere terminate.
Nell'ultima campagna di scavo diretta dal Professor Masanori Aoyagi, dell'Università degli Studi di Tokyo, su progetto del Professor Antonio De Simone, dell'Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, sono state messe in luce le mura perimetrali di una grande cisterna di contenimento delle acque. Le misure sembrano essere sorprendenti. "In base alle strutture rinvenute", afferma il Professor De Simone, "riteniamo che la sua larghezza sia pari a dieci metri per una lunghezza non inferiore ai trenta. Tali dimensioni ci danno l'idea di come questa costruzione per la conservazione delle acque sia stata utile alla vita di un complesso residenziale ed industriale che appare sempre più considerevole. Osservando attentamente la pavimentazione della vasca, inoltre, si possono notare le basi cilindriche di alcuni pilastri che dovevano reggere una complessa volta ad archi".
Oltre alle dimensioni, la cisterna è caratterizzata anche dal suo posizionamento rispetto alla retrostante residenza. "Abbiamo notato da subito", continua il Professor De Simone, "la sua posizione obliqua e non conforme agli assi di allineamento della villa. Questo ci suggerisce il fatto che potesse raccogliere più facilmente le acque di dilavamento, provenienti dai vicini rilievi". La funzione primaria della cisterna, quindi, sarebbe stata quella della conservazione dell'acqua necessaria anche all'irrigazione dei terreni agricoli attigui. Proprio uno di questi è stato riconosciuto ai margini di uno dei muri perimetrali ed è attualmente in fase di studio.
La presenza di questa cisterna indica e conferma una fase già nota della villa, che riflette un momento di profonda crisi, verificatosi nella seconda metà del IV secolo d.C.. In questo periodo le cose cambiarono gradualmente ed alcune aree di rappresentanza diventarono spazi utili alla produzione agricola. Questo risulta evidente, in particolare, in un ambiente posto proprio accanto al salone d'ingresso che prima di essere suddiviso in due locali ben distinti - come una stalla ed una dispensa - presentava una complessa pavimentazione a mosaico.
"La crisi della seconda metà del IV secolo, coinvolge tutto l'impero", dichiara ancora il Professor De Simone, "e qui appare evidente con il cambio di destinazione d'uso dei diversi ambienti che costituiscono la villa. Durante gli scavi, ci imbattiamo sempre più spesso in contesti che ci testimoniano di questi radicali cambiamenti". Fare luce sulle fasi che si sono susseguite durante il lungo periodo di declino è certamente uno degli obiettivi che nei prossimi anni si prefiggono di raggiungere i ricercatori.
Durante l'ultima campagna di ricerca, nel corso di una fase di approfondimento sul fondo della pavimentazione della cisterna, gli archeologi si sono imbattuti in un ulteriore ritrovamento. Ancora una volta a riemergere sono state strutture murarie certamente precedenti alla realizzazione della cisterna. Quest'ultima costruzione, però, è stata solo "intercettata" e gli elementi utili alla sua interpretazione sono ancora insufficienti.
Fonte:
nationalgeographic.it
La villa, rinvenuta negli anni '30 del secolo scorso, conquistò immediatamente gli accademici di allora che ne compresero subito l'importanza. La sua ubicazione "apud urbem Nolam" (nei pressi della città di Nola), come si legge nel primo libro degli "Annales" di Tacito, portò i ricercatori del tempo a pensare di aver trovato la residenza dove morì l'imperatore Ottaviano.
Fu solo nel 2002, però, che, grazie ad un programma di ricerca multidisciplinare dell'Università di Tokyo, si riuscì a rimuovere buona parte degli spessi strati vulcanici dell'eruzione del Vesuvio del 472 d.C., che ricoprivano quasi interamente il complesso edilizio. Vennero alla luce strutture della prima età imperiale, che continuarono ad essere utilizzate fino al V secolo d.C., cambiando carattere e funzione.
Il sito ha già restituito ricche decorazioni, mosaici, statue e pitture, suscitando sempre più l'interesse degli addetti ai lavori e fornendo materiale per mostre ed esposizioni come quella in Giappone (ad Aichi e a Tokyo) in occasione dell'expo del 2005. Ma le sorprese, a quanto pare, son ben lungi dall'essere terminate.
Statua di Dioniso di impostazione ellenistica, alta 1,60 metri. La statua era collocata in una nicchia dell'ambiente più grande della villa (Foto: National Geographic) |
Panoramica della cisterna (Foto: National Geographic) |
La presenza di questa cisterna indica e conferma una fase già nota della villa, che riflette un momento di profonda crisi, verificatosi nella seconda metà del IV secolo d.C.. In questo periodo le cose cambiarono gradualmente ed alcune aree di rappresentanza diventarono spazi utili alla produzione agricola. Questo risulta evidente, in particolare, in un ambiente posto proprio accanto al salone d'ingresso che prima di essere suddiviso in due locali ben distinti - come una stalla ed una dispensa - presentava una complessa pavimentazione a mosaico.
"La crisi della seconda metà del IV secolo, coinvolge tutto l'impero", dichiara ancora il Professor De Simone, "e qui appare evidente con il cambio di destinazione d'uso dei diversi ambienti che costituiscono la villa. Durante gli scavi, ci imbattiamo sempre più spesso in contesti che ci testimoniano di questi radicali cambiamenti". Fare luce sulle fasi che si sono susseguite durante il lungo periodo di declino è certamente uno degli obiettivi che nei prossimi anni si prefiggono di raggiungere i ricercatori.
Durante l'ultima campagna di ricerca, nel corso di una fase di approfondimento sul fondo della pavimentazione della cisterna, gli archeologi si sono imbattuti in un ulteriore ritrovamento. Ancora una volta a riemergere sono state strutture murarie certamente precedenti alla realizzazione della cisterna. Quest'ultima costruzione, però, è stata solo "intercettata" e gli elementi utili alla sua interpretazione sono ancora insufficienti.
Fonte:
nationalgeographic.it
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